Caos Municipalità a Napoli: anche le missioni nel mirino dei pm

Caos Municipalità a Napoli: anche le missioni nel mirino dei pm
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 28 Settembre 2019, 08:25 - Ultimo agg. 11:37
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Il mistero delle firme e delle presenze. Il fascicolo d'indagine aperto dalla Procura di Napoli sulla partecipazione di due consiglieri della VI Municipalità ai lavori della commissione non è l'unico aspetto che viene vagliato in questi giorni dagli inquirenti.

Si parte, ovviamente e come sempre, dal presupposto della presunzione di innocenza degli indagati. Ma gli inquirenti - che possono contare su una consistente mole di documenti acquisiti negli uffici del parlamentino della zona orientale cittadina - vogliono fare chiarezza non solo sulla seduta del cinque aprile 2017 (nella quale, ricordiamo, emergerebbero presunte anomalie tra le firme d'ingresso ai lavori della commissione Ambiente e territorio e l'orario di chiusura dei lavori); in seguito ad alcuni esposti giunti in Procura si sollevano dubbi sulla regolarità di alcune procedure.
 
C'è una dubbio di fondo che deve essere fugato: dietro la convocazione di alcune sedute di commissione c'è chi le ha utilizzate a mo' di porte girevoli, marcando la propria presenza per poi allontanarsi subito dopo, ed intascando così il gettone di presenza? Oppure dietro l'indicazione che riporta come assente alla fine dei lavori chi invece risultava presente in apertura si nasconde un mero errore materiale di trascrizione?

Un fatto è evidente: analizzando alcuni atti gli investigatori si sono trovati dinanzi ad un atteggiamento ricorrente da parte di alcuni consiglieri: i quali avrebbero preso parte alle riunioni chi solo per venti minuti, chi magari per una mezz'oretta per poi andar via. Dietro questo tourbillon di ingressi e di uscite potrebbe esserci - ed è un altro sospetto dei pm - non solo l'incasso del gettone di presenza (circa 50 euro lordi a seduta), ma anche la necessità di garantire il numero legale necessario a rendere valide le sedute.

Non è finita. Perché, a quanto pare, a Ponticelli ultimamente si sarebbero verificati almeno due casi di commissioni regolarmente convocate e riunitesi nei locali della Municipalità - e dunque nella sede comunale istituzionalmente deputata - ma poi proseguite all'aperto, per le strade del quartiere.

È accaduto sia in occasione di una marcia anticamorra, sia addirittura in un centro nel quale si svolgeva l'evento «Marzo Donna» dove era programmata la presentazione di un libro sulla condizione femminile.

L'indagine avviata dai pm della sezione Reati contro la pubblica amministrazione potrebbe a breve non limitarsi più al solo caso di Ponticelli, estendendosi ad altri parlamentini.

Il sospetto - e qui non parliamo più dell'ambito investigativo che riguarda Ponticelli - è che certe opacità (favorite probabilmente anche da regolamenti che si prestano ad interpretazioni di manica larga) possano riguardare anche altre sedi istituzionali locali: non soltanto rispetto ai compensi legati al gettone di presenza, ma anche rispetto alla giustifica da lavoro.
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