Demolizione dei container a Pozzuoli, ​ordigno esplosivo contro il cantiere

Demolizione dei container a Pozzuoli, ordigno esplosivo contro il cantiere
di Gennaro Del Giudice
Lunedì 10 Maggio 2021, 09:58
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Un boato nel cuore della notte e l'ingresso del cantiere sventrato. Le lamiere a terra, la catena e il lucchetto ancora intatti. Dentro nulla è stato toccato o portato via. Un messaggio, forse l'ombra del racket dietro a quanto è avvenuto nella notte tra sabato e domenica al Rione Toiano di Pozzuoli, quartiere in fibrillazione da tempo per gli scontri tra vecchie e nuove leve di camorra. Tre giorni fa l'auto della compagna di un affiliato a uno dei nuovi gruppi criminali è stata data alle fiamme, ieri il danneggiamento dell'ingresso del cantiere dove è in corso lo smantellamento dei container nel triangolo tra via Gavia Marciana, via Simmaco e via Seneca, area che sorge tra le case popolari soprannominate «Case parcheggio», una volta regno del clan Pagliuca. In totale sei prefabbricati, nel corso degli anni occupati abusivamente da diversi nuclei familiari, che di recente sono stai liberati e destinati all'abbattimento attraverso un'operazione di bonifica e riqualificazione avviata dal comune di Pozzuoli. Ed è proprio in questo angolo di estrema periferia che qualcuno l'altra notte avrebbe fatto saltare l'ingresso del cantiere dove è affissa la cartellonistica che indica i lavori.

Di un ordigno, una bomba carta, parlano i residenti delle palazzine che abitano a ridosso dei container, svegliati da un forte boato. Tra le testimonianze, c'è quella di una donna che ieri mattina era davanti all'ingresso danneggiato: dice di aver visto dalla sua abitazione due uomini in sella a una motocicletta fuggire subito dopo lo scoppio, senza entrare nel cantiere e senza portare via nulla. «Abbiamo sentito un boato fortissimo, poi abbiamo visto due persone che scappavano con una moto».

Sull'episodio sono in corso indagini da parte dei carabinieri di Pozzuoli che stanno verificando le cause che hanno provocato il danneggiamento e se si sia trattato di un ordigno.

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Chi e cosa ha sventrato l'ingresso del cantiere? Tempi e modalità, complice l'aria che si respira nel quartiere, non fanno escludere nessuna pista: dalla vendetta da parte di qualche ex residente sgomberato all'estorsione. Forse un atto intimidatorio o una vendetta, un segnale indirizzato alla ditta incaricata per i lavori di demolizione, rimozione e smaltimento dell'eternit presente nei prefabbricati. Più marginale, al momento, sembra essere la pista della cosiddetta ragazzata, dell'atto teppistico. In zona non ci sono le telecamere del sistema di videosorveglianza del comune di Pozzuoli. Oggi i titolari della ditta che sta eseguendo i lavori potrebbero essere ascoltati per capire se nei giorni scorsi siano stati vittime di richieste estorsive.
 

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