Nozze trash al Maschio Angioino, parla il custode: «Il Comune finge di stupirsi, io non c'entro»

Nozze trash al Maschio Angioino, parla il custode: «Il Comune finge di stupirsi, io non c'entro»
di Gennaro Di Biase
Sabato 30 Marzo 2019, 08:00
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«A parte il suono delle trombe, nel cortile del Castello giovedì non è accaduto nulla che non si potesse fare». A parlare è Enrico Serino, uno dei custodi del Maschio Angioino, il simbolo della città finito nell'occhio del ciclone dopo il matrimonio tra il cantante neomelodico Tony Colombo e Tina Rispoli, incensurata vedova del boss Genny MacKay, ex leader degli Scissionisti, personaggio tra gli ispiratori di «Gomorra» la serie. A poche ore dalle nozze trash con diretta tv su Canale 5, complice la festa per la consegna della cittadinanza onoraria al regista Ferzan Ozpetek, la Sala dei Baroni è piena di politici e cronisti. Giù negli uffici, nel cortile e sotto i portici del Maschio Angioino, gli impiegati di Napoli Servizi, i custodi e i dipendenti amministrativi parlano tra loro preoccupati: «Non dovevamo controllare noi - sospira a voce alta una delegata ai matrimoni - L'ingresso del castello non è di nostra competenza. Ora ci chiedono relazioni su relazioni e vogliono darci la responsabilità». Poi la donna vede passare un gruppetto di turisti - ieri non tantissimi - e si chiude in ufficio. Ed ecco che, intorno alle 13, quando si è appena conclusa la cerimonia per Ozpetek, spunta di nuovo Serino, di ritorno nel suo ufficio. Sguardo disponibile e cappello in testa. Un signore distinto lo saluta e lo ringrazia.
 
Signor Enrico, com'è potuto succedere che si sia fatto tutto questo qui al Maschio Angioino in occasione delle nozze Colombo-Rispoli?
«La carrozza giovedì si è fermata sulla soglia del Castello. All'interno, e nel cortile, non è accaduto nulla di proibito. Inoltre gli sposi avevano pagato per il matrimonio. L'unica cosa che qui all'interno era proibita è stato far suonare le trombe».

Si è creato un vuoto di comunicazione, forse? Le istituzioni non sapevano nulla secondo lei?
«Il Comune sapeva, probabilmente qualcuno avrà fatto finta di dormire. Io sono solo un custode. Non seguo nemmeno più il settore matrimoni come anni fa».

Qui se ne celebrano a migliaia. Con tutto il caos che si è creato potrebbe diventare più difficile sposarsi al castello da oggi in poi?
«Servono sempre le autorizzazioni da parte degli impiegati responsabili delle cerimonie. Li trova lì, alla fine del porticato. Noi mettiamo a disposizione le sale e le piante. Le attrezzature per i cestini o altro, invece, sono a carico degli sposi. Se ci si sposa di venerdì, viene 366 euro Iva compresa. Il sabato si paga 488 euro. Se si intende fare qui anche il buffet, forniamo noi la tavola per farlo, e allora il tutto costa 732 euro. Escluso il catering, ovviamente, sempre a carico dei festeggiati».

E se, in occasione delle nozze, si volesse portare qualche oggetto, come ad esempio una scultura di ceramica, si riuscirebbe a introdurla al Maschio Angioino?
«Se si trova chi la porta sì. È una questione di trasporto, se il catering è disposto a farlo non c'è problema. Altrimenti si può chiedere il favore a un amico».

E lo fanno passare?
«Sì, in realtà l'oggetto potrebbe essere una bomboniera. Secondo me nessun problema. Al limite bisognerebbe avvisare l'ufficio addetto ai matrimoni e ottenere l'autorizzazione».
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