Studenti uccisi a Ercolano, Tullio e Giuseppe erano diretti alla vecchia stazione trasformata in ritrovo

Studenti uccisi a Ercolano, Tullio e Giuseppe erano diretti alla vecchia stazione trasformata in ritrovo
di Dario Sautto
Giovedì 4 Novembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 15:12
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Stavano cercando un luogo alle falde del Vesuvio, con tutta probabilità la vecchia stazione della funivia, abbandonata da decenni e da qualche tempo utilizzata come luogo di ritrovo dai giovani che vivono nella parte alta di Ercolano. Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro, 26 e 27 anni, si erano persi in via Marsiglia, in località San Vito a Ercolano, ed erano finiti per errore sotto casa di Vincenzo Palumbo, camionista 53enne, incensurato. Stabilita la dinamica del duplice omicidio, confermata anche da un filmato di videosorveglianza della villetta dei vicini, ora le indagini sono volte a ricostruire quell'ultima ora di vita di Tullio e Giuseppe, che poco prima di mezzanotte, quel giovedì sera, erano tornati a posare lo scooter a casa per prendere l'auto. Si fa sempre più largo l'ipotesi di un appuntamento con alcuni amici nella zona di San Vito, forse proprio nell'ex stazione della funivia. Dunque, i due ragazzi in via Marsiglia erano arrivati proprio dopo aver sbagliato strada e si erano fermati nei pressi del civico 37, andando inconsapevolmente incontro alla morte. Una versione, questa, al vaglio degli investigatori, con i carabinieri della compagnia di Torre del Greco che hanno già trovato diverse conferme. D'altronde che i ragazzi non avessero cattive intenzioni era apparso chiarissimo dal primo momento.

Palumbo è detenuto nel carcere di Poggioreale da venerdì sera, con l'accusa di duplice omicidio volontario su decreto di fermo emesso dalla Procura di Napoli procuratore Gianni Melillo, aggiunto Pierpaolo Filippelli, sostituti Luciano D'Angelo e Daniela Varone e tramutato in ordinanza dal gip in sede di convalida. Ieri pomeriggio il medico legale Anna Gargiulo ha eseguito l'autopsia sulle salme dei due giovani. Una serie di esami che serviranno più che altro a stabilire l'esatta traiettoria dei proiettili, perché le cause del decesso sono, purtroppo, già evidenti. Le due famiglie i Pagliaro assistiti dall'avvocato Maurizio Capozzo, i Fusella da Gennaro Bartolino hanno nominato due periti di parte, il dottor Maurizio Saliva e il professor Pietro Sterni. Dai primi risultati è emerso che i due ragazzi sono stati raggiunti ciascuno da un colpo secco alla testa, con foro d'entrata ed uscita. Una precisione impressionante, da vero e proprio cecchino, nonostante la distanza e il «bersaglio» in movimento (la Fiat Panda stava effettuando manovra in retromarcia). Non a caso, Palumbo era in possesso di un porto d'armi per la caccia e per uso sportivo, ed ha spiegato ai magistrati di uscire di casa la mattina «armato di pistola anche per portare il cane a passeggio». Oggi a Portici sarà il vescovo di Napoli monsignor Mimmo Battaglia a celebrare i funerali dei due ragazzi nella chiesa di San Ciro, in una giornata di lutto cittadino. 

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E Maria Rosaria, la moglie di Palumbo, ieri ha rotto il silenzio dopo giorni, chiedendo perdono alle famiglie dei due ragazzi. «Mio marito - ha detto - ha sbagliato e deve pagare con la giustizia, perché ha tolto due figli alle mamme. E io che sono una mamma posso capire cosa può significare non vedere più due figli che erano usciti di casa. Vincenzo - ha poi detto la donna - è un uomo tranquillo, non è mai stato violento, e non è vero che aveva litigato con delle persone, lui non c'era mai a casa per lavoro». Maria Rosaria e la figlia hanno ricevuto nella loro abitazione la visita del sacerdote della chiesa del Sacro Cuore di Gesù, don Marco Ricci, che ha portato loro parole di conforto.

Gli avvocati Francesco Pepe e Fioravante De Rosa sostengono che Palumbo «è ancora sotto choc» e che nei 26 minuti trascorsi tra la sparatoria e la chiamata ai carabinieri «non c'è nessun buco, semplicemente non si era reso conto dell'accaduto». 

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