«Violentata da un barman a Napoli», il giudice dispone l'esame del Dna

La denuncia di una turista inglese di 22 anni: «Ero un po' brilla, non volevo farlo»

Turista inglese denuncia uno stupro
Turista inglese denuncia uno stupro
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 4 Dicembre 2023, 23:37 - Ultimo agg. 6 Dicembre, 07:21
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Ha ricostruito ogni particolare di un’esperienza definita drammatica, che sarebbe avvenuta all’interno di un locale pubblico napoletano. Ha spiegato «che lei non voleva»; e che «è stata costretta...». Ha ricordato che non ha avuto al forza di opporsi, forse perché un po’ brilla, forse perché spaventata, forse perché timorosa, rimanendo comunque capace di scandire il suo “no” rispetto a quanto le stava accadendo. Sono i punti principali della testimonianza resa da una ragazza, nel corso di un incidente probatorio dinanzi al giudice del Tribunale di Napoli. Un momento decisivo e straordinario per la storia di un possibile processo per violenza sessuale, che viene ricostruito da parte della diretta interessata. 

In aula, a porte chiuse, parla una cittadina inglese: ha 22 anni ed è tornata a Napoli a distanza di pochi mesi dalla vancanza estiva, culminata - a suo dire - nella peggiore esperienza della sua vita. Assistita dalla penalista napoletana Lucilla Longone, la ragazza risponde alle domande del pm Mariangela Magariello, ripercorrendo la denuncia che era stata depositata la scorsa estate prima di fare ritorno a casa: «Violentata da un barista all’interno di un locale pubblico - ha spiegato la presunta parte offesa - dove si era fermata a trascorrere una serata, per consumare una pizza e bere qualcosa in totale relax». 

Una vicenda che risale allo scorso luglio, in pieno centro storico.

Siamo in un momento felice per la nostra economia, che si conferma capace di assicurare un’offerta turistica anche nei mesi estivi. Fa caldo in città, ma Napoli strappa consensi, come appare evidente dalla decisione di tanti locali pubblici di rimanere aperti anche in quella che un tempo sarebbe stata bassa stagione. Estate a Napoli, estate da vivere: non per tutti, sembra di capire. Ed è in questo contesto che bisogna calare il racconto della ragazza. In sintesi, sarebbe iniziata una conversazione con un dipendente del locale. Un cameriere e barman al tempo stesso, con una buona padronanza della lingua inglese. I due avrebbero iniziato una breve conversazione, in un rapporto che di lì a poco sarebbe degenerato. È stata consumata così la violenza sessuale all’interno dello stesso locale. Un fatto che sarebbe avvenuto in un vano attiguo alla sala principale del pub, nel quale la ragazza sarebbe stata costretta ad entrare.

Brutta storia, a sentire la ricostruzione fatta dalla parte offesa di questa vicenda. Inchiesta condotta dal pm Magariello, magistrato in forza al pool reati contro le fasce deboli, coordinato dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, le domande puntano a fare chiarezza sulle circostanze indicate nel corso della denuncia: «Non volevo - ha spiegato la ragazza - e se sono tornata qui a confermare quanto avevo sostenuto nel corso della denuncia è solo per giustizia». Diversa la posizione dell’indagato. Napoletano trentenne, dipendente del bar pizzeria, ha nominato un difensore di fiducia e si dice pronto a difendere la propria integrità di cittadino e di lavoratore in tutte le sedi possibili. Non è stato ancora formalmente ascoltato da parte degli inquirenti, ma chi lo conosce sa che si dice pronto a negare ogni singolo particolare di questa vicenda. Sostiene di non essersi mai appartato in un vano interno al locale con la turista inglese, si dice innocente, estraneo ai fatti. Quanto basta a spingere il giudice a formalizzare un accertamento irripetibile, legato alla prova del Dna su alcune tracce biologiche rinvenute negli indumenti della ragazzina. È chiaro che, di fronte a un test positivo, la versione della ragazza risulterebbe confermata.

Una vicenda che ora attende la prova scientifica, al termine di un accertamento irripetibile che rappresenta una delle tante attività svolte dalla sezione della Procura di Napoli, a proposito di violenza di genere. Come è apparso evidente negli ultimi giorni, in tema di bilancio di violenza contro le donne, sono oltre 5mila i casi di cui si occupa il pool reati contro le fasce deboli a Napoli, in un anno. Ripetiamo: violenza contro le donne, oltre cinquemila casi, in gran parte contro noti. Una sorta di emergenza che fa i conti con l’esigenza di assicurare una risposta immediata di sicurezza, all’indomani delle norme del cosiddetto codice rosso: morme che impongono un accertamento rapido e garantito dopo una denuncia per fatti tanto gravi. 
 

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