Truffe agli anziani, il tesoro del re dei truffatori: sequestrati case e ristoranti a Chiaia

Truffe agli anziani, il tesoro del re dei truffatori: sequestrati case e ristoranti a Chiaia
di Luigi Sabino
Giovedì 6 Maggio 2021, 08:30 - Ultimo agg. 7 Maggio, 08:14
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È di circa un milione e mezzo di euro il valore dei beni sequestrati, ieri mattina, a Salvatore Perrella, 50enne del centro cittadino. Al termine di una complessa indagine patrimoniale condotta dagli investigatori della Divisione Anticrimine - Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali della Questura di Napoli, nei confronti del 50enne e del suo nucleo familiare, si è scoperto che Perrella, a fronte di un reddito praticamente inesistente, risultava proprietario di tre appartamenti, di cui uno in via Filangieri e di diverse quote di una società attiva nel settore della ristorazione. Da qui, su proposta del Questore, l'emissione di un decreto di sequestro da parte del Tribunale di Napoli. Un durissimo colpo per il 50enne che, come riferito dagli stessi investigatori, sin dagli inizi degli anni '90 si sarebbe macchiato di numerosi reati.

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Nel suo curriculum, infatti, compaiono arresti e denunce per possesso ingiustificato di valori, rapina, ricettazione e, soprattutto, reati contro il patrimonio.

Perrella, infatti, è considerato un vero specialista delle truffe, in particolar modo, a danno degli anziani. Nel 2010, ad esempio, fu arrestato, insieme a un familiare, per aver raggirato una 82enne affetta da una grave disabilità. La donna, come scoperto, fu truffata con il trucco del finto avvocato. Perrella e il suo compare, infatti, la contattarono telefonicamente fingendo che il figlio della donna era stato coinvolto in un grave incidente stradale e che, non avendo nessuna copertura assicurativa, era necessario versare la somma di 3.000 euro per evitargli la prigione. La donna, presa dal panico, aveva, senza esitare, consegnato il denaro ai due malviventi. Tuttavia, poco dopo aver messo a segno il colpo, la fortuna decise di girare le spalle ai due criminali. Perrella e il suo complice, infatti, dopo essersi allontanati di qualche centinaio di metri dall'abitazione dell'anziana, incapparono in un posto di blocco e trovati in possesso del denaro. Non sapendone giustificare la provenienza, furono portati in Questura per accertamenti e, dopo che la vittima fu individuata, arrestati con l'accusa di truffa aggravata. Non era la prima volta. Cinque anni prima, così come nel 1999, era stato denunciato sempre per lo stesso reato dopo che aveva tentato di raggirare alcuni anziani. Nel 2000, invece, era finito in manette dopo che una vittima, anche questa ultrasettantenne, lo aveva riconosciuto. Questi alcuni degli episodi che hanno caratterizzato la sua carriera criminale ma, riferiscono le forze dell'ordine, Perrella avrebbe sulle spalle numerosi colpi messi a segno non solo a Napoli ma anche in altre province della Campania. In questo modo sarebbe riuscito a mettere insieme il patrimonio caduto in sequestro. Non è tutto. Nel corso dell'attività investigativa si è scoperto che la società di ristorazione a lui riconducibile e su cui sono stati apposti i sigilli, aveva richiesto e ottenuto gli aiuti economici previsti dallo Stato per le attività di categoria danneggiate dalla pandemia. Indicato come una persona dall'alta propensione a commettere reati, Perrella, nel corso degli ultimi anni avrebbe perfezionato la sua tecnica di raggiro. Innanzitutto, la scelta delle vittime, accuratamente selezionate tra le persone di una certa età o, comunque, facili da truffare. Una volta individuata la preda Perrella, quasi sempre con un complice, andava in scena fingendosi un professionista, avvocato o assicuratore, che contattava la vittima per conto di un suo stretto congiunto bisognoso di un immediato aiuto economico a causa di un sinistro stradale o di un altro grave fatto che lo vedeva coinvolto. La vittima, finita nel panico, abbassava immediatamente le sue difese acconsentendo alle richieste dei truffatori che, a questo punto, non dovevano fare altro che andare a prendere il denaro. Solo in seguito, a volte dopo giorni, i raggirati comprendevano di essere finiti in trappola. Tuttavia, solo una parte di loro decideva di rivolgersi alle forze dell'ordine. La vergogna per essere stati truffati o la paura di essere biasimati dai familiari molto spesso avevano la meglio. Ed è anche questo aspetto che, per anni, ha giocato a favore di Perrella che, in questo modo, non solo è riuscito a limitare i danni causati dalle indagini ma è anche stato capace di mettere insieme il suo tesoro. Un tesoro sul quale rischia di essere confiscato. 

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