Ospedale Monaldi, racket sulle ditte di pulizia: due manager aggrediti

Ospedale Monaldi, racket sulle ditte di pulizia: due manager aggrediti
di Leandro Del Gaudio
Martedì 27 Aprile 2021, 11:00
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Hanno fatto irruzione all'interno dell'ospedale Monaldi e hanno puntato dritto a due responsabili delle ditte di pulizia che si occupano dell'igiene all'interno della cittadella ospedaliera. Li hanno picchiati e minacciati. Un'aggressione a senso unico, come a ribadire un concetto che non si presta a interpretazioni: c'è una tassa da pagare sulla gestione di un servizio essenziale la pulizia all'interno dell'ospedale. In una sola parola: racket. Brutta storia in uno dei principali ospedali cittadini, per altro tra i più esposti nel corso della pandemia a Napoli. Una storia che sa di già visto e che ripropone l'incubo del pressing estorsivo da parte della camorra contro ditte private, all'ombra della sanità pubblica. Ma andiamo con ordine, partiamo dall'episodio che ha fatto scattare verifiche investigative. È lo scorso 29 marzo, quando vengono consumate due aggressioni. Si tratta di un vero e proprio pestaggio, condito da minacce. Un episodio in parte ricostruito attraverso il sistema di protezione (grazie al quale è stato possibile mettere a fuoco l'ingresso di alcune sagome sospette), ma anche da parte della denuncia che è stata formalizzata subito dopo i fatti. Una vicenda che ha fatto scattare un'inchiesta destinata al lavoro del pool anticamorra. In campo gli uomini della Mobile, si lavora sulla presenza di alcuni soggetti in odore di camorra nel corso delle fasi precedenti all'aggressione. Racket, camorra, ospedali. E appalti. Scenario che riconduce ad una particolare fibrillazione in un periodo in cui la spesa pubblica è quasi del tutto orientata al mondo degli ospedali. Una vicenda raccontata da una segnalazione giunta al quotidiano Il Mattino, nel tentativo di chiedere attenzione su possibili colpi di coda da parte della camorra. Possibile che le due vittime dell'aggressione vengano ascoltate in Procura, in una vicenda destinata ad approdare in un fascicolo della Dda di Napoli. Chi c'è dietro questa doppia aggressione? E cosa si sta consumando all'ombra delle pulizie al Monaldi? Una vicenda che spinge gli inquirenti a puntare i riflettori contro un clan di nuova formazione, che nasce a Miano e che si avvale di personaggi vecchi e nuovi di quel sistema malavitoso un tempo controllato dai Lo Russo. Finita l'era dei cosiddetti capitoni, c'è chi ha preso le redini di un gruppo particolarmente agguerrito.

 

Violenza gratuita, spesso condotta in modo plateale, con il solo obiettivo di mostrare i muscoli, imporre un clima di omertà e pretendere il pizzo. Non è un caso che l'episodio in ospedale potrebbe essere ricondotto alla stessa strategia criminale che sta dietro altri episodi cruenti registrati in questi giorni: parliamo - andando a ritroso - dell'omicidio di Salvatore Milano (ex esponente dei Lo Russo, ritenuto dai nuovi boss eccessivamente moderato nelle richieste di tangenti nella zona), della bomba fatta esplodere in viale Colli Aminei, ma anche di altri episodi accaduti sotto traccia.

Una sola strategia, un solo metodo: agire con violenza, imporre il silenzio e passare a riscuotere. È in questo scenario che si è consumato otto giorni fa l'attentato dinamitardo in un negozio di caldaie, attività presa di mira dopo il recente trasferimento dei titolari nella zona collinare. Ricordate cosa è accaduto sabato mattina? Almeno duecento persone si sono radunate a pochi passi dal negozio devastato dall'esplosione e hanno dato vita a una sorta di catena umana. Poi magliette bianche, per manifestare la solidarietà nei confronti di Bianca, il nome della titolare che si è esposta in prima persona contro ogni genere di violenza o sopraffazione. Probabile a questo punto che Bianca venga ascoltata in Procura, per verificare l'esistenza di retroscena o precedenti rispetto alla bomba di due lunedì fa. 

Ma torniamo al Monaldi. Violenza brutale, ma mirata, con un target preciso: la gestione dei soldi pubblici riservati agli appalti per le pulizie, l'altra faccia del racket nell'area collinare.

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