Vaccini a Napoli, l'ira dei medici di famiglia: «Noi, lasciati senza fiale». Ma l'Asl replica: «Le dosi ci sono»

Vaccini a Napoli, l'ira dei medici di famiglia: «Noi, lasciati senza fiale». Ma l'Asl replica: «Le dosi ci sono»
di Melina Chiapparino
Sabato 8 Maggio 2021, 11:00
4 Minuti di Lettura

Niente prime dosi per la campagna vaccinale portata avanti dai medici di famiglia napoletani, a corto di riforniture. È da circa una settimana che i camici bianchi coinvolti nelle somministrazioni dei vaccini anti-Covid non possono procedere a nuove inoculazioni e riescono solo a iniettare seconde dosi. «La sofferenza principale dei medici di base è non poter rispondere alle domande dei pazienti e non avere informazioni sui tempi e le tipologie di vaccini che arriveranno», fa sapere Bruno Zuccarelli, presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli, che punta il dito su «una distribuzione delle forniture che non è stata organizzata in modo capillare sul territorio». 

Il rallentamento delle punture eseguite negli studi medici o direttamente al domicilio degli assistiti riguarda 200 medici di base che hanno aderito alla campagna anti-Covid e ora reclamano più flaconi per procedere con la campagna di prevenzione. «Ci aspettavamo rifornimenti all'inizio di questa settimana, invece abbiamo ricevuto solo i flaconi per eseguire i richiami», spiega Pina Tommasielli, medico di famiglia e componente dell'unità di crisi sul coronavirus istituita dalla Regione Campania.

Lei sottolinea: «Fino a oggi, il numero di inoculazioni da parte dei medici vaccinatori ha raggiunto la media di 1000 dosi somministrate ogni giorno e decelerare il ritmo rischia di compromettere questo bilancio positivo».

«Vorremmo almeno garantire le prime somministrazioni agli over 80 che, rispetto alle altre categorie, hanno avuto la priorità», aggiunge Luigi Sparano, segretario provinciale Fimmg Napoli, che precisa come «per la maggior parte dei pazientiè fondamentale evitare il caos degli hub cittadini oppure queste persone hanno difficoltà a spostarsi autonomamente dal proprio quartiere. Senza trascurare il rapporto fiduciario che c'è e rappresenta una garanzia di sicurezza per chi si vaccina». I ritardi non solo stanno creando malcontento tra la platea degli assistiti ma, a volte, rischiano di scatenare fraintendimenti. 

«Di fronte alle insistenze dei pazienti ci ritroviamo in difficoltà, perché non sappiamo né quando avremo le dosi vaccinali, che ora ritiriamo personalmente al Covid Vaccine Center, né che tipo di farmaco ci sarà fornito e quindi quali categorie potremo convocare», aggiunge Saverio Annunziata, presidente della cooperativa di medici Kos. Per i medici di base la frenata sulla campagna vaccinale è strettamente connessa «alla mancata distribuzione dei vaccini, con la giusta proporzione tra gli hub cittadini e la medicina del territorio», sostiene il presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli. 

Video

In pratica, una volta riforniti i centri vaccinali ci dovrebbe essere una «maggiore capillarità nel destinare le dosi ai camici bianchi che, con le loro somministrazioni, contribuiscono a decongestionare gli hub e a incrementare i numeri della campagna anti Covid», chiarisce Tommasielli.

In questi giorni, la carenza delle dosi «ha costretto a cambiare i turni delle vaccinazioni anche per i richiami che, nel mio caso, erano in programma la mattina e ho dovuto spostare alle ore serali» afferma Giuseppe Tortora, altro professionista della cooperativa Kos.

Nonostante la direzione dell'Asl Napoli 1 Centro abbia più volte fatto notare l'impegno dei medici vaccinatori, stavolta il manager Ciro Verdoliva prende le distanze dal problema sollevato dai camici bianchi. «Alla Mostra d'Oltremare, c'erano 2564 dosi destinate ai medici di famiglia da ritirare giovedì, e ieri altre 6100 dosi tra Moderna e Pfizer». Afferma Verdoliva: «La distribuzione dei flaconi viene regolarmente garantita sia per le seconde dosi sia per le prime che vanno gestite dando la priorità a categorie e fasce che ne hanno diritto»,

© RIPRODUZIONE RISERVATA