Giogiò ucciso a Napoli, l’urlo della madre: «Servono leggi più severe per colpire i baby killer»

Musicista ammazzato, c’è un appello: «Questo lutto sia momento di riscatto»

La visita di don Patriciello
La visita di don Patriciello
di Dario De Martino
Domenica 3 Settembre 2023, 00:05 - Ultimo agg. 4 Settembre, 07:09
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«Deve esserci tutta Napoli al funerale di mio figlio. La città deve mobilitarsi come se ci fosse Osimhen. Anzi, chiedo agli artisti napoletani e ai calciatori del Napoli di partecipare». Le lacrime non fermano la voglia di parlare e di lottare di Daniela Di Maggio. Con le mani strette in quelle di Don Maurizio Patriciello, la mamma di Giogiò parla come un fiume in piena davanti a giornalisti e cittadini. Pretende giustizia. «Voglio la legge “Giovanbattista Cutolo”», scandisce. Una norma - l’idea di mamma Daniela - che preveda l’abbassamento dell’età imputabile e certezza della pena.

«L’assassino di mio figlio deve ricevere una pena esemplare». Ma Daniela Di Maggio chiede all’intera città di starle accanto con una massiccia presenza al funerale, che si terrà mercoledì prossimo alle 15 nella chiesa del Gesù Nuovo officiato dall’arcivescovo Mimmo Battaglia. Il Comune ha già annunciato la proclamazione per quel giorno del lutto cittadino. La madre ha chiesto anche l’intitolazione di una piazza a suo figlio «così che si possa dire: “Dove ci vediamo?”, “In piazza Giovabattista Cutolo”. Così nessuno lo dimenticherà».

Insieme con la mamma ieri mattina c’erano un centinaio di persone davanti al pub Dog out (che ieri è stato chiuso per un mese su decisione del questore Maurizio Agricola), lì dove è stato ammazzato il giovane 24enne. “Giogiò, la Napoli buona non ti dimenticherà”, si legge sulla corona di fiori che è stata posta ieri mattina.

Di messaggi e bigliettini ce ne sono vari accanto ai fiori che erano già stati posti venerdì al termine della marcia. Mamma Daniela ne legge alcuni commuovendosi: «Quanti pensieri belli per il mio Giogiò».

 

Poi chiede ai presenti: «Qualcuno li raccolga dopo il funerale, voglio conservarli». In uno di questi, riposto in una busta, si legge: «Tesoro mio, non ci sono parole per descrivere il vuoto che hai lasciato. Sarai sempre nei cuori di chi ti ha voluto bene e ha avuto l’onore di ascoltare la tua musica. Da oggi la nostra musica suonerà anche per te». Salvatore, invece, scrive: «Abbiamo fallito tutti. Scusaci Giovanbattista. Che Dio possa portarti in gloria ma soprattutto possa curare i cuori malati e maledetti. Continua a suonare da lassù affinché il suono delle tue note giunga nel cuore dei tuoi cari». E proprio davanti alla corona di fiori che i presenti si sono stretti a cerchio. Don Maurizio Patriciello abbraccia mamma Daniela. Tutti recitano un “Padre nostro”.

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Poi il parroco recita una preghiera che rivolge anche «ai i delinquenti di questa città, ai camorristi che non vogliono cambiare. Il Signore tocchi il cuore dei camorristi, fa che possano cambiare vita, fa che si rendano conto che stanno rovinando innanzitutto se stessi e i loro figli». «Signore - aveva detto all’inizio dell’invocazione don Patriciello riferendosi a Giovanbattista - ti preghiamo per questo giovane. Accoglilo in paradiso insieme agli angeli e ai santi.

Ti preghiamo per questa mamma così coraggiosa e forte, dalle tanta consolazione e tanta forza per combattere una battaglia a favore della nostra Napoli e di tutti i nostri giovani. Ti preghiamo per tutte le persone perbene di questa città. Fa che escano dai loro gusci per gridare al mondo il desiderio di giustizia, di pace, di serenità». Ma anche il parroco, parlando con i giornalisti, interviene sulla necessità di un intervento più duro contro la violenza minorile: «Napoli va restituita ai napoletani perbene. C’è una minoranza di delinquenti che deve essere perseguita, condannata, rieducata. A 16 anni questi giovani non sono più minorenni. Ora bisogna cambiare». Don Patriciello ha inoltre evidenziato «la straordinaria forza d’animo della mamma di Giovanbattista. È incredibile vederla così ferita ma allo stesso tempo determinata. È un segnale forte per tutti che la città può e deve cambiare».

Un desiderio di cambiamento espresso anche dalla madre di Giogiò: «Napoli deve rinascere», ripete tre volte. «Dalla morte di mio figlio deve partire un riscatto della città». All’appello della madre per pene certe e severe per l’assassino di suo figlio si unisce il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli che ha organizzato il presidio di ieri mattina. «Chiediamo certezza della pena, basta con gli sconti per feroci assassini senza scrupoli che non esitano a sparare per futili motivi».

E ancora: «È necessario l’abbassamento dell’età imputabile e la necessità di togliere i figli ai camorristi e ai pregiudicati per reati gravi». Inoltre Borrelli annuncia «Chiederemo che venga realizzato un murales per Giogiò, simbolo della parte più bella della nostra città, affinché tutti riflettano su un punto: esistono due Napoli, quella perbene, che lavora, si impegna e rispetta le regole, e quella che delinque e segue i dettami della camorra. Queste due città non possono convivere e noi vogliamo che a cambiare sia quest’ultima». Alla mattinata ha partecipato anche il sindaco di Mugnano, città nativa di Cutolo, Luigi Sarnataro che, su richiesta della madre, ha annunciato che una strada del Comune a nord di Napoli sarà dedicata al giovane musicista. 

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