Gli ospedali di Napoli nel mirino: quattro assalti in 48 ore

Gli ospedali di Napoli nel mirino: quattro assalti in 48 ore
di Ettore Mautone
Lunedì 3 Ottobre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 4 Ottobre, 07:25
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Quattro aggressioni in 48 ore, a operatori sanitari: la prima al Cto dove venerdì mattina un gruppo di persone organizza una spedizione punitiva per convincere i sanitari a dare la precedenza a un loro amico che la notte aveva rifiutato il ricovero e che al mattino successivo pretendeva di passare davanti a tutti. Vittime ben 5 guardie giurate. Nello stesso giorno al Pascale una dottoressa viene umiliata da minacce e parole grosse da parte del marito di una paziente infastidito dall'iter di visite e procedure di prassi per il percorso pre-operatorio (intervento programmato per oggi). Il terzo episodio si registra all'Ospedale del Mare dove sabato mattina giungono in Pronto soccorso due uomini che, urlando, chiedono assistenza per la loro madre in preda, presumibilmente, a una colica renale. Il personale del Triage prende in carico la paziente e la fa accomodare su una sedia a rotelle, poi la conduce nel locale dedicato all'esecuzione del tampone rapido obbligatorio per procedere alla visita. I figli della signora a quel punto inveiscono e aggrediscono prima verbalmente e poi con pugni e gomitate il personale incuranti delle spiegazioni dei sanitari. Tra insulti e altre minacce in soccorso arrivano le forze dell'ordine.

Poche ore dopo ad Acerra la sala del triage del pronto soccorso di Villa dei Fiori viene devastata da due utenti: vetri rotti, computer all'aria e suppellettili scagliate contro il personale sanitario il bilancio dell'assalto scattato per dover attendere il proprio turno per la visita. Anche in questo caso intervengono le guardie giurate per evitare il peggio. «Dall'inizio dell'anno abbiamo registrato 50 atti violenti a danno dei colleghi che lavorano in ospedale o sulle autoambulanza del 118 solo a Napoli e provincia - avverte Manuel Ruggiero che cura la pagina Facebook Nessuno Tocchi Ippocrate - la misura è colma. Se dal nuovo governo non avremo le dovute risposte e tutele l'unica soluzione saranno le dimissioni di massa. Siamo medici e operatori sanitari e non tolleriamo più di lavorare come in trincea. Come disse anni fa il vicepresidente dell'Ordine dei medici di Napoli Silvestro Scotti per i medici Napoli è come Raqqa. In Italia viviamo l'assurdo, se un servizio non funziona gli utenti se la prendono con gli operatori ma solo chi indossa il camice bianco in un ospedale non gode delle tutele del pubblico ufficiale. Un ministro della sanità tecnico sarebbe una scelta giusta, abbiamo bisogno di chi conosce le nostre difficoltà». «Purtroppo lavoriamo in condizioni difficili - aggiunge Franco Ciccarelli, amministratore della struttura sanitaria acerrana - nonostante la presenza del servizio di guardianìa il pronto soccorso, come in tanti altri ospedali, è spesso teatro di queste violenze gratuite che complicano il lavoro del personale e mettono a rischio la salute di altri pazienti». «Lo ribadiamo da anni - commenta Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde - gli ospedali campani sono trincee.

Gli operatori e i medici sono lasciati sostanzialmente soli, con poche tutele, a lottare ogni giorno con orde di pazienti e familiari sempre più agitati e aggressivi. Violenza ingiustificata contro cui occorrono presidi fissi delle forze dell'ordine per bloccare chi con la violenza prevarica Servono condanne pesanti e certe». 

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«La nostra professione - conclude il presidente dell'Ordine dei medici di Napoli Bruno Zuccarelli - nonostante la legge antiviolenza continua ad essere nel mirino delle aggressioni. La carenza di personale e di addetti in prima linea aumentano il carico di lavoro che in questo clima provoca continue fughe verso il privato o altri servizi». 

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