Grumo Nevano, scoperto opificio fuorilegge: 24 operai al nero tra i rifiuti

Grumo Nevano, scoperto opificio fuorilegge: 24 operai al nero tra i rifiuti
di Giuseppe Maiello
Domenica 23 Ottobre 2022, 11:00
3 Minuti di Lettura

La scoperta è avvenuta per caso: gli agenti della polizia municipale alla ricerca del proprietario di un'auto che ostruiva il passaggio pedonale in una stradina del centro storico, sono entrati in una fabbrica di abbigliamento che lavora per conto terzi con operai e titolari stranieri: qui la brutta sorpresa.

Gli agenti volevano contestare una violazione al codice della strada e invece si sono trovati di fronte ad altri tipi di reato ambientali più gravi. L'opificio è stato sequestrato, mentre si stanno valutando le sanzioni da comminare al titolare, un cittadino del Bangladesh.

Il comandante Maria Di Vicino e il vicecomandante Francesco Tavasso, che si sono recati sul posto richiamati dalle proteste dei residenti nella zona (lamentavano che un'auto, in sosta perenne sul marciapiedi di una carreggiata di 3 metri, impediva il passaggio), hanno notato e contestato violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro, igieniche e ambientali. Dall'esame della documentazione esibita è emerso che l'opificio era in possesso di tutte le autorizzazioni previste, ma per lo svolgimento delle attività complementari veniva utilizzata un'area nel seminterrato, priva del requisito dell'agibilità. Al sopralluogo sono emerse inoltre, condizioni igieniche precarie, e per di più un accumulo di rifiuti speciali non pericolosi, in totale assenza di registro di carico e scarico - non è stato esibito il previsto formulario per lo smaltimento - il che lascia presumere una eventuale gestione illecita dei rifiuti prodotti. Particolare in corso di approfondimento: è in atto infatti, nonostante le carenze di organico dei caschi bianchi, una serie di interventi per cercare di individuare la provenienza di depositi abusivi di rifiuti in strada, provenienti da opifici tessili. Fenomeno che non conosce sosta: gli scarti aziendali vengono affidati a persone che vivono di espedienti che li sversano in strada, in zone periferiche e per cancellare tracce, li danno poi alle fiamme, avvelenando l'aria. Dopo aver effettuato i necessari controlli sulla documentazione in possesso dell'azienda, ne è stato disposto il sequestro. 

Video

In particolare, dell'area per la quale non c'era l'agibilità. 24 i lavoratori identificati all'interno dell'opificio, quasi tutti bengalesi, alcuni pakistani e indiani e un cittadino proveniente dall'Africa. Anche la loro posizione è adesso al vaglio dei caschi bianchi così come si stanno quantificando le sanzioni amministrative. Resta comunque una dura lotta quella delle forze dell'ordine contro i lavoratori tessili clandestini; soprattutto, è incessante il controllo del territorio per scoprire smaltimenti illegali che spesso sono causa di roghi. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA