Case, verde e negozi: le mani sull'ex Cirio di politici e faccendieri

Case, verde e negozi: le mani sull'ex Cirio di politici e faccendieri
di Dario Sautto
Sabato 2 Marzo 2019, 11:00
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Un progetto rincorso vent'anni senza mai arrivare alla sua realizzazione, con un giro ipotizzato di corruzione e «promesse», con ricerche di agganci politici per ottenere piaceri. L'ex area Cirio di Castellammare rappresenta il grande affare (per ora sfumato) di Adolfo Greco, detenuto da due mesi, oggi imprenditore nel settore del latte, dell'immobiliare e delle strutture ricettive, ma con un passato da uomo di fiducia di Cutolo. Il nuovo filone investigativo dell'inchiesta «Olimpo», che a dicembre ha portato ad arresti eccellenti tra i quattro clan di camorra dell'area stabiese, è quello approdato alla Procura di Torre Annunziata e che non prevede connivenze camorristiche. Sono dieci in totale gli episodi specifici (le notizie di reato) sui quali sono in corso gli accertamenti degli investigatori, che hanno ottenuto una proroga di indagine dal gip di Torre Annunziata, dopo sei mesi di lavoro sugli atti trasmessi dal pm Giuseppe Cimmarotta e dalla Dda di Napoli. Tra gli indagati ci sono i parlamentari Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo, entrambi di Forza Italia, e il capogruppo del Pd in Regione, Mario Casillo. Si dicono tutti «sereni» e «in attesa di capire qualcosa in più sulle accuse». I loro nomi spuntano tra intercettazioni e documenti che gli uomini della squadra mobile di Napoli e del commissariato stabiese stanno analizzando da oltre sei mesi, con l'inchiesta coordinata da Andreana Ambrosino e Rosa Annunziata del pool del procuratore Sandro Pennasilico e dell'aggiunto Pierpaolo Filippelli.
 
«È un'inchiesta molto ampia e complessa, sulla quale stiamo lavorando con attenzione. Per farlo, è stata necessaria una proroga» è l'unico commento del procuratore di Torre Annunziata. I reati contestati ai 17 indagati sono, a vario titolo, di abuso d'ufficio, corruzione e traffico di influenze illecite. Solo Adolfo Greco risponde, in questa fase preliminare, di tutte le accuse mosse dagli uffici inquirenti. La vicenda si collega al progetto firmato dall'ingegner Antonio Elefante per conto della PolGre Europa 2000 srl, società dal 1999 proprietaria dell'ex stabilimento Cirio. Tra i soci ci sono anche i Polese, i proprietari della Sonrisa e partner di Greco anche con l'immobiliare «Il Castello» che acquistò il Palazzo Mediceo di Ottaviano per conto di Cutolo. Per l'abbattimento degli scheletri industriali e la costruzione di 330 appartamenti, con box, parcheggi, aree commerciali e parco a due passi dal mare, alla PolGre sarebbero serviti diversi pareri, autorizzazioni e permessi, arrivati di volta in volta anche secondo l'accusa forzando l'iter. Così, l'allora Provincia retta dal presidente facente funzioni Pentangelo, subentrato a Cesaro eletto in parlamento, nominò il commissario ad acta Maurizio Biondi, che suppliva alle mancanze del Comune di Castellammare. A Pentangelo per ora la Procura contesta i reati di abuso d'ufficio e corruzione, mentre a Cesaro solo la corruzione. Tra ottobre e dicembre 2013, invece, si inquadra anche la figura di Mario Casillo, accusato di traffico di influenze illecite insieme all'imprenditore edile Giuseppe Passarelli, che avrebbe dovuto realizzare il nuovo quartiere nell'ex Cirio, Elefante, Luigi Greco (figlio di Adolfo ed ex consigliere comunale stabiese) e Gennaro Iovino, dirigente del Pd stabiese e padre dell'attuale consigliere Francesco. Tra gli indagati ci sono anche l'ad della PolGre, Pierpaolo Limone, l'imprenditore Giovanni Lombardi, Sabato Polese, Vincenzo Campitiello, Francesco Cesaro, Marcello Ciofalo, Vincenzo Colavecchia e Angelina Annita Rega, moglie di Greco.
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