Napoli, il miracolo di San Gennaro non si ripete nemmeno a maggio. Battaglia: «Ma il sangue è sempre vivo nella sofferenza»

Napoli, il miracolo di San Gennaro non si ripete nemmeno a maggio. Battaglia: «Ma il sangue è sempre vivo nella sofferenza»
Sabato 1 Maggio 2021, 19:31 - Ultimo agg. 2 Maggio, 10:28
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Non si è sciolto il sangue di San Gennaro in occasione del miracolo di maggio, il terzo dell'anno, quello che ricorda la traslazione delle reliquie del martire dall'agro flegreo alle catacombe di Capodimonte. È la seconda volta consecutiva in questo tempo di pandemia. Nell'ultima celebrazione, lo scorso 16 dicembre, il sangue ugualmente non si era sciolto.

 

Il cardinale Mimmo Battaglia, nella sua prima celebrazione dedicata a San Gennaro, ha estratto alle 18 l'ampolla dalla cappella del Tesoro e ha poi dato inizio alla celebrazione liturgica, anche quest'anno senza la tradizionale processione a casa a causa del Covid-19.

Al termine della messa il sangue del martire era ancora solidissimo. «Ma il sangue è sempre vivo nella sofferenza» ha detto Battaglia nel corso della sua omelia, esortando i fedeli a non lasciarsi andare alla brama di voler leggere nel miracolo «buoni auspici o presagi nefasti per il nostro futuro». «Il sangue, sia che si sciolga, sia che resti nella sua immodificata sacralità, ci rimanda al sangue di Cristo, nel cui mistero pasquale ancora ci troviamo e che ancora dà il senso alla grande e intensa icona del sangue che si scioglie».

Dal sangue di San Gennaro arriva un messaggio di «annunciare, denunciare e rinunciare» ha sottolineato l'Arcivescovo Metropolita. «Annunciamo il Vangelo - ha detto - senza timore, la città ha bisogno del Vangelo per tornare a sperare con la linfa vitale della fiducia e dell'amore nei tanti deserti che sono nei vicoli, nelle periferie, nelle case.

Denunciamo ciò che inquina il tessuto sociale, che allontana il popolo dal sogno di Dio di pace giustizia e comunione. Il nostro martire ha mostrato che un credente non arretra di un millimetro dinanzi al bene che per esso è disposto a dare vita. Come comunità saremo capaci di fare altrettanto denunciando il malaffare, cultura camorristica, la corruzione imperante?». 

L'arcivescovo ha sottolineato poi al popolo che «tutti siamo coinvolti dal grido di giustizia» che arriva «da quel sangue e da qualsiasi fratello perché ci riporta a Cristo. Il sangue parla ed è vivo come viva è la sete di giustizia e il bisogno di normalità e prossimità reso più impellente dalla pandemia».

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Monsignor Battaglia ha, poi, citato delle storie della città di Napoli: «Il sangue ci racconta - ha detto - di Maurizio, morto per difendere la figlia da logica camorristica, di Giovanni che ha speso ogni giorno della sua esistenza per assicurare il futuro al figlio disabile ed è morto senza la certezza di una comunità capace di costruirlo, di Ornella e Fortuna che hanno speso il loro sangue colpite dalle mani di chi avevano amato. Ci introduce nelle periferie dell'esistenza, ai piedi di Concetta e dei tanti anziani invisibili lasciati soli da tutti. Ci narra di Salvatore e Tina e di tutti i ragazzi di Napoli a cui un sistema economico, un sistema di vita egoistico e il cancro della camorra stanno rubando il futuro. Delle tante famiglie della Whirlpool e dei tanti disoccupati che non chiedono lavoro per dignità. A loro il mio pensiero e vicinanza nel 1 maggio». 

Da domani riprendono le preghiere e la venerazione delle reliquie nella chiesa cattedrale. Dal 2 al 9 maggio, a partire dalle ore 9 fino alle ore 12.30 e dalle ore 16.30 alle ore 19, i fedeli potranno recarsi all'altare maggiore, per pregare davanti alle reliquie e venerare il Santo patrono. Alle ore 9, alle ore 10 e alle ore 12 dei giorni feriali, nonché alle ore 18.30, sarà celebrata la messa.

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