Nuovi bus dell'Anm, esordio beffa: a Napoli il primo si è già fermato

Nuovi bus dell'Anm, esordio beffa: a Napoli il primo si è già fermato
di Paolo Barbuto
Mercoledì 7 Novembre 2018, 00:01 - Ultimo agg. 09:56
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Avremmo voluto raccontarvi le meraviglie dei nuovi bus ipertecnologici che da ieri mattina sono in giro per le strade della città: lo faremo, è una promessa, perché si tratta di mezzi avveniristici e adeguati, finalmente, alle esigenze di una metropoli; però siamo costretti a far partire il racconto della giornata al contrario, iniziando dal finale perché è stato imprevedibile, e anche un po’ imbarazzante per l’Anm. Siamo saliti a bordo di un «R2» e abbiamo fatto un giro del quale vi racconteremo i dettagli più avanti. Al termine del primo percorso l’autista, con un pizzico di imbarazzo, ci ha chiesto di scendere: corse sospese. È andato a controllare qualcosa nel vano motore perché s’era accesa una spia rossa sul cruscotto e lui, nel rispetto delle norme, è stato costretto a fermare il nuovissimo mezzo e chiedere un intervento della manutenzione. 

Quegli autobus sono stati attesi per lunghi mesi. La prima tranche di 30 mezzi è arrivata quindici giorni fa, la seconda con altri 26 sarà consegnata a gennaio: il tempo di immatricolarli, avviare le pratiche per l’assicurazione e i primi dieci sono stati immessi in servizio. Il via è stato dato ieri mattina, per l’occasione è stata organizzata una specie di inaugurazione. Appuntamento a piazza Trieste e Trento con sindaco, assessori, amministratori; parole di rito e di entusiasmo («Il salvataggio di Anm che sembrava un miraggio, oggi è realtà», ha spiegato de Magistris). Breve passaggio di amministratori e autorità a bordo dei mezzi avveniristici e poi l’innesto nei percorsi di linea. I nuovi bus hanno il WiFi gratuito per tutti, sono dotati di aria condizionata e di tecnologia satellitare che ne segue il percorso e segnala le fermate ai passeggeri tramite un apparecchio video installato a bordo, hanno telecamere per la videosorveglianza interna e la piattaforma per consentire ai disabili di salire senza problemi; c’è perfino la tecnologia per i pagamenti via smartphone anche se per ora non sono ancora accettati. Poi hanno, addirittura, le strumentazioni di guida che funzionano, ad esempio il tachimetro, e questo per gli autisti è davvero emozionante perché tanti altri bus dell’Anm hanno il cruscotto che si regge con il nastro adesivo e i segnalatori di velocità montati a testa ingiù.
 
Dopo la presentazione ufficiale abbiamo deciso di andare a fare un giro da passeggeri comuni su uno dei nuovi bus. Abbiamo scelto una linea R2, partenza alle 12,50 da via Brin, bus numero 109. Alla guida Umberto Sasso, autista di lungo corso un po’ emozionato per l’esperienza alla guida di un pullman così moderno e decisamente fiero della sua appartenenza all’Azienda.  Subito dopo la partenza la prima delusione. Proviamo a collegarci con il WiFi di bordo gratuito promesso dall’Anm, ma non succede niente: ci spiegheranno che deve ancora essere attivato ma che succederà a breve. Vabbè, non è grave, sarebbe stato addirittura troppo passare dagli «euro zero» di vent’anni fa al collegamento online a bordo. Aspettiamo con ansia l’arrivo della prima fermata che dovrebbe essere segnalato, grazia alla geolocalizzazione, sullo schermo a colori sistemato in alto nella zona dell’autista: anche in questo caso arriva la delusione. Lo schermo proietta a ripetizione un filmato pubblicitario sulle Universiadi del 2019: dopo 20 minuti l’hai già imparato a memoria e non hai saputo nulla delle fermate che il bus ha affrontato fino a quel momento. Le telecamere di controllo interno però sono accese e in funzione, lo assicurano tutti e ci fidiamo, anche se non abbiamo controprova. C’è anche un dettaglio che riguarda la piattaforma per l’accesso dei disabili. È stato espressamente chiesto di rimuovere la possibilità di abbassamento automatico della struttura che funzionerà solo in modalità manuale. In questo caso la colpa è dell’asfalto malmesso della città di Napoli perché la piattaforma automatica è estremamente sensibile, così quando un bus prende una buca e la struttura per i disabili ha un sussulto, i sensori elettronici (che non conoscono le voragini delle strade napoletane) pensano che si stia aprendo la piattaforma e lanciano un segnale di allarme che blocca automaticamente l’autobus. Insomma la passerella c’è e potrebbe essere attivata con un pulsante dell’autista, ma siccome siamo a Napoli il percorso è più complesso: se alla fermata c’è un disabile in carrozzina, pigia il tasto di richiesta assistenza, l’autista mette il freno a mano, lascia il posto di guida, arriva davanti alla piattaforma, la aziona manualmente, consente l’accesso alla persona disabile e poi torna alla guida. Il percorso si ripeterà, identico, in fase di discesa. Paradossale, no?

È divertente appostarsi nella parte anteriore del bus e scorgere il volto incredulo degli utenti abituali che s’aspettano di vedere arrivare una vecchia carcassa e invece scoprono che sta arrivando un bus nuovo e moderno. In tanti entrano e commentano con l’autista, un paio di passeggeri abituali arriva addirittura a stringere la mano all’autista complimentandosi come se avesse comprato l’automobile nuova. Sono momenti emozionanti. Meno emozionante un evento accaduto in mattinata e raccontato dall’autista: una persona senza biglietto, all’arrivo dei controllori, li ha affrontati «ma non ho capito, solo perché avete comprato gli autobus nuovi io devo fare il biglietto?». Subito sono state chiamate le forze dell’ordine e l’uomo è stato identificato. A proposito di portoghesi. Ieri pomeriggio sulla R2 si sono alternati 108 passeggeri: i biglietti vidimati sono stati otto, compresi i nostri (giornalista e fotografo). Tutti gli altri erano abbonati? Non lo sapremo mai ma conserviamo il nostro dubbio. Resta, infine, l’amarezza della conclusione del viaggio. Al termine del primo percorso il bus avrebbe dovuto proseguire ma una spia birichina ha segnalato che il portello del vano motore s’era aperto all’improvviso. Il vano motore era chiuso, ovviamente, ma la spia rimaneva accesa. L’autista non ha potuto fare altro che avvisare la manutenzione e sospendere le corse fino alla soluzione del piccolo problema.
 
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