Melillo da Napoli alla Procura Antimafia, corsa a quattro per la successione

Melillo da Napoli alla Procura Antimafia, corsa a quattro per la successione
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 4 Maggio 2022, 23:46 - Ultimo agg. 5 Maggio, 18:00
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Un brindisi rapido, tanta commozione, qualcuno (tra cancellieri e magistrati) che non nasconde gli occhi rossi. Inizia così il dopo Gianni Melillo, ai piani alti della Procura di Napoli. Inizia con un saluto rapido di almeno una quarantina di sostituti, tante telefonate e una riunione di lavoro. Va organizzata la successione, si tratta di lavorare sul passaggio di consegne, visto il periodo di reggenza che si preannuncia lungo e complesso, alla luce della necessità di fare fronte agli organici ridotti al lumicino, ma anche delle ovvie esigenze di coordinamento delle indagini. Quanto basta a pensare che il dopo Melillo inizia da un abbraccio in particolare e da un in bocca al lupo: quello con la procuratrice aggiunta Rosa Volpe, che negli ultimi mesi ha svolto il ruolo di vicaria della Procura di Napoli (dopo il lavoro svolto dal collega aggiunto Vincenzo Piscitelli) e a cui tocca il compito di traghettare l’ufficio inquirente più numeroso d’talia, come reggente fino alla nomina del nuovo procuratore. Magistrato di riconosciuta esperienza, ha indagato a Salerno nell’inchiesta sull’omicidio Claps, culminata nella condanna in via definitiva di Restivo, dando inizio anche alle indagini sull’omicidio Vassallo, prima di occuparsi a Napoli di criminalità organizzata. Attualmente coordina le indagini antimafia che investono i clan dell’area metropolitana, un settore che potrebbe ora passare ad uno dei procuratori aggiunti a Napoli, mantenendo per sé la sezione della Dda dei clan napoletani. 

Un ufficio che va traghettato per almeno otto mesi, quando il nuovo Csm deciderà il nome dl successore di Melillo. Ma chi sono i nomi in campo? Prematuro parlare di candidature a Napoli più o meno esplicite, anche se da tempo c’è attenzione su Napoli da diversi uffici di vertice di alcune Procure in Italia. A concorrere per Napoli, potrebbe essere il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, che ieri si è piazzato alle spalle di Melillo nella corsa alla Dna. Un magistrato di spicco, titolare di indagini contro la ‘ndrangheta e le ramificazioni della cupola calabrese in mezzo mondo. Non è nuovo negli uffici napoletani, come ricordano gli stessi addetti ai lavori, visto lo spessore delle attività investigative condotte proprio con l’ufficio inquirente napoletano. Ricordate il blitz di un anno e mezzo fa? Parliamo dell’inchiesta sulla mafia dei carburanti, una maxiretata nata dalla sinergia istituzionale e investigativa con le Procure di Napoli e di Roma. Ed è proprio il nome dell’attuale procuratore aggiunto romano Michele Prestipino tra i più citati per il nuovo corso napoletano. Esperto di criminalità organizzata, ha guidato per qualche mese la Procura di Roma, prima che il Tar accogliesse un ricorso, rimettendo in gioco la guida degli uffici di piazzale Clodio, poi assegnati all’attuale capo Francesco Lo Voi. Due personalità di spicco nella magistratura italiana, in uno scenario in cui è logico pensare che saranno diverse le attenzioni anche da parte di altri procuratori. Proviamo a valutare i nomi dei potenziali magistrati in campo. A concorrere per Napoli potrebbe essere Giuseppe Amato, attuale procuratore di Bologna, che per età e titoli, avrebbe le carte a disposizione per passare alla guida dell’ufficio inquirente più numeroso d’Italia. Stesso ragionamento per Leonardo Leone De Castris, attuale procuratore di Lecce, tra i più giovani magistrati in Italia a guidare un ufficio distrettuale.

Impegnato nella lotta alla sacra corona unita, in uno scenario in cui la criminalità ha assunto connotazioni internazionali, De Castris viene indicato dagli addetti ai lavori come uno dei possibili inquilini all’ottavo piano della torre blindata del centro direzionale.  

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Un caso, quello partenopeo, che va inserito in un domino più ampio, che investe anche alcuni uffici campani. È lo scenario legato alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, alla quale punta il capo dell’ufficio beneventano Aldo Policastro, magistrato napoletano che per la Procura partenopea ha svolto indagini sui clan del centro storico, ma anche la Procura di Nola. Ma restiamo un attimo all’ufficio vesuviano. Da nove mesi, la Procura di Nola è senza un capo (dopo l’uscita di scena dell’ex procuratrice Triassi), attualmente tra i magistrati in pole position è uno dei veterani dell’ufficio napoetano, vale a dire l’attuale procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli (a Napoli, dove è stato anche vicario, guida la terza sezione, che si occupa di criminalità economica, oltre alla sezione che si occupa dei reati informatici). Un mosaico di nomine e di candidature che ricolloca Napoli al centro dei lavori del Csm. 

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