Stadio Collana, scontro in Regione: «Per la gestione favoriti i privati»

Stadio Collana, scontro in Regione: «Per la gestione favoriti i privati»
di Gianluca Agata
Mercoledì 12 Febbraio 2020, 08:00
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La Giano, aggiudicataria del bando della Regione per il Collana, aveva minacciato la rescissione del contratto e la richiesta di risarcimento danni se non si fossero apportate delle modifiche rispetto al bando e al contratto di gestione originario a causa della modifica dello stato dei luoghi dovuta ai lavori per le Universiadi. A questo punto la Regione ha preferito, con una decisione politica, proseguire in continuità preferendo accollarsi ulteriori costi anziché affrontare una causa e far ripartire il bando da zero permettendo di parteciparvi anche a quelle associazioni escluse in un primo momento.

È quanto emerge dalle dichiarazioni del direttore generale delle Risorse Strumentali della Regione Campania, Silvio Uccello, che ha riferito in Commissione Trasparenza sulla vicenda Collana. «Al terzo piano di Santa Lucia - racconta Uccello - si decise che malgrado i giudizi pendenti, e fermo l'esito che poteva essere di qualsiasi genere, si doveva assegnare il Collana all'Aru, l'Agenzia per le Universiadi, che ha preso lo stadio cominciando a svolgere le attività ritenute necessarie per rendere l'impianto pronto per le Universiadi». «Dopo i lavori dell'Aru la situazione non era così vantaggiosa, né per la Giano né per nessuna altra società, e Giano rifiutò di prendere il Collana in quello stato minacciando causa alla Regione e si decise per una sinergia Aru-Giano». L'atto di revoca in autotutela del bando, visto che il risarcimento sarebbe stato inferiore agli otto milioni che la Regione versa per ulteriori lavori, non è stato preso in considerazione. «Significava annullare tutto e ci voleva un atto collegiale, una delibera che cambiava tutto, non bastava un atto dirigenziale. Più prudente andare in continuità con la Giano considerato anche il parere dell'avvocatura». E Uccello incalza: «Il Comune è intervenuto con una serie di paletti che hanno modificato il piano economico e di questa questione si sono interessate la Polizia municipale, la Guardia di Finanza, la Corte dei Conti ma nessuno è intervenuto, evidentemente Giano con tutti i suoi difetti qualcosa l'ha fatta».

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«C'è una volontà politica tesa a sottrarre alla comunità un bene pubblico per farne un uso privatistico» affermano la presidente della Commissione Trasparenza, Ciarambino e la consigliera regionale, Muscarà (Cinque stelle) a margine dell'audizione. «È stato consegnato un bene pubblico a un privato, con condizioni di assoluto favore per quest'ultimo. E il paradosso è che mentre nel contratto e nel bando originario si prevedeva la corresponsione da parte della Giano di 7 milioni di euro, oltre a canoni di locazione per 15 anni, con le successive modifiche sarà la Regione a rimetterci oltre dieci milioni di euro e non ci sarà più alcuna richiesta di locazione. Sarà ora la magistratura a dare le dovute risposte».
 
 

«Ci troviamo di fronte un muro di gomma - la riflessione del portavoce delle associazioni, Sandro Cuomo - abbiamo preso atto che la politica non voleva mandare a monte questo affidamento pur essendocene le condizioni. Si è preferito scrivere un atto aggiuntivo che ha il paradosso di non prevedere sanzioni. La Giano non ha storia sportiva e sta contattando i singoli istruttori. Lamentiamo l'assenza di tutela da parte di Coni e Regione e al Comune chiediamo notizie della convenzione e del perché alle irregolarità nel verbale dei vigili urbani non è stato dato esito».

«Abbiamo finalmente aperto il Collana con nostre risorse e nonostante svariate difficoltà amministrative - la reazione di Gennaro Ferrara, amministratore della Giano - L'impianto è pubblico e la finalità prioritaria è quella della promozione delle attività sportive. Stiamo coinvolgendo diverse associazioni sportive collegate anche a campioni dello sport per far nascere nuovi campioni napoletani. Vogliamo fare e mai polemizzare, stiamo ricevendo centinaia di iscrizioni». 
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