Procura, Gratteri ci prova: «Sarò in campo a Napoli»

Procura, Gratteri ci prova: «Sarò in campo a Napoli»
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 2 Settembre 2022, 08:32
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Sarà una partita delicata e incerta fino alla fine, una corsa all'ultimo voto. Un match destinato ad entrare nel vivo in questi giorni, tanto da diventare il primo obiettivo del nuovo Csm: parliamo della guida della Procura di Napoli, il più grande ufficio inquirente italiano (con i suoi cento e passa pm), attualmente governato dalla procuratrice reggente Rosa Volpe, dopo il recente passaggio del procuratore Gianni Melillo alla guida della Procura nazionale antimafia.

Dopo mesi di reggenza e a pochi giorni dalla scadenza del bando, spuntano conferme e retroscena legati ai nomi in campo. A formalizzare la propria richiesta per la Procura del Centro direzionale, spicca il nome di Nicola Gratteri, attualmente procuratore a Catanzaro, una vita spesa contro la 'ndrangheta, sia a Reggio Calabria (dove è stato anche procuratore aggiunto), sia a Catanzaro. Classe 1958, natali a Gerace, autore di saggi sul contrasto al fenomeno mafioso, Gratteri punta ora a guidare la Procura di Napoli, in un contesto segnato dal radicamento di clan di giovanissimi, quasi sempre collegati a due cartelli più strutturati (parliamo del clan Mazzarella e della Alleanza di Secondigliano), che si contendono da almeno tre decenni il controllo del malaffare al centro e nell'area metropolitano. Raggiunto telefonicamente dal Mattino, Gratteri ha confermato la propria decisione di concorrere per Napoli, mostrandosi consapevole del valore degli altri candidati che punteranno alla Torre napoletana, in uno scenario quanto mai incerto. Un personaggio conosciuto su scala nazionale, spesso intervenuto nel dibattito pubblico contro ogni genere di infiltrazione mafiosa, come emerge dal fatto che è stato di recente intervistato - assieme ad altri magistrati - nel docufilm Mafia e religione (scritto e ideato dal regista palermitano Francesco Millonzi e dall'ex gip di Catania Sarpietro).

Ma chi saranno gli altri concorrenti? Doveroso a questo punto fare una premessa: i termini per presentare la domanda scadono il 12 settembre, quindi è logico attendersi colpi di scena, ripensamenti e domande dell'ultima ora.

Stando a quanto risulta al Mattino, è pronta a concorrere per la Procura di Napoli, la stessa reggente Volpe, che in questi mesi ha guidato con polso e determinazione l'ufficio partenopeo, per altro in piena continuità rispetto ai criteri organizzativi varati dall'ormai ex Melillo. Ma proviamo a mettere a fuoco i nomi emerso finora tra indiscrezioni e possibilità più o meno concrete: potrebbe puntare su Napoli Michele Prestipino, procuratore aggiunto a Roma, due anni fa nominato alla guida dell'ufficio di piazzale Clodio, prima dell'intervento del Tar, in seguito al quale è stato poi preferito alla guida della Procura di Roma l'attuale procuratore Francesco Lo Voi. Vengono segnalati come possibili pretendenti alla guida della Procura partenopea anche i procuratori Leonardo De Castris e Giuseppe Amato, rispettivamente a capo delle procure di Lecce e di Bologna. Ma non è tutto.

A rendere decisamente incerta la valutazione finale anche gli altri nomi che vengono indicati come possibili aspiranti: tra questi spicca il profilo del magistrato Aldo Policastro, attualmente alla guida della Procura di Benevento, che a Napoli ha svolto un ruolo di primo piano nel corso delle indagini condotte negli anni Novanta contro camorra e infiltrazioni criminali nel tessuto economico e nelle istituzioni cittadine; e dell'attuale procuratore di Potenza Francesco Curcio, che a Napoli ha coordinato delicate indagini in materia di camorra e di corruzione, che hanno investito pezzi delle istituzioni nazionali. Intanto, in pieno agosto ha preso possesso del ruolo di pm Giuseppe Riccio (che ha lasciato la Procura di Napoli nord); mentre è pronta a tornare a Napoli il pm Ilaria Sasso del Verme, che lascia dopo alcuni anni un incarico in forza al Csm. Tra una settimana, il plenum dovrà decidere per un posto di aggiunto tra Alessandro Milita e Giuseppe Narducci.

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