Regi Lagni, lo scempio tra discariche e sprechi: la bonifica è l'ultima chance

Regi Lagni, lo scempio tra discariche e sprechi: la bonifica è l'ultima chance
di Carmen Fusco
Venerdì 28 Gennaio 2022, 11:00 - Ultimo agg. 12:42
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Una piovra che avvolge con i propri tentacoli mezza Campania. Strade, case e campagne invase da fango e detriti, argini crollati, canali ostruiti da rifiuti ed erbacce: i Regi Lagni, costruiti dai Borboni per bonificare le aree paludose, sono diventati il problema dei problemi. Discariche a cielo aperto, meta preferita di ecocriminali che vi sversano di tutto, perfino carcasse di auto. Quando non galleggiano, questi rifiuti addirittura bruciano.

Tutto questo, nonostante le denunce presentate perfino in Procura e le dichiarazioni di intenti alle quali non sono seguiti fatti, se non interventi spot che non hanno risolto il problema alla radice. E la radice è la mancanza di controllo e di manutenzione. È l'erosione delle aree di pertinenza degli alvei, ormai occupate da orti e perfino da manufatti abusivi.

E pensare che in passato dentro quei canali ci andavano a pescare. Oggi invece fanno paura sempre e quando piove di più. I tentativi di risolvere il problema non sono mancati, ma mai sono stati risolutivi. Nulla si può contro l'inciviltà e la barbarie.

L'ultimo intervento era stato programmato due anni fa dalla Regione nell'area nolana. Erano stati messi a disposizione della Sma più o meno tre milioni e mezzo di euro per liberare il Quindici, il Gaudo e l'Avella dall'assedio dell'immondizia. Ad aprile dello scorso anno però, i lavori furono interrotti perché nel letto di un alveo all'altezza di Camposano spuntò un ordigno bellico. A maggio l'ordigno fu messo in condizioni di non nuocere ma si è reso necessario un piano di bonifica da eventuali altri esplosivi presenti in altri tratti. È di qualche giorno la notizia che in alcuni punti i lavori siano ripresi, ma non dovunque e non del tutto.

La Regione ha assicurato ai sindaci dell'area nolana che si ritornerà in fretta alla normalità. Si aspetta. Ma intanto ieri una nuova opportunità si è presentata nella chiesa di San Paolo Apostolo a Caivano dove, alla presenza di don Maurizio Patriciello, il ministro per il Sud Mara Carfagna ha sottoscritto un patto con due milioni di cittadini attraverso i loro sindaci. Stop al degrado ambientale e sociale in una fetta di territorio che coincide proprio con quella tristemente indicata come la Terra dei Fuochi. Duecento milioni di euro le prime risorse stanziate per finanziare 67 progetti cui sarà data immediata attuazione. Più di 50 sindaci hanno sottoscritto il contratto istituzionale di sviluppo dal titolo evocativo: «Dalla terra dei fuochi al giardino d'Europa», invocando il miracolo del riscatto di un territorio martoriato.

L'obiettivo è restituire il valore iniziale ai Regi Lagni ma anche di migliorare la qualità della vita da quelle parti. È il caso dell'area nolana: ben 19 progetti tra i 67 approvati riguardano 16 Comuni, 38 milioni di euro per recuperare il gap di impianti sportivi e di strutture sociali e fermare i danni che il tempo ha provocato a chiese ed edifici di pregio.

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Ma la vera scommessa è il progetto dei Regi lagni, solo per il quale sono stati stanziati 35 milioni, il finanziamento più corposo. Il consorzio di bonifica del Volturno ha disegnato un piano di sistemazione e di riqualificazione. Saranno realizzati boschi, piste ciclabili, aree attrezzate per il tempo libero. Dietro il termine «rinaturalizzazione» si nasconde un sogno: osservare gli animali e non solo i ratti. E lo stesso è stato fatto per il progetto dell'Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell'area nolana, amministratore unico Vincenzo Caprio, che in partnership con Università e enti di ricerca realizzerà un sistema avanzato di monitoraggio ambientale e di previsione dei rischi, attraverso una piattaforma integrata che rileva, controlla e interpreta dati ambientali con l'obiettivo di contrastare i roghi tossici.
Dice Paolo Russo, il deputato che da consigliere della ministra Mara Carfagna ha coordinato il contratto istituzionale di sviluppo, forte della conoscenza del territorio in cui è nato e dell'esperienza accumulata negli anni quando ha guidato la commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti: «Il ministro Carfagna ha dato una risposta a quanti hanno la legittima aspirazione di vivere in un ambiente più sano e non solo dal punto di vista ambientale. Ci ricorderemo della Terra dei Fuochi come un incubo e consegneremo ai nostri figli i Giardini d'Europa». «Siamo molto contenti - dice Nello Donnarumma, il sindaco di Palma Campania -. Il contratto istituzionale di sviluppo può dare una grande mano ai sindaci molti dei quali da tempo stanno affrontando il problema con mezzi propri». Gli fa eco il sindaco di Acerra Raffaele Lettieri: «Si tratta di un'opera di riqualificazione strategica ed attesa per il miglioramento della qualità della vita dei nostri Comuni». 

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