Ucraina, Napoli prega con l'arcivescovo: candele per illuminare la speranza

Ucraina, Napoli prega con l'arcivescovo: candele per illuminare la speranza
di Emiliano Caliendo
Mercoledì 2 Marzo 2022, 22:13 - Ultimo agg. 3 Marzo, 06:00
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Un Mercoledì delle Ceneri differente quello del flash mob di piazza Mercato convocato dalla Diocesi di Napoli insieme alla Pastorale Giovanile cittadina. Si prega per la pace in Ucraina. Una gigantesca bandiera della pace posta al centro della piazza. Centinaia di persone di ogni età, perlopiù giovani dei boyscout e delle associazioni di volontariato, tutti attorno accendono un cero o una fiaccola come da tradizione del primo giorno di Quaresima, avvalendosi di un braciere che brucia legno e incenso. L’arcivescovo metropolita di Napoli, Don Mimmo Battaglia, legge la sua lettera quaresimale dove invoca un anticipo di Pasqua: «Non possiamo attendere quaranta giorni per sentire la musica festosa delle campane e il risuonare del “Gloria” per le strade della nostra città. Quest’anno la Pasqua deve venire prima, deve venire adesso. Per tale ragione, contravvenendo alla norma, chiedo ai fratelli sacerdoti di suonare le campane a festa nel giorno del cessate il fuoco, di dare un segno “prepasquale” quando il conflitto sarà terminato. La cessazione di questa guerra diventi per noi monito di speranza per la definitiva conclusione di ogni inutile spreco di sangue, in ogni luogo, in ogni tempo». La preghiera per la pace, secondo le parole di Don Battaglia, deve farsi gesto concreto nella vita di ogni giorno: «Se qualcuno di voi ha discusso con il fratello o la sorella, non parla da anni con un amico o un’amica, odia in cuor suo un conoscente, un collega di lavoro, un vicino di casa, vada da lui e si riconcili». Don Battaglia non dimentica che il dolore per l’Ucraina va tradotto in gesti di accoglienza: «Che il vostro dolore – ha aggiunto l’arcivescovo - per la situazione attuale non manchi di concretizzarsi in gesti visibili di vicinanza e solidarietà al popolo ucraino. Aprite le porte a questo Cristo povero che arriva a voi dall’est! Chi ha una stanza la metta a disposizione di uomini, donne e bambini. Se potete, non permettete che le famiglie siano separate». Infine, non è mancato un riferimento alla numerosa (la seconda d’Italia) comunità ucraina di Napoli: «Sul nostro territorio, poi, sono già presenti tanti ucraini ed ucraine, uomini e donne spesso impegnati nell’assistenza dei nostri bambini, dei nostri anziani e dei nostri ammalati. Siate buoni con loro! Abbiatene cura, soprattutto in questo tempo. La guerra vi è più vicina di quanto non crediate e la possibilità di cura più a portata di mano di quanto non possiate immaginare. E con loro, curatevi che tutti i lavoratori siano trattati con dignità, che non vi siano trattamenti discriminatori a discapito dello straniero che vive tra noi».

 

Tra gli organizzatori della manifestazione delle sentinelle di pace, il presidente del Servizio pastorale giovanile di Napoli, padre Federico Battaglia. «È un momento importante per la comunità napoletana che si riunisce attorno a quella ucraina per promuovere i valori condivisi della giustizia e della pace.

Valori che vogliamo gridare nel silenzio, dove questo incenso che viene incendiato in questo braciere può essere il profumo della pace che si spande nel mondo intero». Il parroco sottolinea il ruolo di collaborazione tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa affinché il dialogo prevalga sul conflitto attualmente in corso in Ucraina: «Stasera non c’è solo la Chiesa cattolica ma pure la Comunità ortodossa. Ed è bello vedere che i valori del Vangelo sono valori di amicizia. Fatti per costruire ponti e non per alzare muri. I giovani da questo punto di vista guardano più lontano, sono sul pezzo. Se loro vogliono pace, che pace sia». 

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Tra gli altri, presenti anche tanti volontari della Croce Rossa italiana, capitanati da Paolo Monorchio, presidente della Croce Rossa di Napoli. La Cri in queste concitate ore sta svolgendo un ruolo fondamentale nel fornire assistenza ai tanti profughi ucraini che stanno scappando dalla guerra. «Siamo stati convocati dal prefetto al Comitato di Sicurezza sulla crisi. Sono in corso tutta una serie di iniziative per supportare le famiglie già presenti sul territorio e che stanno ospitando le persone che arrivano dall’Ucraina. Abbiamo messo a disposizione tutto quello che possiamo: ci hanno chiesto vestiti, materiale di supporto per le persone che arrivano». Monorchio plaude alla gara di solidarietà in corso, anche tra i cittadini comuni, per la raccolta di cibo e materiale medico ma sul punto fa un distinguo specifico per facilitare le importanti operazioni di Croce Rossa: «In città ci sono tante raccolte di associazioni, parrocchie, anche di napoletani che vogliono dare il loro contributo. Noi, in accordo con il Prefetto e le altre istituzioni, abbiamo ribadito che è inutile, in questo momento, raccogliere cose che non servono perché questo può diventare un problema e non una soluzione. Perciò faccio un appello: saremo noi, di volta in volta, a chiarire, quali sono le urgenze e cosa serve. Altrimenti, pur essendo uno sforzo bellissimo di solidarietà, questo diventa inutile». L’emergenza in questo momento è soprattutto sanitaria, spiega Monorchio: «Molti di coloro che arrivano non sono vaccinati per cui l’Asl Napoli 1 sta già effettuando i controlli dovuti. Dopodiché saranno smistati in strutture individuate dalla cabina di regia della Prefettura e lì li supporteremo man mano. Ci sono tanti bambini per cui ho già avvertito i pediatri che ci daranno un aiuto con pannolini e tutto il materiale necessario. Stiamo inviando materiale anche lì. Le richieste ci arrivano dalla Croce Rossa ucraina e da quella polacca. Quello che serve – conclude il presidente di Cri Napoli - quello verrà ridistribuito. In questo momento serve soprattutto materiale chirurgico».

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