Operazione San Gennaro: il tesoro del santo patrono di Napoli vola in Germania

Operazione San Gennaro: il tesoro del santo patrono di Napoli vola in Germania
di Ugo Cundari
Sabato 10 Settembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 16:02
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Hai voglia, caro pseudo-tifoso ignorante e mentecatto, a invocare il Vesuvio per farci lavare col fuoco. Noi qui abbiamo San Gennaro che sempre ci ha difesi e sempre ci difenderà. Voi invece... Ma lasciamo stare, i napoletani non augurano il male a nessuno. Dicevamo, noi abbiamo il Maradona dei santi, che ha sempre evitato grosse tragedie stoppando al volo, per rimanere nella metafora calcistica, i sussulti vesuviani. Lo dimostra la storia nel caso della distruzione di Pompei San Gennaro ancora non era nato e lo racconta una grande mostra, a dieci anni di distanza dall'ultima all'estero, allestita al museo diocesano di Monaco di Baviera. Curata da Paolo Jorio, ha come titolo «Ballando sul vulcano. Vita e fede all'ombra del Vesuvio» in cui la prima frase è una espressione idiomatica tedesca che vuol dire stare sui carboni ardenti, vivere sull'orlo del precipizio, «cioè quello che quotidianamente proviamo noi napoletani sapendo che lui, il Vesuvio, può esplodere da un momento all'altro. Ma alla fine poco ci importa, abbiamo Gennarino nostro a vegliare su di noi».

La mostra si inaugura l'1 ottobre, rimane aperta fino a gennaio e conta su 47 capolavori del museo del Tesoro di San Gennaro tra busti, quadri e oggetti sacri partiti ieri da via Duomo con la scorta dei carabinieri.

Tra le opere più preziose l'ostensorio in oro, argento e pietre preziose, e il piviale ricamato a Vienna, due doni della regina Maria Teresa d'Austria, seconda moglie di re Ferdinando II. Alla volta del museo tedesco è partita anche la collezione degli argenti del Mann, ritrovata negli scavi di Pompei e conservata dalla cenere del Vesuvio, messa a confronto con gli argenti del tesoro di San Gennaro realizzati nel 600 e nel 700 per devozione e per la protezione dalle eruzioni. Il museo di San Martino presta un quadro di Micco Spadaro sul miracolo del 16 dicembre del 1631, quando il Vesuvio eruttò in modo violentissimo, distrusse Torre del Greco e Torre Annunziata e stava per colpire Napoli. I napoletani portarono in processione le teche del sangue e dodici busti d'argento tra i quali quelli che andranno a Monaco. Il sangue si sciolse e la lava si fermò. Da allora, il 16 dicembre è la terza data del miracolo.

In totale, nella mostra a Monaco saranno esposte oltre 170 opere provenienti per gran parte dai musei napoletani, ma non solo: ci sono anche prestiti da Capodimonte, Filangieri, arciconfraternita dei Pellegrini, ma persino dagli Uffizi di Firenze, dal Prado di Madrid, dalla National Gallery di New York, dal Victoria and Albert museum e dal British museum di Londra. Avrebbe dovuto partecipare anche l'Ermitage di San Pietroburgo, con il prestito di un quadro di Luca Giordano e uno di Domenico Cimarosa che raffigurano il santo, ma per la guerra l'accordo è saltato. 

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«Vent'anni dopo aver fondato il museo del Tesoro di San Gennaro, come per festeggiare, sono riuscito a realizzare questa mostra» dice Jorio. «Chi la vedrà capirà che alla forza distruttrice naturale del vulcano i napoletani hanno contrapposto la fede nel loro santo patrono a cui appartiene uno dei tesori più importanti al mondo. Vesuvio e San Gennaro sono le due immagini contrapposte più ricorrenti per rappresentare Napoli nel mondo. Questa è una mostra sulla doppia identità della città».

Con tutte queste opere spedite in Germania, il museo napoletano però non rimarrà spoglio: «Abbiamo già sistemato, al posto dei busti partiti, altre sculture e quindi non ci sarà alcun vuoto nelle nostre sale. E se non bastasse, in contemporanea con l'apertura della mostra tedesca, al museo inaugureremo una rassegna tutta nostra in cui ci saranno anche pezzi mai presentati al pubblico». Tra quelli più prestigiosi, le portelle di legno, appena restaurate, che un tempo chiudevano le nicchie dei busti, e l'arredo liturgico di bronzo con ostensori e candelabri per un totale di una settantina di pezzi. 

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