Rider picchiato e rapinato, il flop dei controlli: «Napoli terra di nessuno anche col coprifuoco»

Rider picchiato e rapinato, il flop dei controlli: «Napoli terra di nessuno anche col coprifuoco»
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 6 Gennaio 2021, 09:00 - Ultimo agg. 16:18
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Napoli, Italia, due gennaio 2020. Zona rossa per l'Italia intera. Famiglie sigillate in casa, veglioni vietatissimi, coprifuoco per tutti. Ma evidentemente i divieti non valgono per i delinquenti: la dimostrazione è plasticamente rappresentata dalle immagini della brutale aggressione, con annessa rapina, ai danni del rider lungo calata Capodichino. Era il due gennaio: ma mentre un'intera città rispettava le prescrizioni, è bastata una banda di giovanissimi teppisti a dimostrare quanto sia facile erodere le maglie dei sistemi di sorveglianza ed ordine pubblico.

Monta così inevitabilmente la polemica sul flop dei controlli in strada. E arriva un'ulteriore svolta nell'inchiesta sulla violenza ai danni di Gianni Lanciato: nel cuore dell'altra notte è stato disposto anche il fermo di due maggiorenni: si tratta dei ventenni Michele Spinelli e Vincenzo Zimbetti, entrambi residenti come il resto della banda) nel Rione dei Fiori di Secondigliano.

È dunque legittimo interrogarsi su come sia possibile che il 2 gennaio, in pieno lockdown e con una metropoli deserta e tutto sommato più agevole da controllare, sia potuto succedere quel che è successo.

Ricordiamolo: quel giorno era vietato tutto: uscire di casa, gli spostamenti se non per motivi di lavoro o necessità; chiusi negozi, bar, locali e ristoranti. Eppure la zona compresa tra Secondigliano e l'Arenaccia è rimasta terra di nessuno. Nemmeno un lampeggiante delle forze dell'ordine a scoraggiare quel manipolo di violenti che si sono poi resi responsabili del raid.

Sono dunque stati tutti identificati grazie alle indagini della Squadra Mobile guidata dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini i responsabili dell'aggressione a scopo di rapina avvenuta nella notte di sabato scorso a Calata Capodichino ai danni di un rider, al quale sei giovanissimi avevano derubato un Honda SH: il sostituto Federica Amodio ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti dei due ventenni, assistiti dagli avvocati Diego Abate e Giovanna Cacciapuoti. Il provvedimento oggi verrà sottoposto per la convalida al giudice per le indagini preliminari Enrico Campoli. Altri quattro decreti di fermo - già emessi dalla Procura dei minori anche nei confronti di due 17enni e due 16enni - saranno oggetto di convalida domani. Le accuse sono di rapina aggravata in concorso e ricettazione.

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Ma torniamo ai controlli sul territorio, e alle polemiche che montano sulle presunte falle nella sua strutturazione.
Qui occorrerà fare una doverosa premessa. Ha ragione ovviamente chi si indigna di fronte alle immagini di quel video che riprende le fasi dell'aggressione, della violenza e della rapina in una strada deserta a poche centinaia di metri dal centro storico di Napoli. Ed è legittimo chiedersi come sia stato possibile che nessuno - tra le forze dell'ordine e della polizia municipale - garantisse ronde lungo un'arteria a rischio qual è calata Capodichino (già teatro di un'altra recente tragedia: il tentativo di furto in una banca, conclusosi con l'intervento di alcune Volanti della Polizia di Stato e con l'investimento mortale di un servitore dello Stato che cercava di intercettare i banditi).

Proviamo però anche a valutare quanto difficile sia garantire una presenza di poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani in ogni angolo della città. Torniamo alla sera del 2 gennaio: la zona di Capodichino era in carico all'Arma dei carabinieri e tra i quartieri vari erano impegnati nell'arco delle 24 ore circa 700 militari. In quella sola giornata i militari identificarono 507 persone, denunciandone sei e arrestandone una. Su quanto accaduto interviene anche il presidente della Municipalità di Secondigliano, Maurizio Moschetti: «Massimo plauso per quello che ogni giorno fanno le forze dell'ordine, ma servono più uomini, risorse e forse anche un nuovo piano di controllo del territorio. Per non parlare dei sistemi di videosorveglianza, che vanno implementati». Sulla stessa linea il presidente di Scampia, Apostolo Paipais, che dice: «È zona rossa e poi ci sono questi episodi. Serve maggiore presenza delle forze dell'ordine. Ho rispetto per le forze dell'ordine, ma c'è bisogno di maggiore impegno: possibile che gli aggressori del rider non abbiano incrociato un posto di blocco?». 

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