17enne ucciso a Napoli, nel rione esplode la rabbia: «Era innocente, giustizia»

17enne ucciso a Napoli, nel rione esplode la rabbia: «Era innocente, giustizia»
di Pietro Treccagnoli
Martedì 8 Settembre 2015, 08:53 - Ultimo agg. 09:01
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Anche alla Sanità va in scena il copione Bifolco, il giovane ucciso giusto un anno fa al Rione Traiano. I ragazzi del quartiere sono scesi in piazza, marciando per vicoli e piazze, invocando giustizia per Gennaro, anche lui diciassettenne, ucciso nella notte tra sabato e domenica, a pochi passi dalla chiesa del Monacone. Ma mentre per il minorenne di Soccavo era chiaro l’obiettivo della protesta, perché era stato colpito a morte da un proiettile sparato da un carabiniere, per il suo omologo della Sanità non è ancora chiaro chi abbia troncato precocemente la sua vita.







Una sfilata contro ignoti, quindi. Così, ieri sera, intorno alle 18, amici e coetanei, chi lo conosceva e chi non lo conosceva, finanche bambini, affiancati da molte mamme hanno sfilato dalla chiesa fino a piazza Cavour, bloccando per alcuni minuti la centralissima via Foria. Una manifestazione spontanea (anche se dietro c’erano sicuramente mani esperte, abituate alle mobilitazioni improvvise) e non autorizzata, al grido di «Genny è innocente». Erano alcune centinaia, radunati dietro uno striscione di una ventina di metri. Battevano le mani, lanciavano slogan («giu-sti-zia, giu-sti-zia»), molti indossavano t-shirt bianche con la foto della vittima. Sono passati anche davanti alla casa di Gennaro, dove hanno osservato un minuto di silenzio, mentre i parenti del ragazzo, in lacrime, sono scesi in strada e sono rimasti fermi davanti al portone. Il corteo è quindi tornato in piazza Sanità, dove è stato accolto in chiesa da padre Alex Zanotelli. «Non si può morire in questa maniera, è assurdo» ha commentato il comboniano. «Dopo la messa in piazza sono venute delle mamme che ci hanno chiesto di sostenere una loro iniziativa» ha aggiunto «pensavano a una fiaccolata, intanto siamo qui».



I genitori di Gennaro hanno proposto di esporre all’esterno della piazza le foto di tutti i ragazzi uccisi del quartiere per chiedere «che non accada più». Lo striscione con l’immagine del ragazzo ucciso è stato esposto dietro l’altare della chiesa. Ieri era prevista una riunione della Rete Sanità al Supportico Lopez, ma c’è stato uno scavalcamento. La piazza ha anticipato, a modo suo, le eventuali decisioni delle associazioni, riappropriandosi di quanto riteneva gli appartenesse. Un nuovo corteo per le strade del rione è annunciato per oggi, sempre in piazza Sanità. Qui sarà piantato un albero in memoria del diciassettenne. Ai commercianti sarà chiesto, in segno di lutto, di abbassare a metà le serrande dei negozi. I manifestanti hanno anche chiesto che prefetto e cardinale vadano al più presto nel rione Sanità. Si è trattato di un imponente segno di solidarietà per il ragazzo e per la famiglia, ma a suo modo è stata anche manifestazione che prova a rimettere in discussione la camorra, per invocare un cambiamento radicale nel quartiere, sebbene le voci di dentro abbiano sottolineato principalmente il punto che a loro più premeva.



«L’unico sbaglio di Gennaro era quello di stare lì in quel momento» si è accalorata una donna «e per questo non si può essere uccisi. Precedenti? Tutti hanno sbagliato. C’è chi racconta di una pistola. Ma di quale pistola andate dicendo? Il ragazzo era un lavoratore. È una vittima innocente». Dal corteo s’è alzata una voce più forte che ha sovrastato il rumore di fondo: «Sono questi i ragazzi del rione Sanità» ha urlato un uomo «e questo è un corteo pacifico per chiedere giustizia». E, con un tono più basso, gli ha fatto eco un ragazzo: «Lavoriamo tutto il giorno e dopo usciamo. Genny quella sera è voluto rimanere».



Fino alle quattro e mezza di notte. «Alla Sanità non c’è nulla di nulla e lo Stato non ci tutela. Nessuno lo fa, nemmeno la Chiesa. Per la gioventù di oggi, cosa fanno? Niente». Per ieri sera, alle 19, era previsto pure un presidio del Partito Democratico. Ma il presidio è stato, ovviamente, anticipato, scavalcato, annullato, superato da quella parte della gente della Sanità che s’è ripresa la piazza. Sono, comunque, arrivati diversi esponenti politici. Dopo la partenza del corteo dalla piazza, un gruppo di mamme s’è fermato a parlare con i democrat che avevano osservato, anche loro, un minuto di silenzio. Insieme al deputato Massimiliano Manfredi, della Commissione Antimafia, al quale è stato chiesto l’impegno per un presidio fisso della polizia, sono arrivati, tra gli altri, la senatrice Annamaria Carloni, la deputata Valeria Valente, il segretario provinciale Venanzio Carpentieri, quello regionale Assunta Tartaglione e il segretario organizzativo cittadino Gianfranco Wurzburger. È stata una presenza simbolica, ma che per come s’è sviluppata la giornata ha rischiato di diventare incongrua. Andrebbe riempita di contenuti immediati, altrimenti diventa superflua.