Scialatielli, babà e Maradona:
Berlusconi torna made in Naples

Scialatielli, babà e Maradona: Berlusconi torna made in Naples
di Antonio Menna
Venerdì 20 Maggio 2022, 23:59 - Ultimo agg. 21 Maggio, 00:00
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Maradona e Marechiaro. Scialatielli e frittura. Il mare e il Vesuvio. Non manca nulla, nella cartolina napoletana di Forza Italia. Prima la visita all’altare pagano del campione argentino, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, con Antonio Tajani, il capogruppo del Ppe all’Europarlamento, Weber e, per completare il rito, l’ex calciatore Incocciati. Tutti in raccoglimento come davanti al sangue di San Gennaro. Poi il pranzo di Berlusconi, con tanto di compagna e suocero. Da Cicciotto dove il titolare intona “Malaffena” e Silvio accenna qualche strofa. Tengo il “core napulitano”, sembra voler dire il Cavaliere, nel suo primo giorno di ritorno in città. E anzi lo dice: «Hanno sempre detto che sono un napoletano nato a Milano, poi quando ero ragazzo dicevano che ero un vulcano di idee proprio come il Vesuvio».

Liscia il pelo all’orgoglio, sa come si fa. E lo fa bene. Si cala totalmente nella tradizione. Si concede a qualche selfie, ma la sicurezza vigila sui contatti. Qualcuno lo saluta col sorriso, lui alza la mano come una benedizione, poi si tiene al braccio di Marta Fascina, che sembra più preoccupata che contenta. Si deve fare ma che fatica. Poco distante c’è anche il padre di lei, confuso nell’ampio staff. Ai tavoli del ristorante, l’immancabile canzone dialettale, la foto con il Vesuvio sullo sfondo, manca un Pulcinella ma nessuno lo aveva avvisato. Il menù è quello della tradizione (scialatiello alle vongole, frittura di calamari e gamberetti, una tartare di tonno per Marta Fascina, babà e delizia al limone, con un Fiano Quintodecimo), molti sorrisi, qualcuno tirato, qualche battuta e poi il saluto con foto ai titolari del locale, Vincenzo e Gianluca. Non è una festa, sembra più una processione. È una discesa nella gouache, la prima uscita partenopea del Cavaliere sorridente e affaticato, che oggi, invece, parlerà in maniera ufficiale nella sede della Convention nazionale di Forza Italia della Mostra d’Oltremare, dove ieri sono transitati, tra un dibattito e l’altro, nel primo giorno dei lavori, amministratori locali, parlamentari e, nel tardo pomeriggi, anche i ministri. 

Una volta qui era tutto potere. Aleggia un’aria decadente, romantica, che ha una sua eleganza ma di nobiltà perduta, un odore lontano e dignitoso, nel padiglione defilato della Mostra d’Oltremare, quello che affaccia sulle piscine, nel verde di un parco deserto, scelto da Forza Italia per tentare di rimettere sulle gambe il corpaccione simpatico ma non più scattante – somiglia a Berlusconi - di un partito che cerca disperatamente di ritrovarsi ma deve ancora capire dove si è smarrito.

E si ritrovano, uno con l’altro, a volte con l’aria stropicciata dei reduci, molti fedelissimi piombati a Napoli dai paesi più estremi della Campania. Sono proprio loro, mentre il Cavaliere si cala nella tradizione, i protagonisti del primo giorno di raduno. Più provincia che città. Più entroterra che centro. Senza cravatta, senza mascherine, con qualche giacca blu, molte magliette a mezze maniche su pance pronunciate, gruppetti che arrivano insieme, restano insieme, se ne vanno insieme. È cambiato l’identikit del militante di Forza Italia: non c’è più la ricerca estenuante della perfezione estetica, del sorrisone luccicante, l’imprenditore abbronzato, il manager rampante, la signorina coi tacchi; c’è invece l’insostenibile fatica dello stare al mondo.

Resistere, chi l’avrebbe mai detto? Ci sono molti ragazzi, nei corridoi della convention. Ma alcuni hanno l’aria di essere stati un po’ trascinati. Lo sguardo accecato sugli smartphone, l’aria svogliata. Qualche foto al parco, da mettere su Instagram. E qualche scatto di gruppo con i leader che sorridono davanti a un grande pannello, ma poi dopo la foto passeggiano solitari nei corridoi pieni di luce dove non c’è alcuno sfarzo: l’essenziale è visibile agli occhi. Un baretto al primo piano serve caffè e qualche pizzetta. Nella pausa pranzo, il buffet riservato a pochissimi è parco e defilato: nessuna scena pantagruelica, nessun assalto. Si mangia in modo sommesso e lontano dagli occhi. Il solo gadget concesso, e non a tutti, è una borsa di tela col marchio del Parlamento europeo, mentre spuntano ovunque dei fascicoli a colori sull’Italia del futuro, stampati nell’aprile del 2022 ma così antichi, con Berlusconi (magro, giovane, sorridente) in copertina e il titolo “Io sono Forza Italia”. E poco più, intorno a lui. 

 

Sul piazzale antistante la sala – dove troneggia Antonio Tajani, come un vero padrone di casa - campeggia un ottimistico maxischermo, a cui però una ventina di persone uscite a fumare, danno le spalle parlottando tra loro. Di tutto ma poco di politica. Qualcuno si avventura nel parco, a ridosso delle vasche. Ci si guarda intorno. Molto anche dentro. Si contano gli assenti almeno tanto quanto i presenti. Esce l’eurodeputato Fulvio Martusciello, vero motore dell’evento, e chiede la cortesia di entrare: «arriva il TgUno, cerchiamo di mostrare una sala piena, grazie», dice con sincero candore. Dentro il piccolo catino azzurro, i posti a sedere lasciano non pochi vuoti. Una orchestra di giovani musicisti intona l’inno d’Italia. Sul palchetto, si succedono parlamentari e dirigenti, con parole d’ordine già sentite. Alle pareti, come in un palazzetto dello sport, campeggiano striscioni che sembrano una piccola mappa di posizionamenti. Sul fondo un manifesto avvisa che “Afragola c’è”, nel caso qualcuno dovesse pensare il contrario. Sulla ringhiera alta della balconata, invece, come allo stadio, c’è lo striscione “a supporto di Franco Silvestro”, affisso “dagli amici di Casalnuovo”.

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E gli stessi amici, a giudicare dalla grafica, hanno preparato anche lo striscione accanto, “a supporto di Massimo Pelliccia”, che di Casalnuovo è il sindaco, e ha portato alla mostra almeno un centinaio di supporter personali, a giudicare dalla improbabile ovazione che lo accoglie quando fa il suo ingresso in sala. Sulle ali della sala, altri due banner ricordano che “Trecase è presente” e che è presente anche Apricena, del che non ci si può che rallegrare. Sul lato opposto dello stesso anfiteatro c’è lo striscione “a supporto di Annarita Patriarca” - anche lei accolta da applausi scroscianti dei suoi supporter -, e a firmarlo sono sempre gli amici di Casalnuovo, che in questo momento difficile, sono amici un poco di tutti, evidentemente. Più piccoli, in maniera quasi irriverente, i cartelli per Marta Fascina (sei nel cuore di Napoli) e per Antonio Tajani (Napoli con te, sempre). Ma oggi arriva il Cavaliere: lascia la cartolina e ritrova il podio.

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