Match Procura nazionale antimafia: Melillo prova la rimonta

Match Procura nazionale antimafia: Melillo prova la rimonta
di Leandro Del Gaudio
Martedì 3 Maggio 2022, 23:39 - Ultimo agg. 4 Maggio, 17:06
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Alla fine la differenza la farà Unicost, il gruppo di centro che - in una partita tanto delicata si è presentata senza un candidato di batteria. A partire da questa mattina, salvo cambi di scena dell’ultimo minuto, il Csm voterà per il nuovo procuratore nazionale antimafia, chiamato ad esprimersi - come è ormai noto - su una rosa di tre nomi al top della magistratura nazionale. Dunque, la parola passa al Plenum, l’assemblea di 26 membri (sedici togati, otto laici, più i vertici degli uffici giudiziari) che dovrà esprimere un nome per la successione al vertice dell’ufficio che guida la Dna, strategico per la lotta alla mafia e al terrorismo, non fosse altro perché fortemente voluto da Giovanni Falcone. Un nome che sarà presente sabato mattina a Palermo, in una data simbolica per la lotta al mafia, il trentennale dell’inizio della stagione delle stragi (Capaci, 23 maggio; via d’Amelio, 19 luglio), quando sarà il capo dello Stato a commemorare le figure dei magistrati e degli uomini della scorta massacrati dalla mafia. 

Ma torniamo allo scenario possibile di questa mattina. Partiamo da quanto avvenuto quindici giorni fa dinanzi alla quinta commissione, quando furono tre i nomi che vennero indicati alla valutazione del Plenum: due voti per Giovanni Russo (aggiunto e vicario della Dna, sostenuto dal presidente della quinta commissione Antonio D’Amato e dal laico Alessio Lanzi); due per Nicola Gratteri (procuratore di Catanzaro, che ha incassato l’adesione di Sebastiano Ardita, di A&i e del laico Fulvio Gigliotti); uno per il procuratore di Napoli Giovanni Melillo (che ha ricevuto il voto della togata Alessandra Dal Moro, di Area), di fronte alla decisione di Michele Ciambellini (magistrato napoletano, dove ha svolto per anni il ruolo di gip, in quota Unicost). Una proiezione che è figlia della valutazione di titoli e attitudini professionali, ma che è anche frutto delle sintesi compiute dalle correnti di magistratura associata. 

Ma cosa accadrà questa mattina, al termine delle valutazioni dell’assemblea plenaria dell’organo di autogoverno dei magistrati? Facile intuire che resta decisiva la posizione dei togati di Unicost (Conchita Grillo, Carmelo Celentano e lo stesso Ciambellini), dal cui consenso dipende la nomina del nuovo capo della Dna.

Difficile anticipare soluzioni di voto, anche alla luce dello spessore dei tre candidati in campo. Ed è ancora possibile immaginare che alla lunga prevalgano la propria sensibilità culturale e le comprensibili logiche di appartenenza, anche alla luce delle altre nomine che sono previste nei prossimi mesi (tra le quali, i ruoli di procuratore generale e avvocato generale della Cassazione). E proviamo a sondare gli umori degli altri componenti dell’assemblea: in favore di Melillo, potrebbero andare anche alcuni voti laici, tra cui quello di chi - da avvocato - ha avuto la possibilità di conoscere metodo e attitudini di lavoro dell’attuale procuratore di Napoli. Sempre al capo dei pm dei partenopei andrebbero i voti di Area, vale a dire quello della Dal Moro e dei colleghi Elisabetta Chinaglia, Giuseppe Cascini, Mario Suriano e Francesco Zaccaro. Voteranno compatti per Gratteri, i due esponenti laici di cinque stelle, i quattro esponenti di A&i; mentre per il vicario della Dna Russo (magistrato napoletano di lungo corso) andranno i voti di Magistratura indipendente e di una parte del voto moderato tra i rappresentanti laici di Palazzo dei Marescialli. Ma non è finita. In un’ottica di testa a testa, fino all’ultimo voto, dovrebbe pesare anche la posizione dei membri fissi, mentre è logico aspettarsi che il vicepresidente del Csm Ermini decida di astenersi. 

Uno scenario che dovrebbe essere chiarito nella tarda mattinata di oggi, anche alla luce della indicazione di massima proveniente dagli alti vertici dello Stato: fare presto e fare bene, alla luce dell’interesse collettivo e non delle posizioni delle retrovie associative. Un voto atteso per chiudere in tempi record la partita della Dna, con un provvedimento da ritenere blindato e a prova di ricorsi. Ricordate quanto è accaduto di recente, per la gestione della Procura di Roma? È stato il Tar, alcuni mesi fa, a capovolgere le decisioni dell’organo di autogoverno, con l’annullamento della nomina di Michele Prestipino, aprendo la strada alla designazione da parte del Csm di Francesco Lo Voi. Questa mattina, la decisione più attesa, dunque, anche per le inevitabili ripercussioni su altri uffici inquirenti, con il possibile effetto domino aperto, a partire dagli uffici del Centro direzionale. 

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