Catello Maresca consigliere comunale e magistrato, ira Cartabia: «Mai più un caso simile»

Catello Maresca consigliere comunale e magistrato, ira Cartabia: «Mai più un caso simile»
di Valentino Di Giacomo
Giovedì 9 Dicembre 2021, 00:28 - Ultimo agg. 10 Dicembre, 08:09
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«La proposta che farò alle forze politiche è che un caso Maresca - reintegrato martedì dal Csm in magistratura pur essendo consigliere comunale a Napoli - non possa più accadere. L’indipendenza deve essere non solo applicata ma anche percepita». È l’affondo della ministra della Giustizia, Marta Cartabia, intervenendo ieri ad Atreju alla consueta convention organizzata da Fratelli d’Italia e da Giorgia Meloni. Non sono passate neppure ventiquattro ore da quando Maresca è stato assegnato dal Consiglio superiore della magistratura al ruolo di giudice presso la Corte d’Appello di Campobasso, che da via Arenula non viene nascosto il fastidio per il doppio ruolo dell’ex pm partenopeo che solo dieci anni fa aveva raggiunto con il suo pool il traguardo di catturare la primula rossa del clan dei casalesi Michele Zagaria.

Nonostante Maresca sia stato assegnato dal Csm fuori Regione, ha lasciato strascichi l’inconsueta doppia veste: capo dell’opposizione in Consiglio comunale a Napoli e giudice a Campobasso. Polemiche non erano mancate neppure in seguito al via libera del Csm, con una risicatissima votazione di 11 favorevoli e 10 astenuti.

Una decisione, quella presa a Palazzo dei Marescialli, che aveva già suscitato frizioni. «È inaccettabile - aveva tuonato il togato di Area, Giuseppe Cascini - che un magistrato in servizio sia leader dell’opposizione al governo della città in cui vive». 

Non viene ora escluso da via Arenula un intervento legislativo per fare in modo che simili sovrapposizioni non accadano in futuro. Anche per questo ieri Cartabia ha rimarcato di aver letto con stupore «informazioni sbagliate, non so sulla base di quali fonti», riferendosi ad articoli comparsi su altri giornali che preannunciavano un via libera della ministra ad allargare le maglie per rendere più semplice il rientro in servizio dei magistrati scesi in politica. L’obiettivo di Cartabia - è stato fatto filtrare dal suo entourage - è l’opposto: provare a ridurre al minimo il cross-over tra politica e magistratura. Anche per questo ha anticipato come ormai imminente un’ampia riforma del Csm e, soprattutto, del metodo di selezione dei componenti di Palazzo dei Marescialli. «Il Csm e l’ordinamento giudiziario - ha annunciato Cartabia da Atreju - sono il prossimo imminente appuntamento di riforme. Ho proceduto partendo dall’esistente, mettendo al lavoro una commissione tecnica, ho ascoltato proposte dei gruppi politici e dalla magistratura, cercando un punto percorribile. Io potrei avere in mente la mia riforma ideale, ma si tratta di trovare una riforma possibile. Mi sono arrivati degli spunti e dei non desiderata. A partire da domani mattina alle 8 (oggi, ndr.) ci sarà una consultazione di tutti i gruppi di maggioranza per trovare dei punti di convergenza». 

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Non replica Maresca all’affondo di Cartabia, non può farlo per ragioni formali e perché legato al rispetto del proprio profilo istituzionale, di fronte all’intervento del suo ministro di riferimento. Certo, c’è chi dall’entourage del giudice fa notare i tanti casi di magistrati che hanno svolto incarichi in politica. Anche se nessuno, fino a questo momento, era stato giudice e consigliere al tempo stesso. Neanche i partiti che pure avevano appoggiato la candidatura a sindaco di Maresca sono ieri intervenuti sul tema, pesano anche gli strascichi di una campagna elettorale che ha nei fatti aperto un fossato soprattutto con Lega e Fdi. Maresca aveva richiesto un’aspettativa per correre a Palazzo San Giacomo, poi lo scorso 12 ottobre, dopo la sua elezione, aveva fatto richiesta per essere assegnato alle corti d’Appello di Bari, Firenze, Bologna. Successivamente aveva poi indicato Campobasso e Salerno. Non esiste una regola che impedisca a un consigliere comunale di essere contemporaneamente magistrato, ma Maresca d’ora in poi per partecipare alle sedute del Consiglio dovrà chiedere un permesso.

Cartabia, intanto, ad Atreju non si è soffermata solo sul caso del giudice napoletano, ma è intervenuta sulla piaga del sovraffollamento delle carceri al caso di Chico Forti. «Il governo - ha poi sottolineato - non sta lavorando né a una giustizia più garantista né più giustizialista, ma per una giustizia che risponda di più ai principi costituzionali». E, sulla sua presenza alla kermesse di Fdi, ha detto: «È un atto dovuto perché in una democrazia si dialoga soprattutto con l’opposizione». 

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