Anac: sì al bando per i due impianti delle ecoballe in Campania

Anac: sì al bando per i due impianti delle ecoballe in Campania
di Daniela De Crescenzo
Giovedì 23 Agosto 2018, 10:30
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Ecoballe: per tentare di farle sparire la Regione è pronta a spendere 630 milioni. E così, calcolando i soldi già spesi per lo smaltimento e il fitto delle piazzole, quella maledetta spazzatura costerà a conti fatti più di un miliardo. Nei giorni scorsi, infatti, sono stati pubblicati i bandi per i due impianti di Giugliano e Caivano dove si lavoreranno i rifiuti impacchettati che partiranno poi per destinazioni diverse.

I bandi scadono il 10 settembre e avviano una procedura tecnicamente definita comparativa con negoziazione che è stata approvata dall'Autority Anticorruzione (Anac). Entro quella data si appalteranno la costruzione degli impianti e il successivo smaltimento dei rifiuti. A Giugliano si spenderanno 19 milioni e 600 mila euro per la realizzazione degli impianti da realizzare nell'area ex Enel di Ponte Riccio e 199 milioni e 200 mila euro per lo smaltimento di 1 milione e 200 mila tonnellate di spazzatura. Quindi si pagheranno 166 euro a tonnellata. L'idea di fondo è quella di recuperare tutti i materiali e tutta l'energia possibile. Secondo la Regione, il 50 per cento dei rifiuti sarà trasformato in materiale da riciclare e il 30 per cento diventerà Css (cioè combustibile secondario). Ma il 20 per cento finirà comunque in discarica. Il vincitore dell'appalto avrà quattro mesi per avviare i lavori e un anno per costruire la struttura, poi dovrà smaltire 200 mila tonnellate all'anno. A conti fatti per terminare le operazioni ci vorranno più o meno otto anni.
 
A Caivano è prevista la fornitura ed installazione, in una struttura attualmente non utilizzata del tritovagliatore di Caivano, di un impianto elettromeccanico per la produzione di combustibile solido secondario (Css). 14 milioni e 300 mila euro (oltre IVA), si spenderanno per la sistemazione delle aree e la relativa progettazione. 398 milioni e 400 mila euro serviranno per la lavorazione di 2 milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti (spesa previsa sempre 166 euro a tonnellata). L'immondizia sarà trasformata in combustibile solido secondario (Css) da utilizzare poi in cementifici e centrali termo-elettriche. Tutto quello che non potrà essere bruciato dovrà comunque essere portato in discarica. Bisognerà vedere, adesso, quale sarà la risposta del mercato. Nelle scorse settimane il vicepresidente Fulvio Bonavitacola si era dimostrato ottimista e aveva spiegato: I due impianti che stiamo per mettere a gara lavoreranno 3 milioni e 600 mila tonnellate di ecoballe. Se aggiungiamo le 800 mila già affidate e la facoltà di estensione già prevista, anche in quel caso, negli atti di gara possiamo affermare che entro la prima parte dell'autunno potremmo contrattualizzare la rimozione di tutte le balle.

Ma da dove arriveranno i soldi? In questo caso a spendere dovrebbe essere direttamente il governo. I rifiuti urbani, quelli prelevati ogni giorno dai cassonetti, vengono smaltiti (o dovrebbero essere smaltiti) grazie ai denari versati ai Comuni dai cittadini con la tassa sui rifiuti. Ma le balle sono state accumulate in epoca commissariale (dunque tra il 2001 e il 2009) e quindi i costi non possono essere riversati sugli enti locali. Per questo il governo Renzi aveva stanziato prima 150 e poi altri 294 milioni e la Regione negli anni scorsi aveva varato due bandi per far sparire le balle negli impianti stranieri e italiani. Con la prima gara è stato appaltato il trasporto di 476.794 tonnellate di spazzatura impacchettata, ma attualmente ne sono state smaltite poco più di novantamila perché le aziende non sono riuscite a stringere contratti con i siti finali di smaltimento. L'importo a base d'asta era di 150 euro, un prezzo giudicato troppo basso dal mercato e così nel secondo bando l'importo a base d'asta della seconda gara è salito a 170 euro a tonnellata. Ma anche i nuovi contratti non hanno prodotto i frutti sperati.

Adesso si è aperta una nuova fase e Bonavitacola si mostra sicuro che presto i fondi arriveranno. Intanto bisognerà vedere chi si aggiudicherà l'appalto.
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