È il turismo la gallina dalle uova d’oro, solo sfruttando questa risorsa il Comune potrà uscire dalla secche di un bilancio che ora deve essere al passo della città che cresce e fornire servizi all’altezza del boom turistico. Questo il ragionamento dell’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta che lancia «un ticket unico per il trasporto pubblico sul territorio di Napoli e visitare i musei comunali e statali con un prezzo diversificato: uno per i turisti e l’altro per i napoletani». Più salato per i visitatori - come avviene a Firenze e Venezia - e “normale” per i residenti. Perché i turisti - ragionano a Palazzo San Giacomo - non vanno solo coccolati ma a loro vanno offerti servizi. E chi viaggia non bada ai 10 euro in più o di meno, ma punta all’offerta dei servizi. Quindi il biglietto per viaggiare in bus, metro e funicolare per un giorno e l’ingesso a tutti i musei comunali e statali come Capodimonte e il Mann. Quale strumento per incrementare le entrate e scongiurare nuovi aumenti per le gabelle locali.
Baretta delinea il quadro attuale delle finanze del Municipio nella relazione di pochi giorni fa: «Il contributo statale derivante dal “Patto per Napoli” ci ha salvato dall’affogare, ma non è da lì che può derivare la salute del bilancio che, invece, dipende dalla capacità propria di alimentare un flusso di entrate solido e certo, liquido ed esigibile e che si incrementa progressivamente» scrive l’assessore. Che poi dritto al punto: «Proprio il turismo - si legge - ci invita a riflettere su questo aspetto. Si pensi alla rete dei musei cittadini e delle sale per ospitare eventi quali congressi e matrimoni che potremo meglio valorizzare. In alcune città questa rete é, per quanto riguarda i servizi e il prezzo di accesso, collegata, con un’unica offerta, alla rete museale statale e ai sevizi di mobilità. In tal senso, una distinzione tra residenti metropolitani e ospiti consentirebbe di applicare una maggiore e più equa politica tariffaria».
Prezzi dei biglietti diversificati - dunque - anche per gli usi delle sale nobili dei siti comunali, come quelli del Maschio Angioino. A Partire dalla sala dei matrimoni a quelle dei convegni. A marzo, a proposito del business dei matrimoni, proprio al Maschio Angioino l’assessore al Turismo Teresa Armato organizzò un convegno con 12 selezionatissimi wedding planner internazionali arrivati dal Regno Unito, Usa, Canada, Emirati Arabi, Francia, Lettonia e Georgia. Il report presentato dell’Italy for weddings basato sui dati dell’anno scorso raccontarono che in Italia il matrimonio degli stranieri muove un giro di affari di 936 milioni. Toscana, Puglia, Sicilia, Lombardia, Campania e Piemonte sono le sei regioni con maggiori richieste. Tra le principali città d’arte italiane il maggior numero di richieste è stato registrato per Roma, Firenze e Venezia. Con Napoli al quarto posto un risultato ritenuto ottimo dagli esperti del settore perché Napoli è una new entry con grandi margini di crescita. Il turismo dei matrimoni potrebbe essere una fonte di incassi notevole di qui il riferimento di Baretta alle Sale del Maschio Angioino. Per avere entrate fresche ed evitare - per esempio - l’aumento della Tari dove Baretta lancia l’allarme. «Lo scorso anno e quest’anno siamo intervenuti con rilevanti poste di bilancio per attenuare l’effetto degli aumenti sulle famiglie, ma il fenomeno, se non troviamo rapidamente altre soluzioni, il bilancio sarà sottoposto a stress di difficile controllo».
Quanto potrebbe costare il ticket unico differenziato? Tra i 20 e i 30 euro, queste le prime stime che trapelano. Le interlocuzioni con il Mic - il Ministero per la cultura - per il ticket unico dei musei sono avviate e il Comune punta a chiudere un accordo favorevole per l’anno prossimo. Le basi - fanno sapere dal Municipio - ci sono, non fosse altro perché questo tipo di accordo è stato già raggiunto con altre due città d’arte quali Venezia e Firenze. E Napoli potrebbe agganciarsi a questo treno. La questione del ticket differenziato per i visitatori è argomenti di riflessione a Palazzo San Giacomo dove si stanno studiando altre modalità di attuazione. Come per esempio le visite a Monte Echia che costano solo 1,50 euro, il biglietto dell’Anm. Chi non pagherebbe almeno 5 euro - ragionano gli esperti del settore - per non farsi una foto panoramica con tutta Partenope e il Vesuvio in bella mostra? Magari con un brindisi di benvenuti? Oppure con eventi come i concerti di musica classica? Insomma, è fondamentale per il Comune aumentare le entrate proprie per migliorare i servizi offerti ai turisti e soprattutto non fare arrivare nella case dei napoletani nuovi aumenti delle tasse al netto di quelle maggiorate dal “Patto per Napoli”.