Voragine di Secondigliano,
commemorazione delle vittime

La voragine di Secondigliano - foto di Sergio Siano
La voragine di Secondigliano - foto di Sergio Siano
Lunedì 21 Gennaio 2019, 22:08 - Ultimo agg. 22 Gennaio, 12:09
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Mercoledì 23 alle 10:30  commemorazione in ricordo delle vittime della voragine di Secondigliano, verrà deposta la corona di alloro in dono dal Comune di Napoli dai ragazzi della scuola Giovanni Pascoli II. Saranno presenti istituzioni locali e centrali, la cerimonia è stata patrocinata dal Comune di Napoli. 

Accadde alle 16.20 del 23 gennaio 1996. Il crollo della volta di una galleria sotterranea in costruzione sotto il quadrivio provocò una fortissima esplosione che prese in pieno i palazzi del quadrivio, dove l'ala di una palazzina di tre piani, quest'ultima con un'ordinanza di sgombero emanata proprio pochi giorni prima, crolla, causando un'imponente incendio e facendo franare il tutto, aprendo una voragine larga circa 30 meti che inghiottì il piazzale.

L'incendio che aveva interessato la zona del quadrivio rese completamente impossibile l'arrivo dei soccorsi, che lo riuscirono a domare soltanto otto ore dopo, verso l'01:00 di notte del 24 gennaio. Al mattino i soccorritori dovettero scavare a lungo per cercare di mettere in salvo qualcuno ancora vivo sotto le macerie bruciate, ma non vi si trovò nessuno vivo.

Ci volle molto tempo per ricostruire l'intero quadrivio e per rimettere a posto i palazzi danneggiati, mentre invece, da allora, la realizzazione del tunnel dopo la tragedia si interruppe e, a tutt'oggi, non sono più ripresi i lavori.

Vi furono in tutto 11 vittime, 6 operai, 2 persone dentro le loro macchine e 3 nel palazzo crollato. Due operai riuscirono a mettersi in salvo, uscendo dal tunnel proprio poco prima dell'esplosione.

L'elenco delle vittime: 
Michele Sparaco
Alfonso Scala
Mario De Girolamo
Giuseppe Petrellese
Gennaro De Luca
Emilia Laudati
Francesco Russo
Pasquale Silvestro
Ciro Vastarella
Serena De Santis
Stefania Bellone

I corpi recuperati furono dieci. Purtroppo, solo quello della Bellone non è mai più stato ritrovato.
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