Ucraina, la maxi-stangata sui profughi: più di 300 euro per arrivare in bus a Napoli

Ucraina, la maxi-stangata sui profughi: più di 300 euro per arrivare in bus a Napoli
di Gennaro Di Biase
Sabato 12 Marzo 2022, 22:59 - Ultimo agg. 14 Marzo, 07:14
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Speculazione e guerra, esodo e soldi. Alle tante azioni di volontariato, bus umanitari gratuiti compresi, che si susseguono in queste ore per aiutare il popolo ucraino che fugge dall’agonia delle bombe, si accompagna un aumento dei costi dei viaggi della speranza. Cresciuti i prezzi di alcuni bus di linea in partenza verso l’Italia, Napoli compresa. Allo stato attuale, sui portali come “busradar”, i biglietti sono introvabili. Il «prezzo massimo» abituale da Leopoli a Napoli è fissato a «120 euro», ma per la prima data disponibile, il 22 marzo, il costo è di «164 euro». Nella realtà, può capitare di sborsare molto di più. «C’è chi ha pagato fino a 350 euro - sospira Ilaria Savastano, che due giorni fa, assieme al marito, ha accolto in casa sua Viktoria Panasiuk, una studentessa ucraina di giornalismo - Viktoria è stata fortunata, e ne ha pagati solo 120, essendo partita dalla Polonia». 

I confini dell’Ucraina sono palchi di tragedie che stanno facendo il giro di tutto l’Occidente. Auto abbandonate a due passi dalla frontiera. Donne, anziani e bambini in fuga dall’orrore delle bombe. Code chilometriche, di ore e ore, per salire su un bus diretto in un altrove che sia lontano dalla guerra. In questo scenario, c’è anche chi specula sui viaggi della speranza. Nella vastissima comunità ucraina partenopea il tema dell’aumento dei costi di viaggio è noto. A spiegarci il fenomeno è Oksana Oliymyk, organizzatrice tra l’altro della manifestazione al Plebiscito la scorsa settimana. «I pullman di linea costano 180 euro, ora, tra 50 e 100 euro in più rispetto a quanto si pagava prima del conflitto», racconta. È la guerra stessa, col caro benzina, a complicare la fuga dalla guerra. «I prezzi sono aumentati perché i pullman restano bloccati alla frontiera anche due giorni in più - prosegue Oksana - Fanno meno viaggi, perché aspettano più tempo alla frontiera, dove l’enorme afflusso di persone ha rallentato le operazioni.

Una crescita dei prezzi è comprensibile, da un certo punto di vista. Il caro benzina, e poi anche gli autisti rischiano la vita, lasciano la famiglia, e guidano anche due giorni in fila. Non tutti gli ucraini possono permettersi di pagare, e chi non ha soldi o contanti è costretto ad aspettare i volontari. Una mia amica in fuga da Cernivci, nell’Ucraina occidentale, ha pagato intorno ai 500 euro per arrivare a Napoli dalla Polonia. Erano in totale due adulti e un bambino, È una cifra più alta rispetto al normale: una trentina di euro in più dalla Polonia».  

«Il mondo, poi, gira sempre nello stesso modo - prosegue Oksana - Gli approfittatori purtroppo si trovano in ogni circostanza. Negli affari non esistono il bianco e il nero, ma c’è il grigio, bisogna regolarsi al momento». Le ricerche online di bus da Ucraina e Polonia non portano risultati. I portali sono spesso in tilt. Del resto, su un altro portale, “busbud”, si legge che «durante gli ultimi 337 giorni, i prezzi dei biglietti da Napoli a Varsavia hanno subito variazioni e in alta stagione costano circa 132 euro mentre in altri periodi puoi pagarli circa 100». Le cifre salgono ancora se si cerca un viaggio da Napoli a Leopoli: su “busradar”, si legge «autobus Napoli - Lviv (Leopoli) via Rzeszów a partire da 573,59 euro» e «autobus Napoli - Lviv (Leopoli) via Cracovia a partire da 578,78 euro». Impossibile, oggi, trovare bus dalla Polonia o dall’Ucraina su tanti portali. Il trasporto su gomma è stato investito dall’incertezza. Solo su “busradar”, tra i tanti portali sondati ieri, abbiamo trovato la disponibilità di un bus da Leopoli a Napoli, ma tra 9 giorni, a «164 euro». Gennaro Famiglietti, console onorario di Bulgaria e coordinatore di Fenco (associazione per i diplomatici e consoli esteri in Italia) si sta occupando della vasta e a tratti confusa corsa alla solidarietà. «In quanto Fenco, siamo disponibili a istituire un fondo finalizzato ai viaggi della speranza, ne parleremo oggi stesso con Kovalenko - dice - È inaccettabile che chi fugge dalla guerra debba subire un aumento dei costi. Le istituzioni hanno lavorato per la concessione di un hub alla Mostra allestito da noi: sarà il centro di raccolta di tutti i beni di prima necessità. Servirà a razionalizzare l’organizzazione degli aiuti, oggi mal coordinata». 

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Speculazione e solidarietà. Nella crisi, bene e male diventano più intensi, a tratti si confondono e a tratti si distinguono con più forza uno dall’altro. «La preside dell’Istituto Vanvitelli ha trovato fondi per mandare un bus in Ucraina e portare in Italia 40 persone. È tutto pronto, tranne la sistemazione finale - spiega Gianfranco Wurzburger di Asso.gio.ca - La situazione degli aiuti è complessa. Ben vengano i doni, solo l’altro ieri abbiamo raccolto 4200 prodotti tra materiale igienico e medicinali. Abbiamo un canale aperto con l’Ordine di Malta, che farà arrivare la merce al confine. Sottolineo però che è difficile far arrivare materiali in Ucraina. Riterrei utile che chi intende aiutare, compresi gli enti preposti come la Caritas, pensino a un fondo specifico per i bus, così da evitare il fiorire di speculazioni». 

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