Una banconota falsa di 100 euro ne costava appena 8, una da 50 euro la si comprava a 5 euro. Nove arresti di falsari che nel quartiere del Vasto stampavano, distribuivano e vendevano banconote false. Avevano messo in piedi un grande supermarket del falso. Altri dieci soggetti sono finiti ai domiciliari e per altre cinque persone è scattato il divieto di dimora. Straordinaria operazione dei carabinieri che, negli ultimi mesi, grazie a pedinamenti e intercettazioni, hanno individuato «la banda degli onesti» che aveva la sua base in un basso del Vasto nel cuore di Napoli. La banda, con a capo una donna, aveva allestito una sorta di negozio di banconote false che si acquistavano e vendevano proprio come in una normale attività commerciale: il locale operava tutti i giorni e aveva pure un normale orario di lavoro come un normalissimo negozio, dalle 12 alle 19,30, con tanto di chiusura domenicale e nei giorni festivi. Nel basso del Vasto arrivavano persone da tutta Europa e da tutta Italia, tra le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Napoli, Rosamaria De Lellis, figurano infatti anche due cittadini francesi e un altro residente a Brescia. Da ogni parte arrivavano a Napoli e prelevavano grosse somme di banconote false. Una banconota da 100 euro ne costava 8, ma il tariffario era variabile.
I carabinieri sono riusciti a scovare anche due depositi sequestrando complessivamente quasi mezzo milione di euro di biglietti falsi e tutti riprodotti perfettamente. Napoli si conferma così la capitale mondiale dei falsari, i gruppi partenopei, non a caso, sono conosciuti in tutto il mondo come Napoli group, solo i sodalizi cinesi riescono a tenere testa agli specialisti che operano all'ombra del Vesuvio.
A capo dell'organizzazione - secondo gli inquirenti - c'era una donna, Giuseppina Parisi. Dal suo locale, in via Parma 34 al Vasto, impartiva ordini alla banda e curava i rapporti con la clientela. Per evitare controlli avevano utilizzato un'altra donna come fittiziamente residente nel basso del Vasto. Numerose le volte che i carabinieri hanno osservato i passaggi di denaro. Non c'era solo un servizio diretto di vendita, ma per smerciare il maggior numero di soldi falsi possibile, l'organizzazione si serviva anche di intermediari fidati. In un caso, ad esempio, hanno osservato come due soggetti indagati si erano fatti consegnare 235 banconote del valore nominale di 50 euro ciascuna, per un valore complessivo di 11.750 euro, pagando il tutto 1.500 euro. Sui gruppi napoletani è alta l'attenzione delle forze dell'ordine, ma anche della Banca d'Italia. Non a caso due anni fa, proprio a Napoli, fu inaugurato un apposito centro investigativo solo per studiare i movimenti dei falsari all'ombra del Vesuvio.