Ucraina, novanta profughi in arrivo a Napoli; l'appello: garantire l'accoglienza

Ucraina, novanta profughi in arrivo a Napoli; l'appello: garantire l'accoglienza
Domenica 20 Marzo 2022, 11:44 - Ultimo agg. 21 Marzo, 00:06
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Sono partiti da Przemyśl da Korczowa, campo rifugiati Halakiijwka, i pullman di Napoli per la pace, Saving Humans, con l’obiettivo di prendere i profughi che scappano dalla guerra in Ucraina. Sono 90, diretti tutti a Napoli, per lo più donne e bambini, tra loro anche bimbi piccolissimi. Il terzo bus arriva in Italia oggi e conclude la prima missione, che è stata possibile grazie al contributo di tanti. Per alcune di queste persone è necessario trovare una sistemazione attivando le reti di accoglienza locali. Il resto della delegazione si è spostato al centro di accoglienza di Korczowa, dove è in attesa di accogliere nuove persone in fuga dalla guerra.

I bombardamenti a Leopoli, rallentano moltissimo il flusso dei migranti dal confine con Medyka. Giuseppe Oliviero.  «La situazione lungo il confine che abbiamo voluto percorrere per  intercettare diversi punti di raccolta si presenta molto complessa, con scarsa capacità di coordinamento che frena molto le operazioni di accoglienza, raccolta e smistamento.

Resta in noi un grande senso di impotenza e la sensazione che non si fa abbastanza. Si convive seppure per poco con persone che non hanno altro che le buste che si portano dietro e uno smarrimento negli sguardi che nessuno dovrebbe mai avere». 

Danilo Risi, co-coordinatore della missione: «Tra le tante problematiche in cui ci siamo imbattuti in questi intensi giorni di missione umanitaria c’è un tema urgente da affrontare: quello degli obiettori alla guerra. Se legittimamente il governo ucraino invita i soldati russi alla diserzione, resta il fatto che gli uomini cittadini ucraini tra i 18 e i 60 non possono lasciare il Paese. Ci auguriamo che, oltre la retorica bellica sull’eroismo che imperversa in questi giorni, ci sia un sussulto della nostra cultura giuridica che garantisca il diritto alla obiezione di coscienza, magari creando ‘corridoi umanitari’ anche per loro, garantiti dalla comunità internazionale». Nei prossimi giorni l’impegno prioritario è garantire una accoglienza dignitosa a queste 90 persone, ma il cuore e la mente è già rivolta in avanti: come continuare e migliorare il sostegno alle vittime civili della guerra, senza alcuna distinzione.

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