Covid: test rapidi in farmacia, la Campania è ancora ferma

Covid: test rapidi in farmacia, la Campania è ancora ferma
di Maria Pirro
Domenica 22 Novembre 2020, 10:29
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«Siamo pronti a effettuare tamponi rapidi e test sierologici in farmacia. A organizzarci per iniziare nel giro di una settimana. Su base volontaria. Ma, per farlo, dobbiamo sottoscrivere un accordo con la Regione, capire cosa ci chiede: e non siamo ancora stati chiamati, dopo le trattative avviate a ottobre scorso». Lo afferma Riccardo Iorio, presidente di Federfarma Napoli, che conta il numero maggiore di iscritti e quindi di potenziali punti per lo screening e l'indagine epidemiologica. Sono infatti 810 in città e nell'hinterland, e 1600, circa, in tutta la Campania. «Ma solo una parte, ovviamente, ha le caratteristiche per questo tipo di attività», dice Vincenzo Santagada, presidente dell'Ordine partenopeo, spiegando che è necessario un doppio ingresso e locali adeguati, in modo da poter separare i percorsi per utenti, vendita e sospetti positivi, e personale dedicato, che non può essere, peraltro, medico, come stabilito dalle norme vigenti. «Per questo, è stato sottoscritto un accordo con i biologi che invece possono operare», aggiunge. «E, nel Lazio, sono appena stati installati gazebo all'aria aperta per risolvere il problema degli spazi chiusi, più a rischio di trasmissione del virus», fa notare Iorio.

 



Il protocollo siglato nella Capitale precisa anche il prezzo da osservare: 20 euro per i test sierologici, 22 per i tamponi antigenici rapidi, e consente di procedere anche dopo l'orario di chiusura o a domicilio. Tutti su prenotazione. Nel documento di undici pagine, un paragrafo è poi dedicato alla sicurezza dei lavoratori. «Ma se altre regioni lo fanno, non vedo perché non si possa organizzare anche da noi», ragiona Iorio.
Ad esempio.

Numeri record si registrano nelle prime due settimane per lo screening avviato in Umbria tramite test sierologici rapidi gratuiti in oltre cento farmacie. Nei primi 14 giorni della campagna dedicata a studenti (0-19 anni) e familiari (genitori, fratelli-sorelle, ulteriori conviventi nonché assistiti che frequentano corsi universitari), sono stati già analizzati 7.068 campioni, con i risultati che, oltre al diretto interessato, vengono inviati al medico curante e ai servizi di sanità pubblica dedicati. Di questi 269 sono risultati positivi. «Ma l'esame è relativamente affidabile», puntualizza Santagada.

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Intanto, 500 farmacie nel Veneto, aderenti a Federfarma, circa il 40 per cento, hanno dato la propria disponibilità anche eseguire i test antigenici rapidi, gli stessi adottati in Campania per la campagna di screening avviata questa settimana con l'obiettivo di riaprire le scuole per i bimbi più piccoli. E il patto è stato siglato anche tra Regione Abruzzo, Federfarma e Assofarm, per procedere dal 30 novembre alla somministrazione di test sierologici in tutta la rete regionale delle farmacie convenzionate, pubbliche e private, come supporto allo svolgimento in sicurezza proprio delle attività scolastiche: in base all'andamento dell'epidemia e dell'esito della campagna, si pensa successivamente di estendere gli accertamenti ad altre fasce di popolazione. Ovviamente, i risultati vanno inseriti direttamente dal farmacista in una piattaforma. «Uno strumento informatico da attivare obbligatoriamente anche qui per tracciare i nuovi casi ed evitare altri focolai», spiega Iorio. «Stiamo riscrivendo il percorso per effettuare i tamponi antigenici rapidi con i medici di famiglia e i pediatri, al via la prossima settimana in base all'accordo con il ministero della salute», chiarisce Ugo Trama, direttore di Tutela, salute e coordinamento del sistema sanitario in Regione Campania, che conclude: «Stiamo valutando se fare questo tipo di indagine anche in farmacia; mentre appare per certi aspetti superato da metodi più all'avanguardia il test sierologico».
 

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