È morta poco dopo aver partorito una bellissima bambina all’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno. Era alla sua prima gravidanza. Aveva 32 anni, Sara Castigliola, impiegata in un hotel del centro, residente a Ischia porto con il compagno di origine dominicana, che aveva sposato proprio nel Paese caraibico con una festa molto coinvolgente. Ieri, nel primo pomeriggio, si doveva celebrare il prosieguo di quella gioia condivisa. Invece la tragedia si è materializzata all’improvviso. La piccola pesa quattro chili ed è nata in perfetta salute, dopo il taglio cesareo effettuato dall’equipe medica del reparto di ostetricia e ginecologia del Rizzoli. Sara, la mamma, era arrivata in gran forma al termine della gravidanza. Ma poi si è sentita male, molto male. Dopo l’intervento si è manifestata una complicazione micidiale, una emorragia violenta e inarrestabile che le è stata fatale. I tentativi dei medici sono stati inutili. Che cosa è accaduto? Si può morire ancora di parto cesareo effettuato in una struttura pubblica, in sicurezza e con le migliori tecnologie a disposizione? C’è stato un errore umano, è stata una fatalità? Si rincorrono le prime ipotesi. Lo sconcerto, il dolore, la rabbia e gli interrogativi si fanno strada. Ma è ancora presto per ottenere risposte.
Sono stati aperti due fascicoli d’indagine per provare a capire come è morta Sara.
Sara e il marito si erano conosciuti durante un viaggio organizzato dai compagni della brigata di lavoro: l’amore scoccato in vacanza si era consolidato fino al progetto, realizzato, di sposarsi e mettere su famiglia. Un progetto stroncato nel momento che doveva essere più bello. «In attesa delle determinazioni dell’autorità giudiziaria, ha fatto benissimo l’Asl Napoli 2 Nord ad avviare una indagine interna per accertare le cause della morte. Davanti a una simile tragedia bisogna capire cosa sia successo e se ci siano delle responsabilità in modo rapido e chiaro», ha detto il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli. Il sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, ha espresso la vicinanza alle famiglie e «lo scoramento per una vicenda che lascia un velo di tristezza diffusa».