Omicidio Belardinelli, sei auto nel mirino: in campo la biologa del caso Gambirasio

Omicidio Belardinelli, sei auto nel mirino: in campo la biologa del caso Gambirasio
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 30 Gennaio 2019, 08:30
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Sarà la specialista del caso Yara Gambirasio a svolgere un ruolo decisivo nel corso dell'inchiesta sull'omicidio del tifoso Daniele Belardinelli, prima del match di Santo Stefano Inter-Napoli. Martedì mattina, nella sede della scientifica di Napoli, sarà la Procura di Milano a conferire l'incarico alla professoressa Cristina Cattaneo, a cui spetta il compito di coordinare un pool di esperti per ricavare tracce biologiche utili per identificare l'assassino di «Dede» Belardinelli.
 
Indagini che da Milano puntano decisamente su Napoli, anche a giudicare dalle auto finora finite sotto sequestro, tutte riconducibili a tifosi napoletani che un mese fa erano in trasferta a Milano per il match di San Siro: si tratta di una Renault Kadjar, una Ford Transit Custon, una Volkswagen Golf, una Audi A3, una Volvo V40; a queste cinque auto si è aggiunta una sesta vettura, che è stata individuata e sequestrata due sere fa. Un quadro complesso, auto che potrebbero contenere in una ipotesi puramente teorica - ancora tracce biologiche in grado di circoscrivere la responsabilità del delitto del tifoso del Varese che (alleato con quelli dell'Inter e del Nizza) aveva assaltato la carovana azzurra in via Novara. Per la morte di Belardinelli sono circa una trentina i soggetti iscritti nel registro degli indagati da parte dei pm milanesi, anche se è facile immaginare la volontà di restringere il numero di sospettati. Martedì dunque tocca a una specialista del ramo, alla docente Cattaneo, che ha associato il suo nome e la sua competenza ad alcuni tra i più scottanti casi che la cronaca giudiziaria ha offerto in questi anni: non solo il caso di «ignoto uno», le indagini sul Dna che hanno consentito la condanna di Filippo Bossetti, ma anche le verifiche sul caso Cucchi, Elisa Claps e altre note vicende di rilievo nazionale. Difesi dal penalista Emilio Coppola, alcuni indagati hanno portato le auto alla Digos, negando di aver svolto un ruolo nell'investimento che ha ucciso Belardinelli. Anche l'avvocato Coppola ha nominato una consulente di parte, di fronte all'esigenza di seguire tutti gli step investigativi nella caccia a tracce biologiche sospette.

Ma non è l'unica notizia legata agli ultrà napoletani. È di ieri mattina infatti l'intervento del Tribunale del Riesame di Napoli, che ha rivisitato alcune conclusioni del gip, in relazione all'assalto ordito il sei gennaio del 2018 da parte di un gruppo di facinorosi, in occasione del match casalingo del Napoli con il Verona.

In sintesi, il Tribunale del Riesame di Napoli ha revocato il carcere per 4 dei 5 ultrà arrestati lo scorso 15 gennaio. Per uno dei quattro, Carmine Cacciapuoti, sono stati ripristinati gli arresti domiciliari in quanto ritenuto coinvolto nell'aggressione e nella rapina dello scorso aprile ai danni di alcuni tifosi romanisti di ritorno dal match di Champions League contro il Barcellona.

Per Diego Infante l'ordinanza è stata annullata per la mancanza di gravi indizi. Anche lui tornerà agli arresti domiciliari per l'aggressione ai romanisti. Diverso il quadro per gli altri indagati: obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, infine, per Gennaro Iescone e Fabio Vegliante. Tutti sono stati rappresentati dall'avvocato Coppola, mentre oggi è attesa una nuova partita dinanzi al Riesame, che deve esprimersi sulla posizione di Tommaso Fiorillo, vale a dire l'ultimo dei tifosi arrestati lo scorso 15 gennaio. Difeso dai penalisti Sergio Rastrelli e Giovanni Rendina, ora l'indagato (che nella vita svolge la professione di ingegnere) attende gli esiti del Riesame.
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