Casoria, tre ore per catturare un'esemplare di oca muta sul tetto di un condominio | Fotogallery

Casoria, tre ore per catturare un'esemplare di oca muta sul tetto di un condominio | Fotogallery
di Marco Di Caterino
Martedì 22 Marzo 2016, 19:49
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Casoria. Un’oca sul tetto. Alla stregua delle antenate del Campidoglio. Quelle che salvarono Roma imperiale dai Galli, giusto per rimanere nel campo dei pennuti. Qualcosa di simile - al contrario - è accaduto ieri mattina, in via Taburno, in quella periferia di Casoria che va morire in quello che resta di una campagna spelacchiata.  
 

L’oca in questione, un esemplare di oca muta, livrea bianca e occhi contornati da una mascherina rossa, scappata ( o proveniente) da chissà dove, stremata e affamata si o posata sul tetto di un edificio. E nonostante l’omertà del suo verso, è stata notata dai condomini del palazzo, che hanno cercato di avvicinarla per rifocillarla, ma anche da un dirimpettaio dell’edificio. Questi, occhi concupiscenti e forse un gourmet in erba (razza che abbonda grazie ai format televisivi)  ha cercato di acchiapparla per mangiarsela. Magari  all’arancia. Apriti cielo.  I condomini con l’oca sul tetto,  hanno minacciato  di infilare il marrano nel forno, e visto che questo insisteva, hanno chiamato i carabinieri, i vigili urbani e persino i pompieri, per la più grande operazione di salvataggio di un’oca muta, che la storia ricordi.  I primi a precipitarsi in via Taburno sono stati i carabinieri  della compagnia di Casoria, diretta dal capitano Pierangelo Iannicca, cosa che ha fatto scappare in bici il dirimpettaio.

Questi, vista la situazione, hanno fatto intervenire  le guardie zoofile, del  nucleo operativo guardia rurale ausiliaria N.O.G.R.A, diretto da Vincenzo Fusco, che hanno effettuato un paio di tentativi di “acchiappare” la papera. Quest’oca ( ma mica tanto) che aveva subdorato le intenzioni di quel folle cuoco, sibilando ( verso emesso dalla specie quando è in pericolo)  qualcosa si è librata in aria, e dopo un paio di volteggi, si è prodotta in una picchiata perfetta, infilando la finestra aperta di un appartamento del palazzotto, dove in quel momento non c’era nessuno. Di fronte alla nuova situazione, c’è stato un briefing della task force degli acchiappapapere , che hanno deciso di passare la palla ( e l’oca) ai pompieri, che giungono scortati dai vigili urbani di Casoria. I vigili si danno da fare. E pure il volatile. I pompieri montano una scala e raggiungono l’appartamento dove il pennuto aveva trovato rifugio. “E mò, l’acchiappano” è stato il condominio pensiero. Niente fa fare. Con un vigoroso frullio d’ali, il pennuto, come un Higuain di questi tempi, buca le mani del pompiere tese alla cattura e spicca un altro volo verso la libertà. Come in tutte le storie  nemmeno in questa manca il gran finale. Dopo tre ore di attesa, scandite con  i carabinieri,  i vigili del fuoco, le guardie zoofile, i vigili urbani,  le personale del servizio veterinario dell’Asl, e qualche condomino del palazzo con l’oca sul tetto, a rincorrere il pennuto -  come faceva  Silvester Stallone  - Rochy Balboa  in allenamento -  è arrivato il lieto fine. L’oca, che selvaggia non era più, è stata finalmente presa, con l’applauso di tutti. Il pennuto, avuto il suo momento di notorietà, è stata affidata al servizio veterinario dell’Asl che deciderà il da farsi.  Back stage. La vicenda è finita al bancolotto. Per la complessità a formulare  ambi, terni e oltre, meglio chiedere agli esperti.     
 
 
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