Reddito di cittadinanza, la truffa di Napoli tra case, moto, Ferrari e castelli

Reddito di cittadinanza, la truffa di Napoli tra case, moto, Ferrari e castelli
di Antonio Menna
Giovedì 4 Novembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 5 Novembre, 15:02
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Con una carta di identità bulgara, intestata a un uomo della sua stessa età è andato presso un ufficio postale di Castellammare di Stabia e, imitando un improbabile accento dell'est, ha tentato di ottenere la card magica del reddito di cittadinanza. Ma, allertati dagli impiegati, sono arrivati direttamente i carabinieri, che invece del sussidio, all'uomo nato e residente a Castellammare, già noto alle forze dell'ordine hanno regalato un bell'arresto. Quello del finto bulgaro è solo uno dei mille travestimenti dei furbetti del reddito di cittadinanza, svelati ieri dalla maxi-operazione dei carabinieri. A cercare tra le storie dei quasi 5mila abusivi del sussidio, si trovano vicende surreali, ai limiti dell'incredibile. Facce toste come il bronzo, i prestigiatori del Reddito si sono inventati di tutto e di più, a volte con una ingenuità disarmante: non si capisce se sono così furbi da credere che il mondo intorno sia fesso, o così fessi da pensare che nessuno avrebbe mai controllato nulla.

Imprenditori, proprietari di auto di lusso, yatch, ville, aziende. A Chiusano San Domenico, 2mila abitanti in provincia di Avellino, un uomo di 70 anni, la cui convivente è una funzionaria comunale, possiede una Ferrari, diversi immobili e alcuni terreni. Non certo uno che può passare inosservato, in un contesto così piccolo. Eppure presenta domanda e ottiene il sussidio. A Isernia, una donna ha osato anche di più: titolare di una società di noleggio auto, è intestataria di ben 27 veicoli. Ciò nonostante, domandina e bonus. Forse le serviva qualcosa per la benzina. A Taranto, un uomo di 71 anni, è proprietario di ben 17 auto e una moto: Bmw, Mini Cooper, 3 Jeep, 2 Smart, una Kawasaki Ninja. Ma ha presentato Isee (evidentemente taroccato) e ha portato a casa il Reddito. Poco distante, a Talsano, sempre in provincia di Taranto, un uomo di 77 anni è proprietario di 4 veicoli, di cui due di lusso. Non solo: il suo nucleo familiare, ligio al dovere, nell'ultimo triennio aveva presentato dichiarazioni dei redditi rispettivamente per 324mila euro, 143mila e 164mila. Ciò nonostante, domandina e reddito per tutti. Perché no? Proviamoci. Lo stesso devono aver pensato anche in provincia di Lecce, dove un uomo agli arresti domiciliari, intestatario di una grossa imbarcazione, ha chiesto e ha avuto il sussidio. In qualche modo bisogna pur tirare avanti. Una donna di Avigliano (provincia di Potenza) ha preso il bonus pur gestendo un'avviata, evidentemente non clandestina, scuola di ballo mentre a Campobasso, non pago della fortuna di possedere a soli 19 anni ben tre case, un ragazzo ha depositato la sua domandina e ha campicchiato anche con il sussidio: qualcosa per le sigarette, paga lo Stato.

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Ma non solo patrimoni dimenticati, anche veri e propri magheggi con stati di famiglia e residenze. In provincia di Lecce, a Collepasso, un uomo ha inserito nel suo nucleo familiare sei minori totalmente inventati. Un po' più realistico, invece, il tentativo di una coppia dello stesso comune leccese: hanno inserito nel nucleo familiare i nomi di vari parenti che risiedono in Germania. In provincia di Matera, un extracomunitario asiatico ha pensato bene di dichiarare che moglie e figli vivevano con lui, mentre erano tranquillamente nel loro Paese d'origine. Intanto lui ha percepito il reddito per tutti loro: si spera che abbia mandato qualcosa a casa. In provincia di Caserta, una donna ha dichiarato di vivere con i due genitori. Peccato che entrambi fossero in carcere: il padre in cella per omicidio, la madre per traffico di sostanze stupefacenti. A Napoli un cittadino è risultato inserito in due nuclei familiari differenti, ed entrambe percepivano il reddito di cittadinanza. In provincia di Caserta, invece, un uomo ha falsamente dichiarato di far parte di un ampio nucleo familiare, composto da più persone. Ma questa famiglia non esiste. È totalmente inventata, l'uomo è solo ma forse gli faceva malinconia pensarlo. A Santeramo in Colle, provincia di Bari, una donna non ha dichiarato il coniuge. I due vivono in un appartamento con doppio ingresso, così hanno preso due residenze separate per lo stesso appartamento, e ovviamente due domande per il sussidio. In provincia di Caserta, invece, hanno voluto esagerate: otto persone dello stesso nucleo familiare hanno falsamente attestato di appartenere a 3 distinte famiglie, e di risiedere in altrettante unità abitative, pur abitando nello stesso stabile. La moltiplicazione delle famiglie, delle case, delle domande, dei sussidi. Lunga anche la lista di persone agli arresti domiciliari, che hanno dimenticato di dirlo nella domanda. E nell'elenco sono finiti a decine, gli affiliati ai clan di camorra. In questo quadro, sembra quasi veniale il peccato dei tanti lavoratori in nero (pizzaioli, carrozzieri, ambulanti, garzoni del bar, la commessa di un negozio di casalinghi), che avevano pensato bene di arrotondare il lavoro con il sussidio, o il sussidio con il lavoro. A Cicciano, un uomo con il suo furgone faceva trasporto scolastico abusivo, e poi percepiva anche il sussidio. In dieci opifici di Giugliano, i carabinieri hanno trovato, su 102 lavoratori impiegati, ben 68 persone in nero.

Venticinque percepivano anche il reddito di cittadinanza. Un salario aggiuntivo, per arrivare a fine mese. Tanto, chi se ne accorge?

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