Guerra in Ucraina, Napoli in piazza: «Dobbiamo capire cos’è la libertà»

La manifestazione a due anni dallo scoppio del conflitto

Il console Kovalenko durante la manifestazione
Il console Kovalenko durante la manifestazione
di Vincenzo Cimmino
Sabato 24 Febbraio 2024, 19:10 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 08:04
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Era il 24 febbraio 2022. La Russia invadeva militarmente i confini nazionali dell’Ucraina. L’azione segna l’escalation del conflitto russo-ucraino in corso dal 2014. È il 24 febbraio 2024. La Russia ha invaso l’Ucraina, ma la Nazione resiste. Non si contano quanti hanno dato la vita. Non si contano le famiglie di profughi. Ma si ricorda. Si scende in piazza. Napoli si ferma per la sua comunità ucraina.

È il 24 febbraio 2024, sono passati due anni da quando i telefoni degli ucraini in Italia, di prima mattina, suonavano senza fermarsi. «Mamma, ci hanno invasi, c’è la guerra», sembrava un mantra. Oggi Napoli vuole, ancora una volta, essere al fianco della comunità ucraina napoletana nel triste anniversario. Una folla di umanità si è ritrovata dalle ore 15 in piazza Dante.

A pochissimi passi della manifestazione c’è una specie di altare improvvisato per Navalny, l’ultimo caduto sotto i colpi di chi non ammette repliche, di chi non accetta il contraddittorio, il confronto.

Alcuni hanno pensato bene di coprire quel simulacro con una bandiera ucraina. E sono tante le bandiere che sventolano oggi. Neanche l’allerta meteo ha frenato l’intensità della manifestazione.

Neanche la pioggia è riuscita a bloccare quanti si sono voluti riunire in piazza come fratelli e sorelle. A partecipare le associazioni più disparate, ma anche singoli cittadini lì perché contrari a ogni forma di violenza, contrari a ogni sopruso. A prendere la parola, tra i primi, il Console Generale dell'Ucraina a Napoli, Maksym Kovalenko.

«In questi giorni abbiamo il secondo anniversario della guerra che di fatto è iniziata dieci anni fa. – dichiara Maksym Kovalenko, il Console Generale dell'Ucraina a Napoli – Abbiamo manifestazioni non solo a Napoli, ma in tutte le città del Centro-Sud con manifestazioni di ucraini con i nostri amici italiani. Purtroppo, la guerra non è finita, abbiamo bisogno di aiuti, di assistenza. La guerra non è solo in Ucraina, è in Europa, è ovunque. La Russia non si fermerà. Dobbiamo proteggere tutti insieme i valori di democrazia e libertà».

Dopo essersi riuniti in cerchio, tutti hanno ascoltato i messaggi dei relatori. Alle ore 15:30 è iniziata la preghiera collettiva e dopo aver pregato, intorno alle ore 16, tutti hanno sentito le testimonianze di quanti sono stati costretti a fuggire dalle zone occupate. Dopo, intorno alle ore 17, ci sono state altre testimonianze e messaggi liberi. La manifestazione si è conclusa poco dopo, intorno alle ore 18.

«Ricordiamo dieci anni di guerra in Ucraina. – commenta Lara Levchun, Presidente del Coordinamento Unitario della Associazioni degli Ucraini in Italia – Siamo qui per ricordare due anni di genocidio, morti di bambini e donne. Noi vogliamo urlare “Putin deve pagare”. Noi sosteniamo lo slogan del presidente americano Biden, “finché Putin non paga, questa guerra non finirà”».

«Siamo qui per ricordare che è importante quello che sta succedendo nell’altra parte dell’Europa. – aggiunge Mattia Alvino, coordinatore Liberi Oltre le Illusioni - Capitolo Campania – Perché è Europa e questo paese è stato aggredito proprio per la sua voglia di libertà. Un paese che ha spaventato tanto la Russia. Russia che ora vuole distruggere l’Ucraina. Putin non si fermerà qui. È importante ricordare oggi che noi siamo in grado di dimostrarci solidali. L’Europa unita può dimostrarsi attore principale di democrazia nel mondo. Oggi la comunità ucraina e la comunità napoletana si parlano e si incontrano».

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Presenti in piazza, oltre agli organizzatori Liberi Oltre le Illusioni  Capitolo – Campania e Coordinamento Unitario delle Associazioni Ucraine, anche Comitato Ventotene, Giovani Federalisti Europei, VOLT, Consolato Generale d’Ucraina, Comunità Greco-Cattolica di Napoli, EUMANS, Radicali, Italia Viva, Punto Interno, Articolo 21 e Associazione Gioventù Cattolica.

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