Soresa, condanne per due gare illecite: c'è anche il big delle farmacie Petrone

Soresa, condanne per due gare illecite: c'è anche il big delle farmacie Petrone
di Viviana Lanza
Venerdì 30 Marzo 2018, 08:55
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L'accusa ha retto solo per due delle quattro gare finite al centro del processo. La presunta esistenza di una associazione per delinquere che avrebbe avuto in Massimo Petrone, noto imprenditore farmaceutico, uno dei perni principali è una ricostruzione che i giudici hanno escluso mandando assolti «perché il fatto non sussiste» gli imputati accusati del reato associativo. Un caso di corruzione è stato pure escluso e la prescrizione è stata dichiarata per due episodi di turbativa d'asta. La sentenza emessa ieri dai giudici della settima sezione del tribunale di Napoli ha stabilito la condanna per nove dei sedici imputati che la Procura aveva portato a giudizio ipotizzando accordi obliqui per condizionare le gare per le forniture di medicinali alla Soresa e in vari ospedali cittadini. Tra loro manager e dirigenti. Ma andiamo con ordine. L'elenco delle condanne si apre con i tre anni e mezzo di reclusione decisi per Massimo Petrone, due anni e sei mesi per il padre Carmine e due anni per il fratello Raffaele, entrambi, questi ultimi, con il beneficio della pena sospesa. L'accusa che più pesava su di loro e sul nome del gruppo imprenditoriale impegnato nel settore della distribuzione dei farmaci, cioè l'accusa di aver creato una sorta di sistema, una presunta associazione, finalizzata al controllo illegale delle forniture e dei prodotti farmaceutici è venuta meno. Le accuse che hanno portato alla condanna riguardano due gare per la fornitura di albumina alla Soresa e agli ospedali Cotugno- Monaldi-Cto.
 
I fatti risalgono al 2010. Per l'accusa Petrone avrebbe anticipato a un manager della società Biotest che partecipava al bando dettagli sull'offerta che avrebbe fatto, un'offerta tra l'altro competitiva che avrebbe fatto acquistare il farmaco a un prezzo molto più basso rispetto a quello praticato da altri fornitori. I giudici hanno condiviso la tesi dell'accusa, rappresentata dal pm Francesco De Falco, e hanno riconosciuto la presunta irregolarità della gara. Sarà argomento di un futuro processo di appello. Per l'ipotesi di turbativa d'asta è stato condannato anche Francesco Tancredi, ex dirigente della Soresa: due anni di reclusione con la pena sospesa e assoluzione dal reato di associazione. Condannati anche alcuni manager del settore farmaceutico: a tre anni di reclusione Enrico D'Aiuto, a due Giuliano Tagliabue, a due anni Giangiacomo Rocco di Torrepadula. La condanna a due anni è stata decisa anche nei confronti di Lucia Roncetti, sotto processo in quanto direttore operativo acquisti della Soresa. Un anno di reclusione per Gianluca Lisci. Per tutti la pena è sospesa. La prescrizione ha determinato invece l'assoluzione per Pasquale Corcione, ex direttore amministrativo della Sun (difeso dall'avvocato Sebastiano Fusco), per Giuliana Rammaione, responsabile dell'ufficio contratti (difesa da Eduardo Cardillo) e Ernesto Esposito, ex commissario straordinario della Asl Napoli 3 (difeso da Fabio Fulgeri). Assolti anche Antonio Capursi e Francesco Di Palma. Perché il fatto non sussiste è la formula della assoluzione decisa per Lorenzo Battaglia e per il manager Renato Carelli (difeso dagli avvocati Giampiero Pirolo e Orazio Cicatelli). Per Massimo Petrone e D'Aiuto i giudici hanno previsto anche l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e per loro e per Carmine e Raffaele Petrone, Tancredi, Roncetti, Lisci, Tagliabue e Rocco di Torrepadula il divieto per due anni di contrattare con la pubblica amministrazione.
Alla Soresa e alle due associazioni che si sono costituite parti civili, la Onlus Rosaria Lanzetta Buono e la associazione Mutua consumatori, è stato riconosciuto il diritto a ottenere un risarcimento del danno. Il processo di primo grado si chiude così, dopo circa tre anni di dibattimento. Tra gli avvocati dei condannati c'è moderata soddisfazione e la certezza di ricorrere in Appello. Nel collegio, tra gli altri, gli avvocati Alfonso e Guido Furgiuele, Giovanni Cerino, Stefano Montone, Angelo Vignola.
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