Gli stanno dando la caccia da un bel po’ di giorni, da quando si è diffusa la voce - in certi ambienti vale come una sentenza - che hanno puntato un’arma e fatto fuoco contro due ragazzini. Tanto è bastato per dare inizio a una caccia all’uomo che si sta consumando tra ordini di vendetta partiti dalle carceri, accordi e tentativi di appeasement di alto profilo. È così che un litigio tra ragazzini finisce con il coinvolgere i massimi sistemi criminali del territorio, parliamo del cartello di clan ricondotto alla cosiddetta Alleanza di Secondigliano e ai Mazzarella.
Ma torniamo ai fatti: un mese fa - la notte tra il quattro e il cinque di aprile (siamo a Pasquetta), due minorenni vengono feriti da colpi di arma da fuoco alla Sanità. Colpiti di striscio, gli è andata bene. Non avranno conseguenze gravi, sono stati gambizzati, per loro sono scattate anche denunce e sanzioni, di fronte alla violazione del coprifuoco imposto dalla ormai ex zona rossa. Ma cosa è accaduto la notte di Pasquetta nella zona dei Vergini? E soprattutto: che ci facevano due ragazzini del Vasto-Arenaccia tra i vicoli del centro storico, in pieno lockdown? Inchiesta in corso, al lavoro il pool anticamorra della Procura di Napoli, ma anche l’ufficio inquirente della Procura dei minori. Chiara la ricostruzione svolta finora: i due minorenni sono rimasti feriti nel corso di un agguato provocato da un litigio con alcuni coetanei. Questioni di droga, sembra di capire. Fin qui, nessuna novità, vista anche l’emergenza criminale napoletana che ha abbassato l’età di pusher e trafficanti pronti a contendersi le piazze di spaccio. Ma ciò che ha scatenato un clima di tensione a Napoli è stato l’epilogo dello scontro tra i due quindicenni gambizzati e i loro rivali. Sono spuntate le armi, c’è chi ha fatto fuoco, puntando alla sagoma dei due adolescenti. Un agguato camorristico per punire l’incursione nel proprio quartiere dei due centauri provenienti dal Vasto, che rischia di scatenare conseguenze imprevedibili. Uno dei due feriti è già noto alle forze dell’ordine. È il figlio di un boss dei Bosti-Contini (che sta scontando in carcere una condanna per associazione camorristica), pochi mesi fa è stato fermato alla guida di un’auto sportiva, di quelle che si usano senza patente (ma non era di sua proprietà).
Fatto sta che dalla notte tra il cinque e il sei aprile la tensione è alle stelle. In pochi minuti si è passati da un litigio di ragazzi a un episodio di cronaca finito all’attenzione della Dda di Napoli: una vicenda che rischia di impegnare due cartelli criminali che - da ormai trent’anni - si contendono spazi militari e affari economici.
Tira una brutta aria, si rischiano colpi di coda in uno scenario criminale che si semplifica quando si parte dall’alto. Al di là dei singoli episodi, la città resta nelle mani di cartelli storici, giunti alla terza generazione. I capi detenuti, in circolazione restano i giovanissimi, che a quindici anni sono alle prese con la gestione di piccole piazze di hashish e cocaina. Ed è in questo contesto, che viene inserita la figura di Jr, uno dei due minori gambizzati in zona Vergini. Di notte, in sella a uno scooter, accanto a un amico, avrebbe deciso di violare la zona rossa, per un incontro chiarificatore. Per gli inquirenti ci sarebbe in ballo un affare di droga, probabilmente una storia di droga, da risolvere con un gruppo di coetanei. Alcune telecamere su questo punto sono abbastanza chiare: si vede la ronda dello scooter che sta cercando il posto in cui incrociare quelli della paranza del rione Sanità. Ma non hanno neppure il tempo di capire cosa sta accadendo, che si ritrovano al centro di una possibile imboscata. È buio, la città è immobile nella seconda Pasqua del Covid, quando c’è chi estrae la pistola e spara. Ferito Jr e l’amico. Non sono morti, se la cavano con poco, ma c’è chi ora è pronto a reclamare vendetta e passare alle contromosse. Quanto basta a spingere qualcun altro a lasciare Napoli, a sparire dalla circolazione, dando inizio a una caccia all’uomo che rischia di avere conseguenze drammatiche.