Pianura, ancora violenza ma pochi
vanno in piazza al corteo anticamorra

Pianura, ancora violenza ma pochi vanno in piazza al corteo anticamorra
di Luigi Sabino
Sabato 9 Luglio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 06:58
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«Siamo stanchi di questa violenza. È arrivato il momento che i cittadini di Pianura rivendichino il loro diritto a una vita tranquilla». Sono queste le parole di Stefania Mautone, una delle organizzatrici della manifestazione che si è tenuta, ieri sera, in Corso Duca D’Aosta, nell’isola pedonale. «Non ne possiamo più - racconta - abbiamo paura perfino di andare a buttare la spazzatura. Le sparatorie sono all’ordine del giorno. Chiediamo maggiori controlli, anche attraverso l’installazione di nuove telecamere». Una manifestazione di protesta che, sebbene alcune adesioni come quelle del consigliere regionale Francesco Borrelli e don Antonio Coluccia, prete sotto scorta, non ha ottenuto la risposta sperata dagli organizzatori. Solo un centinaio di presenti nonostante il quartiere registri decine di migliaia di residenti.

A smuoverli non è servita nemmeno la presenza della madre di Andrea Covelli, il 27enne sequestrato e ucciso alcuni giorni fa da uno dei clan in lotta. Una delusione per gli organizzatori ma il timore è che in molti abbiano deciso di disertare per timore di rappresaglie da parte della criminalità organizzata. «Eppure - racconta Stefania Mautone - nemmeno dieci giorni fa hanno sparato nella camera da letto di una signora che abita poco lontano da me. Noi vogliamo che i nostri ragazzi crescano al sicuro e che non diventino manovalanza a basso costo per le organizzazioni criminali». Un grido d’allarme lanciato anche alla luce di quanto accaduto poche ore prima quando le forze dell’ordine hanno ricevuto notizia di un altro episodio di violenza, il pestaggio di un pregiudicato di 25 anni, sospettato di essere vicino agli ambienti malavitosi degli Esposito-Marsicano. Antonio D’Agostino, ai poliziotti che lo hanno interrogato, ha raccontato di essere stato prelevato da alcuni sconosciuti a bordo di un’auto e di essere stato portato nelle palazzine popolari di via Cannavino dove sarebbe stato picchiato.

Un episodio che gli investigatori non esitano a collegare alla faida esplosa per il controllo delle attività illecite. Uno scontro iniziato mesi fa ma che ha fatto registrare punte di inaudita violenza proprio con l’uccisione di Andrea, la cui unica colpa sarebbe stata quella di essere fratello di un soggetto che era stato vicino ai Carillo-Perfetto. A rendere più atroce la sua morte, il sospetto che i killer abbiano agito in preda a un desiderio di rivalsa dopo il pestaggio subito da alcuni sodali ad opera dei rivali. Sospetto alimentato dal video comparso su alcuni social network in cui si mostrano i volti di alcuni giovani affiliati agli Esposito-Marsicano aggrediti dagli uomini della cosca di via Cannavino. 

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Una clip che, forse, voleva essere una risposta all’attacco, anch’esso virtuale, che accusava boss e gregari del sodalizio di via Napoli di essere i responsabili della morte del 27enne. Quest’ultimo, infatti, sarebbe stato ucciso per frustrazione con i killer degli Esposito-Marsicano che, non riuscendo a localizzare i rivali, avrebbero deciso di prendersela con il 27enne. Un possibile movente che, se confermato, spiegherebbe anche le tante anomalie sull’omicidio. A cominciare da quanto accaduto in via Epomeo, dove la vittima ha incontrato i suoi assassini. Alcune immagini di sicurezza mostrano il 27enne che, essersi allontanato in scooter da una cornetteria, è avvicinato da una coppia di centauri con i quali scambia qualche parola prima, almeno in apparenza, di seguirli volontariamente. I due scooter, quindi, si dirigono verso via Napoli facendo, poi, perdere le proprie tracce. Il corpo di Andrea verrà trovato solo dopo diverse ore che la sua famiglia ne ha denunciato la scomparsa e solo grazie a una soffiata anonima.
 

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