Alberi caduti a Napoli l’accusa dell’ex assessore: «Qualcuno senta il richiamo della coscienza»

Alberi caduti a Napoli l’accusa dell’ex assessore: «Qualcuno senta il richiamo della coscienza»
di Paolo Barbuto
Martedì 30 Ottobre 2018, 22:31 - Ultimo agg. 1 Novembre, 10:34
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Maria D’Ambrosio adesso è tornata ad essere «solo» avvocato, da dieci giorni non è più nella Giunta di Palazzo San Giacomo, ha lasciato l’assessorato al verde con una lettera di dimissioni non polemica ma densa di contenuti. Ha trascorso sedici mesi cercando di dare un senso alla gestione del verde cittadino, ha vissuto l’ultimo periodo fremendo perché aveva fra le mani un preoccupante report sugli alberi del territorio comunale. 
Alla fine di settembre commentò proprio con il Mattino i risultati di quella ricerca dai risultati terribili: a Napoli esistono almeno 1.700 alberi con un grado di pericolo «estremo». Significa che devono essere abbattuti per evitare che crollino sulle persone: però nel bilancio del Comune sono previsti 100mila euro all’anno per l’assessorato al verde, quel denaro permette di abbatterne solo 180. Significa che occorrerebbero nove anni per eliminare il pericolo di oggi.

Avvocato D’Ambrosio, cos’ha pensato lunedì mentre centinaia di alberi in città si abbattevano su strade e automobili?
«Di fronte al lutto per la morte di un giovane studente di 21 anni non c’è nulla da pensare, bisogna solo rispettare il dolore della famiglia».

L’albero che ha ucciso Davide non apparteneva al patrimonio comunale. Tutti gli altri che hanno causato feriti e danni invece sì.
«Il report che abbiamo commentato appena un mese fa parla chiaro. In città esistono migliaia di alberi che possono rappresentare un pericolo».

E non ci sono soldi per abbatterli.
«Sono tutte cose che abbiamo già detto e anche commentato».

Però lei da dieci giorni non è più assessore: è come se avesse perduto la sua battaglia.
«Ho presentato una lettera di dimissioni che chiarisce la mia posizione».

Però oggi, dopo quel che è accaduto, avrà voglia di “dirne quattro” a qualcuno.
«Io confido nell’intelligenza delle persone perciò non faccio mai polemiche né dichiarazioni furenti. Io mi auguro semplicemente che oggi, alla luce di quel che è accaduto, qualcuno nel proprio animo stia tirando qualche somma, che senta il richiamo della coscienza».

Avvocato D’Ambrosio, lei è troppo vaga. Chi è il «qualcuno» al quale si riferisce? Il sindaco?
«Se avessi voluto fare un nome l’avrei fatto. Chi deve raccogliere il messaggio capirà».

 

Secondo lei i napoletani possono vivere tranquilli dopo il caos scatenato dal vento lunedì?
«È importante osservare con attenzione l’attualità, tutti dobbiamo comprendere che i cambiamenti climatici sono presenti e si manifestano sotto forma di eccezionali eventi meteorologici per i quali non siamo attrezzati, e non parlo della città di Napoli, parlo del Paese, del continente. Siamo tutti in balìa del clima e dobbiamo adeguarci, comprenderlo, non semplicemente averne paura».

Viene fuori la sua intensa anima ambientalista, lei affronta grandi temi mondiali, noi invece guardiamo al nostro orticello: i napoletani possono stare tranquilli?
«Qui il tema scivola sul rapporto fra cittadini e amministrazione. La serenità delle persone dipende dall’attenzione con la quale si guarda al loro benessere».

È un’altra stilettata all’Amministrazione comunale?
«Non c’è nulla di velenoso. Io le cose che dico adesso le ho sempre dette anche durante il mio mandato in Giunta: al centro dell’amministrazione devono esserci i servizi ai cittadini. Quando parlo di servizi mi riferisco a tutte quelle azioni che rendono vivibile la città. A Napoli basta guardarsi intorno per comprendere che quei servizi sono al minimo. Ecco, non è semplicemente una questione di alberi pericolosi ma di servizi, in generale. Quello è l’obiettivo al quale mirare».
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