Smontati i reparti per infettivi, dopo la lunga parentesi Covid, dalle 14 di ieri ha riaperto i battenti all'utenza ordinaria il San Giovanni Bosco. Restano tuttavia spenti i motori del pronto soccorso. Nessun aiuto, almeno per ora, alla esanime rete di emergenza e urgenza della città. Non basta un nuovo primario di ruolo del pronto soccorso (Gennaro Napoletano) assunto durante l'emergenza Covid (per ora investito del ruolo di bed manager) né i due camici bianchi presi col recente concorso per 50 medici di urgenza che ha selezionato solo uno specializzando e uno specialista ambulatoriale. Troppo poco per una prima linea che macinava 200 mila prestazioni di pronto soccorso all'anno drenando tutto il bacino d'utenza di Napoli nord. Tra pensionamenti, migrazioni e indisponibilità del personale del 118, il San Giovanni Bosco resta a mezzo servizio.
Gli accessi saranno solo per trasferimento secondario da altri presidi con 8 posti di Cardiologia, (senza Utic), 14 di Chirurgia, altrettanti di Neurochirurgia, 7 di Chirurgia vascolare, altrettanti di Ortopedia, alcune unità di intensiva post operatoria, la Ginecologia (17), il Nido (6 )e la Medicina generale (20). A nulla vale l'esortazione dell'unità di crisi regionale che a fine marzo chiedeva alla Asl di ripristinare le attività ordinarie del San Giovanni Bosco a patto di rimettere in funzione il pronto soccorso.
Intanto anche Azienda dei Colli e Cardarelli sono pronti a tornare all'assetto pre-Covid. Il presidio dei Colli Aminei, porta di accesso per il Monaldi, negli ultimi due anni è stato intralciato dalla pandemia. La direzione sta lavorando al ripristino dei progetti legati al Pnrr. «Al calo dei ricoveri Covid siamo ripartiti - spiega Maurizio Di Mauro, direttore generale dell'Azienda dei Colli - con infettivologia ordinaria (Tbc, meningiti, Aids)». Da un ospedale di 300 posti un mese fa saturo di pazienti con Sars-Cov-2 oggi sono circa 70 i posti Covid occupati. «In questi due anni - aggiunge Di Mauro - abbiamo continuato a tenere vive le emergenze e l'oncologia. Il discostamento dalle attività ordinarie nelle fasi di picco del Covid, è stato del 25% mentre il dato regionale era del 36%». Massimo l'impegno profuso dai dipendenti: due infermieri e un medico del Cotugno sono stati insigniti del titolo di Cavalieri della Repubblica. Il Cto è pronto per un potenziamento che passa per nuove Risonanze, Tac e diagnostica cardiologica. Il ritorno alla normalità che tocca anche il Cardarelli:
«Il recupero - spiega il manager Giuseppe Longo - parte dai ricoveri e dalle visite perse e dall'aumento degli interventi chirurgici. Recupereremo tutti i prenotati». In cantiere anche la riorganizzazione del pronto soccorso: un progetto deliberato ma non ancora partito: In cantiere un nuovo percorso veloce con un pool di infermieri coordinati da un medico, che interverranno in maniera rapida su codici a bassa urgenza (distorsioni, oculistia, piccoli traumi e ferite) e grazie al personale reclutato le visite di urgenza saranno gestite in percorsi ambulatoriali. Il miglioramento del pronto soccorso è legato a ciò che bolle in pentola in altre aziende ospedaliere con i nuovi pronto soccorso programmati. Lo auspichiamo fortemente conclude Longo in una prospettiva che riguarda i Policlinici della Federico II e della Vanvitelli.
Intanto sul fronte Pnrr, la Asl Napoli 1 lavora alla realizzazione della rete degli Ospedali e Case di comunità, centrali operative e potenziamento delle cure domiciliari. Il manager Verdoliva può contare su una fetta della torta da 380 milioni del Pnrr destinati alla Campania che per Napoli è di circa 48 milioni. Serviranno per realizzare 32 Case di Comunità in tutti i quartieri ed una anche a Capri, 10 nei rispettivi distretti, 7 ospedali di Comunità (Loreto Nuovo, Incurabili, Viale della Resistenza a Scampia, Gesù e Maria, Annunziata, San Gennaro e presidio di Salita San Raffaele) da ristrutturare con 18 milioni e 11 centrali operative territoriali e una dote di ulteriori 18 milioni. Queste ultime configureranno quasi un 118 di quartiere deputato a prendere per mano i pazienti e guidarli nell'accesso alle cure.