Circolo Canottieri, adesso si tratta: vicino l'accordo con il Demanio

Circolo Canottieri, adesso si tratta: vicino l'accordo con il Demanio
di Paolo Barbuto
Martedì 12 Febbraio 2019, 12:00
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Ventiquattr'ore dopo l'esplosione del «caso Canottieri», al Molosiglio si respira un'aria pesante. A dire la verità la tensione si taglia con il coltello già dalla fine di gennaio quando il presidente Ventura ha presentato le sue dimissioni durante un'infuocata riunione del direttivo. Sul tavolo la questione del canone da versare al Demanio per il fitto della sede: una storia delicata e complessa che, a sentire i sussurri della Canottieri, sarebbe diventata lo spunto per una guerra intestina.

Il redde rationem è previsto per domenica prossima quando, alle 18, si riunirà l'assemblea dei soci del circolo con un ordine del giorno stringato ma preciso: relazione del presidente e procedure per l'elezione di un nuovo presidente. Ma è così scontato che il nuovo presidente non possa essere quello che ha appena presentato le dimissioni?
 
Qui scivoliamo sul terreno minato della vita di circolo che è un mondo a parte, chiuso dietro un muro di silenzi. Anzi, qualche sussurro arriva, ma sono parole di parte, non sempre attendibili e spesso usate per piantare picconate sulla cordata avversaria, sicché è meglio non ascoltare le «voci di dentro» fino al momento in cui non si trasformano in parole ufficiali. Ecco, diciamoci subito che di parole ufficiali dal presidente dimissionario non ne arrivano: silenzio stampa per evitare di dire cose che potrebbero alimentare polemiche inutili. Parlerà solo durante l'assemblea e, sostiene chi gli è vicino, avrà un mucchio di cose da dire.

Una parte dei soci spiega che il mandato Ventura è stato foriero di successi e di rinnovata serenità sul piano organizzativo e finanziario, la parte opposta tuona sulla necessità di cambiare e utilizza proprio la vicenda del Demanio per spiegare la situazione di disagio.

La questione è semplice e paradossale allo stesso tempo: per ventidue anni il circolo Canottieri avrebbe occupato la sede, che appartiene al Demanio marittimo, senza pagare il canone. Fino al 1996 c'era stata una disputa sulla titolarità di quella struttura fra il Comune di Napoli e il Demanio marittimo, quell'anno una sentenza attribuì definitivamente le «pietre» al demanio che ne divenne, ufficialmente il proprietario.

Per lunghi anni non è stata presentata nessuna richiesta di canone alla Canottieri, poi l'anno scorso il demanio marittimo s'è fatto avanti proponendo la cifra di circa 50mila euro per sanare i canoni passati e aprire una nuova stagione di regolarizzazione di fitto.

Sulla questione della richiesta di canone da parte del demanio s'è creata una spaccatura fra soci. Se da una parte il presidente Ventura ha aperto un dialogo con l'agenzia e sta creando i presupposti per risolvere la questione, dall'altra parte c'è chi avanza le ipotesi più disparate per evitare quel pagamento e, anzi, per tentare di entrare in possesso della sede utilizzando la formula dell'usucapione.

Si tratterebbe di dimostrare che per più di vent'anni il circolo è stato in quel luogo senza che nessuno si facesse avanti con richieste di canone né di attestazione di proprietà per quelle storiche mura. Dall'altro lato c'è chi spiega che il tentativo di strappare la sede alla proprietà del demanio potrebbe rivelarsi un boomerang: il linea teorica si potrebbe manifestare la possibilità di una costruzione privata su un suolo demaniale e paradossalmente, potrebbe anche arrivare una richiesta di demolizione. Si tratta, ovviamente, solo di ipotesi di scuola, ma sono tutte questioni generate all'interno del circolo e servono a presentare un'idea delle tensioni e delle discussioni che, attualmente, animano la vita sociale.

L'unica certezza, al momento, sono le dimissioni del presidente. Domenica i soci si guarderanno negli occhi e si conteranno. Se la stagione Ventura è finita lo stabilirà l'assemblea. E non esiste nessuna certezza, per adesso.
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