Rolex scippati a Napoli venduti a Dubai e in Cina: due ricettatori nel mirino

Rolex scippati a Napoli venduti a Dubai e in Cina: due ricettatori nel mirino
di Leandro Del Gaudio
Martedì 12 Luglio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 16:46
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In strada ce ne sono centinaia. Parliamo di scippatori: ci sono quelli professionisti e quelli improvvisati; quelli figli d’arte e quelli che agiscono d’istinto, presi dalle emergenze del momento. Un esercito, che - a ben vedere - fa capo sempre agli stessi nomi: a due, o al massimo, a tre soggetti, che sono il terminale di tutto. Due, o al massimo, tre ricettatori, che gestiscono da anni un mercato milionario, che ha base a Napoli ma che attraversa tutti e cinque i continenti. Rapine di Rolex (o di orologi di pregio), ci sono almeno un paio di nomi nel mirino, alla luce delle indagini condotte in questi anni, proprio a proposito del boom di scippi registrato nel giro di poche settimane nel centro cittadino. Dal porto alla stazione centrale, rettifilo e zona dei grandi alberghi, sono le aree calde per eccellenza, secondo quanto emerso nel corso del comitato per l’ordine pubblico e per la sicurezza, coordinato ieri mattina dal prefetto Claudio Palomba. 

A porte chiuse, in sede di Comitato, il caso delle tre rapine registrate a danno di tre clienti dello stesso locale, ha inevitabilmente tenuto banco. Se ne è discusso, dopo aver affrontato i fatti di Pianura (una faida in corso tra bande di giovanissimi fuorisciti da antichi cartelli), a sottolineare l’urgenza del fenomeno scippi. E c’è un risultato immediato: verrà rimodulata la presenza dei presìdi di forze di polizia sul territorio, puntando a rafforzare il numero di divise nella zona dei grandi alberghi, ma anche sull’asse che collega il porto alla stazione centrale fino allo scalo di Capodichino. Si tenta di blindare le vie del turismo, anche alla luce dei dati che vedono Napoli come meta privilegiata dei visitatori di mezzo mondo. Ma torniamo alla storia dei Rolex.

Non è roba per banditi improvvisati, sembra di capire. E il colpo non finisce con lo strappo dell’orologio dal polso del malcapitato di turno. Anzi.

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Funziona in questo modo: una volta sottratto, il bene viene fotografato, in modo che l’immagine viene spedita tramite sistemi di messaggistica istantanea (wup o telegram) ai pochi ricettatori attivi sul territorio. È a questo punto che ha inizio la trattativa. Dopo un primo sguardo, se il bene ha realmente un valore, viene consegnato fisicamente al ricettatore, che è in grado di sborsare soldi cash pur di acquistarlo. Fatto sta che i pochi ricettatori che gestiscono il mercato di orologi rubati sono in grado di spendere anche 200mila euro, pur di acquistare l’orologio. Cosa avviene dopo? Contatti rapidi per piazzare il bene nei circuiti che contano, in un mercato che fa registrare picchi impensabili. Si va dai saloni svizzeri “dedicati”, fino a Dubai e alla Cina. E i cinesi sono gli acquirenti ideali, perché – come è ormai noto - non hanno bisogno di referenze o di garanzie. Se il bene viene valutato come originale e di pregio, viene acquistato a prescindere dalla provenienza. Un circuito in netta espansione, che aiuta a comprendere per quale motivo - specie a Napoli – è tanto radicato il fenomeno del furto con strappo. Tanti predatori, pochi analisti. Tanti scippatori, pochi ricettatori, sempre ben collegati con i circuiti che contano. Meta privilegiata negli ultimi anni resta Dubai. È qui che si incrociano napoletani, cinesi e arabi, in una sorta di camera di compensazione dove il business si impone sulle esigenze di legalità. E non è un caso che un soggetto del calibro di Luca Esposito, ritenuto legato alla Alleanza di Secondigliano, meditasse una fuga a Dubai, con un chiaro proposito di carriera: «Mi metto a vendere orologi a Dubai, mi metto in affari con i cinesi», si legge nelle intercettazioni. 

Scenari criminali che alimentano un fenomeno preoccupante. Scippi e rapine, specie di cellulari e orologi, come raccontato di recente, grazie alla coraggiosa testimonianza di un imprenditore. Parliamo di uno dei soci di Officine Ba Bar, che è stato costretto a contare i colpi subiti dai suoi clienti nel giro di pochi giorni. Tre colpi in pochi giorni, turisti nel mirino, nelle vie dello shopping, della movida, della cartolina. Siamo a pochi passi dal Lungomare, in via Santa Lucia. Strappato un orologio da 200mila euro, un bottino che è ora destinato a finire nel circuito dello smercio internazionale, sempre e comunque grazie alla mediazione di uno dei pochi ricettatori in grado di dettare il ritmo di un business che il suo sbocco naturale a migliaia di chilometri di distanza. 
 

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