Napoli, Agorà Masullo al Vomero: già 100 firme, anche Servillo e De Giovanni. «Ma non finisca come con De Crescenzo»

Napoli, Agorà Masullo al Vomero: già 100 firme, anche Servillo e De Giovanni. «Ma non finisca come con De Crescenzo»
di Ugo Cundari
Domenica 17 Maggio 2020, 10:47
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Sono più di cento i firmatari per l'appello a intitolare ad Aldo Masullo, scomparso il 24 aprile, la scalinata che conduce da via Morghen a via Cimarosa e lo slargo antistante, nei pressi del quale si trova la libreria Iocisto diretta da Alberto della Sala, da cui è partita l'iniziativa con l'appoggio del Mattino. «Masullo ha incarnato la figura del filosofo dotato del raro talento di avvicinare il pensiero al sentire di tutti, esprimendo, nelle sue ultime interviste, l'angoscia condivisa per il morbo pandemico, un nemico silenzioso, insidioso, che arriva sommessamente e ci trova sfiancati. Il cordoglio per la sua perdita manifestato in modo globale, trasversale per ceti sociali, età, appartenenze ideali e perfino politiche, costituisce una prova dell'appartenenza di Masullo alla nostra comunità» dice della Sala.

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IL FILOSOFO E IL VOMERO
Masullo, nato in provincia di Avellino, era diventato da oltre settant'anni un vomerese di viale Michelangelo, amava il suo quartiere dove ha passeggiato fino a che ha potuto. Far nascere piazzetta Masullo, accanto a piazzetta Fuga, potrebbe essere un piccolo ma significativo riconoscimento per tutto l'impegno, civile e politico che il filosofo ha dimostrato per la sua città, il suo quartiere. Nella sua abitazione sommersa dai libri ha ricevuto tanti altri filosofi, ha risposto alle interviste di tante troupe televisive, italiane e non solo, spesso era ospite di trasmissioni tedesche, lui che, ricordava spesso ai suoi studenti, aveva trascorso tanti anni di studio e di ricerca in Germania. Masullo, anche se amava definirsi «cittadino del mondo», era molto attaccato al suo quartiere. In una recente intervista aveva detto che «il Vomero tra le tante realtà urbane violentate in questa città è quella che conserva qualche traccia dell'antica civiltà, per lo meno nella struttura urbanistica della parte centrale. Incontro e conosco ancora molti vomeresi che hanno conservato uno stile di vita, un modo di riflettere sulle cose e rapportarsi agli altri che definirei altamente civile». Tra i firmatari dell'appello si è aggiunto di recente anche l'attore Toni Servillo, insieme a lui tanti altri nomi dello spettacolo come Francesco Paolantoni, Rosaria De Cicco, Massimiliano Gallo, Veronica Mazza, Marisa Laurito e poi giornalisti come Titti Marrone, Vittorio del Tufo, Francesco De Core, Pietro Gargano, Giuseppe Crimaldi, scrittori come Maurizio De Giovanni, Lorenzo Marone, Diego De Silva, Viola Ardone, Antonella Cilento, intellettuali come Roberto Esposito, Marta Herling, Silvio Perrella, Domenico Ciruzzi, Sylvain Bellenger, Rossella Bonito Oliva, Nino Daniele, artisti come Lello Esposito e Michele Campanella, editori come Diego Guida e Alessandro Polidoro. Fino ad oggi nessun rappresentante delle istituzioni si è pronunciato in merito all'iniziativa, né a favore né a sfavore. I firmatari dell'appello sperano in una risposta positiva del sindaco Luigi de Magistris, sempre che poi alle parole seguano i fatti. Insomma che non succeda come nel caso di Luciano De Crescenzo, filosofo oltre che scrittore scomparso l'estate scorsa, al quale il sindaco promise di intitolare vico Belledonne a Chiaia. Era il 24 luglio del 2019, e alle parole non sono seguiti i fatti. Chissà se stavolta l'assessore Alessandra Clemente, con delega alla toponomastica, riuscirà a fare qualcosa di più.

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