Agosto di fuoco tra le mura dell'ospedale Cardarelli, invaso nuovamente dalle barelle e, ancora una volta, congestionato dal record di accessi. Nel pronto soccorso del presidio più grande del Sud Italia, il numero delle lettighe, sistemate persino lungo i corridoi e all'ingresso degli spazi deputati ai ricoveri, è allarmante e ha superato la soglia dei 100 assistiti. Se, da una parte, la barellopoli non può fare a meno di causare disagi e difficoltà nell'assistenza, dal punto di vista degli ammalati, dall'altra, altrettante difficoltà devono essere fronteggiate dal personale sanitario, sotto dimensionato e sottoposto a carichi di lavoro sempre più imponenti.
Dai primi di agosto, il pronto soccorso del Cardarelli si è trovato ripetutamente sotto pressione per l'iperafflusso degli ammalati che ha fatto registrare anche picchi di 180 accessi quotidiani. Una quantità giornaliera che va sommata alla presenza, sempre giornaliera, di una media di 100 pazienti in barella, sistemati negli spazi del pronto soccorso e dell'annesso reparto di Osservazione breve. Ieri mattina, erano 132 gli ammalati assistiti sulle lettighe a rotelle che, nella maggior parte dei casi, sostano nella barellopoli almeno due giorni in attesa della conclusione di accertamenti clinici e diagnostici. Le criticità, segnalate dai pazienti, riguardano soprattutto «il rallentamento dell'assistenza, la disorganizzazione e la mancanza di privacy tra gli ammalati» come spiega Paolo Pandolfi, presidente dell'associazione onlus Aiutogiustizia che ha raccolto le proteste dei ricoverati anche in merito alle «difficoltà per utilizzare i servizi igienici, dal momento che non sono presenti nel salone ma solo nelle stanze dei codici e nell'Osservazione breve».
Nonostante la priorità delle problematiche a carico degli ammalati, c'è da dire che la barellopoli rappresenta anche un grande ostacolo per medici, infermieri e operatori socio sanitari costretti a destreggiarsi tra la distesa di lettighe, cercando di soddisfare un bisogno assistenziale sproporzionato rispetto alle risorse in campo.
Le parole di Antonio d'Amore, neo direttore del Cardarelli dopo aver guidato per tre anni l'Asl Napoli 2 Nord, si trasformeranno in una vera e propria strategia nei prossimi giorni attraverso un lavoro di squadra con tutti i comparti della struttura. È poco più di una settimana che il nuovo manager ha preso in mano il timone dell'azienda ospedaliera cominciando dai sopralluoghi al pronto soccorso, compreso quello di ieri mattina «per prendere consapevolezza sul campo delle problematiche da risolvere».