Saccheggio dei Girolamini, sì dell'Aula del Senato all'uso delle intercettazioni di Dell'Utri

Saccheggio dei Girolamini, sì dell'Aula del Senato all'uso delle intercettazioni di Dell'Utri
Martedì 1 Marzo 2016, 18:50 - Ultimo agg. 19:12
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L'Aula del Senato, con 164 sì, 79 no e 5 astenuti, ha confermato la decisione della Giunta per le Immunità di dire «sì» all'uso delle intercettazioni di Marcello Dell'Utri nell'ambito della vicenda della Biblioteca dei Girolamini di Napoli.

L'ex senatore Marcello Dell'Utri è tuttora indagato per peculato nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli sulla sottrazione di libri dalla biblioteca dei Girolamini, nel centro antico di Napoli. La sua posizione fu stralciata da quella di altri imputati, tra i quali l'ex direttore e consulente del ministero dei Beni culturali Marino Massimo De Caro, indicato come personaggio chiave della vicenda nei confronti del quale la Corte di Appello di Napoli confermò la condanna a sette anni di reclusione, ritenendolo il principale responsabile del saccheggio di libri antichi spariti dalla biblioteca.

A disporre lo stralcio il pool di magistrati della procura - i pm Antonella Serio, Ilaria Sasso del Verme e Michele Fini coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli - che sospesero il procedimento in attesa che il Senato si pronunciasse sulla utilizzabilità delle intercettazioni telefoniche eseguite nel corso delle indagini. Allo stato dunque la posizione di Dell'Utri è ancora al vaglio degli inquirenti nella fase delle indagini preliminari. Dell'Utri, interrogato negli anni scorsi dai pm, ammise di avere ricevuto tre libri da De Caro, sostenendo che si trattava di regali e di ignorarne la provenienza. L'ex senatore restituì due libri, riservandosi di consegnare il prezioso volume dell'Utopia di Tommaso Moro, che non era riuscito a ritrovare nella sua biblioteca di Milano. Agli inquirenti Dell'Utri ricordò i suoi rapporti di amicizia con De Caro, da lui segnalato all'allora ministro Galan (all'epoca ministro dell' Agricoltura poi passato ai Beni Culturali) per il quale De Caro svolse attività di consulenza.

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