Napoli, chi è il killer con il berretto? Caso riaperto e nuova perizia sul video choc dell'omicidio

Napoli, chi è il killer con il berretto? Caso riaperto e nuova perizia sul video choc dell'omicidio
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 30 Giugno 2021, 23:57 - Ultimo agg. 1 Luglio, 20:30
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Dunque, si torna al punto di partenza. È lui o non è lui? Di fronte all’incertezza, i giudici della Corte di Assise di appello non hanno fatto altro che riaprire il caso, disponendo una perizia in grado di dare una risposta in termini di compatibilità tra le immagini a disposizione e l’uomo presente in aula nelle vesti di imputato. Aula 312, seconda Corte di assise appello, presidente Rosa Romano, riparte da qui il giallo del killer col cappellino. È il caso dell’omicidio di Mariano Bacioterracino, l’uomo assassinato in via Vergini nell’ormai lontano 2010, nel corso di una vendetta - dicono le indagini - cominciata e ordita addirittura negli anni Ottanta. 

Ma cosa accade in assise appello? Perché un caso che sembrava destinato agli archivi giudiziari, con tanto di sentenza definitiva all’ergastolo, si riapre con un nuovo punto interrogativo? Sotto processo, Costanzo Apice ed è indicato come il killer con il cappellino, quello che agisce lentamente, sbucando alle spalle di Mariano Bacioterracino, impugnando la pistola, sparando alle spalle del proprio obiettivo che se ne stava appoggiato all’ingresso di un bar tabaccheria di via Vergini.

Apice è stato condannato all’ergastolo in primo grado e in appello, per poi portare a casa un risultato inatteso dalla Cassazione: una nuova valutazione in Appello. Ecco il quesito che attraversa la storia del processo che è anche una sorta di giallo napoletano: c’è compatibilità tra il video diffuso dalla Procura undici anni fa e l’imputato? Un quesito che ora dovrà essere sciolto dal consulente pochi giorni fa nominato dalla corte di appello napoletana. Ed è un argomento centrale al punto tale da spingere i giudici partenopei a riservarsi su un altro punto inedito di questa storia, legato alle dichiarazioni rese da due potenziali testimoni di accusa. Pochi mesi fa, infatti, la Procura di Napoli ha trasmesso ai giudici di secondo grado i verbali del pentito Antonio Lo Russo e del killer reo confesso (dissociato in merito al delitto Bacioterracino) Oscar Pecorelli. In sintesi, da due angolature differenti (quella del boss mandante e del killer) Lo Russo jr e Pecorelli confermano tutto: accusano Costanzo Apice di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Bacioterracino, riconducono il delitto alla batteria di fuoco di Miano San Pietro a Patierno, alla quale Apice era legato (sta scontando l’ergastolo definitivo per l’omicidio Grimaldi, al termine delle indagini del pm Enrica Parascandolo). Due voci di prima mano, che per il momento restano congelate, in un limbo processuale che attende la valutazione del consulente nominato la volta scorsa in aula. Un giallo, un nodo da sciogliere che risale a undici anni fa, quando la Dda di Napoli decise di compiere un atto inedito nella storia processuale italiana. Ricordate la decisione del pm Sergio Amato e dell’allora procuratore Giovandomenico Lepore? Si decise di diffondere alla stampa il video dell’omicidio, di fronte all’impossibilità di risalire al suo nome, dopo mesi di indagini rigorosamente segrete.

Video

Fu il primo video di un delitto a finire sul web, con un risultato immediato, dal momento che poche settimane dopo venne arrestato Costanzo Apice (anche grazie allo strepito provocato da quelle immagini). Difeso dai penalisti Michele Caiafa e Claudio Davino, Apice ha sempre respinto le accuse: «Non sono io il killer del video, quell’uomo con il cappellino non mi assomiglia neanche». Anni fa, venne effettuato un esperimento giudiziale: Apice fu condotto in via Vergini, per interpretare la scena del delitto. Indagini antropometriche che non hanno convinto la Cassazione e che hanno spinto ora la corte napoletana a congelare le nuove accuse e a riaprire il caso. A partire da una domanda: è lui o non è lui? Apice è il killer con il berretto? 

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