Napoli: le notti proibite di Jr, il figlio 15enne del boss. Corse in moto e diretta social durante il coprifuoco

Napoli: le notti proibite di Jr, il figlio 15enne del boss. Corse in moto e diretta social durante il coprifuoco
di Leandro Del Gaudio
Sabato 10 Aprile 2021, 23:57 - Ultimo agg. 11 Aprile, 17:49
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Ha imparato presto a dribblare le indagini, da quando lo hanno trovato di recente alla guida di un cinquantino, parliamo di una macchina di cilindrata per gli under sedici, senza riuscire però a giustificarne il possesso. «Non mi ricordo - disse agli inquirenti - è di un mio amico». Auto sequestrata, nessun problema per Jr, il figlio del boss del Vasto. Quindici anni appena compiuti, finisce al centro della cronaca nera cittadina, assieme a un coetaneo. Ricordate? Due quindicenni gambizzati vittime di rapina? O protagonisti di un regolamento di conti per la gestione dei proventi illeciti? Fatto sta che pochi giorni fa, Jr è stato ascoltato dagli inquirenti, indagine della Procura dei minori e dalla Dda di Napoli (al lavoro sulla guerra tra l’alleanza di Secondigliano e il clan Mazzarella). Doverosa una domanda. Che ci faceva Jr in piena notte ai Vergini? Perché ha violato il lockdown? 


«Noo, ma quale tarantella, quale regolamento di conti.

Stavamo sul mezzo, non tenevo sonno e ci siamo andati a fare un giro. Poi, hanno accostato, ci hanno dato un calcio, volevano il mezzo. Ci siamo opposti, no che non gliel’ho dato, siamo caduti a terra…». Segue un racconto sincopato, ma con un evidente filo logico: quello di evitare coinvolgimenti penali, per non passare dal ruolo di parte offesa (quello di gambizzato nell’ambito di una possibile - ma poco convincente - ipotesi di rapina), a quello di complice o affiliato a un sistema criminale radicato sul territorio. «Volevano il mezzo - ha insistito Jr - ho sentito il botto, poi il bruciore, alla fine ho capito che era partito un colpo, non so dire altro». Stessa versione da parte del complice di Jr, che fortunatamente per lui non può “vantare” alcuna discendenza con soggetti in odore di camorra. 

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Due quindicenni gambizzati nella notte della zona rossa a Napoli, all’una in via Vergini, siamo alla Sanità. Che ci facevano in giro? «Niente tarantelle», hanno risposto nel corso del faccia a faccia con gli inquirenti. Un modo come un altro, per ricordare che non avevano degli affari illeciti o dei regolamenti di conti da portare a termine, quasi come se da quelle parti, a distanza di un paio di chilometri dalle proprie abitazioni ci fossero arrivati per sbaglio.
Già, via Vergini. Un luogo strategico, nella mappa delle ronde quotidiane di chi vive nel mito di rapinatori uccisi, di piccoli boss rionali, tenendo ben presente la geografia criminale del territorio. 

Multato per l’infrazione del coprifuoco, Jr si è limitato a ricordare che stavano facendo un giro, a mo’ di boccata d’aria. E non sono i soli che la notte - da giovanissimi - se ne vanno in sella agli scooter, dribblando posti di blocco e evitando di finire nella rete dei controlli disposti sul territorio a tutela delle regole anticontagio. Non è l’unico Jr, ad aver infranto le regole, secondo quanto emerge dagli interventi delle forze dell’ordine sul territorio, ma anche da quanto emerge dai profili di giovanissimi rampolli di una certa Napoli, ragazzini che fanno della sfida alle regole il proprio abito mentale.

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Non c’è solo Jr in giro per la notte napoletana. Anzi. Ci sono altri figli d’arte che postano su Facebook foto e video di continue challenge a colpi di “sgommate” con gli scooter (quando la ruota di dietro slitta sull’asflato), colpi di gas, impennate in sella a potenti motociclette. Poche notti fa, a consultare il profilo di un altro minorenne della zona del Vasto, è andato in scena lo stesso canovaccio: corse notturne in sella allo scooter, senza una meta precisa, con tanto di diretta instagram (poi rimossa dopo qualche giorno). Ma non c’è solo un contenuto social o una sfida da realizzare dietro il giretto notturno, nel cuore della zona rossa napoletana. Ed è il punto su cui stanno indagando la Procura dei minori e la Dda di Napoli, sempre a proposito della doppia gambizzazione di sei giorni fa.

Al setaccio le telecamere della zona, screening su una pistola sospetta trovata nei pressi della presunta rapina, a pochi metri dal luogo del ferimento, versioni a confronto. C’è un’ipotesi battuta in queste ore: e ha a che fare con il controllo del territorio, con la capacità di gestire una fetta di potere criminale - tra spaccio di droga e rapine - in alcune zone del territorio metropolitano. Un fenomeno che coinvolge minori di età sempre più bassa, come emerge dalle primissime indagini condotte sulla doppia gambizzazione di qualche giorno fa in zona Vergini. Stando a quanto emerso finora a premere il grilletto e a fare fuoco sarebbero stati ragazzini, coetanei delle due vittime, adolescenti o comunque soggetti di età compresa tra i quindici e i venti anni. Ed è in questo senso che la città - specie nelle notti del lockdown - si trasforma in una sorta di videogioco, terreno di conquista per chi ha poco da rischiare e sa come tenere in pugno un’arma, ma sa anche cosa rispondere quando dall’altra parte trova uno più veloce di lui: «Non stavamo facendo una rapina - insiste Jr - non avevamo nessuna tarantella in ballo, volevano lo scooter e non gliel’ho dato, poi il botto e il bruciore». Versione che fa ora i conti con le telecamere sparate nella notte rosso sangue della città proibita della pandemia.
 

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