Congresso Pd, a Gragnano primarie in parrocchia e polemiche: «Intervenga il Nazareno»

«Il padre del segretario di Castellammare voleva aggredirmi», attacca la segretaria del circolo

I deputati Marco Sarracino e Francesco Boccia
I deputati Marco Sarracino e Francesco Boccia
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 22 Febbraio 2023, 11:00 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 12:43
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Gli animi democrat a Gragnano erano già inveleniti. Colpa delle ultime comunali del 2020 dove il Pd negò il simbolo per evitare un inciucio tra il partito locale ed Fi. Vecchie ruggini che si sono materializzate plasticamente una decina di giorni fa durante il voto nel circolo democrat ella cittadina dei monti Lattari famosa per la pasta. Con accuse vicendevoli di aggressioni tra le parti. Ovvero Marco Sarracino, deputato e vertice uscente della federazione di Napoli, e Silvana Somma segretaria del circolo da tre lustri. In mezzo le operazioni di voto prima in un luogo privato e poi spostate in una chiesa su cui ieri pomeriggio interviene anche la parlamentare azzurra Annarita Patriarca, ex sindaco proprio di Gragnano: «Inaccettabile che le votazioni per il congresso del Pd si siano tenute nei locali della parrocchia e alla presenza dell'onorevole Sarracino», accusa gettando benzina sul fuoco su una vicenda raccontata prima da «Metropolis» e poi ripresa dall'edizione napoletana di «Repubblica».

«In Campania il clima nel Pd è sempre incandescente», spiega ieri Sarracino asserragliato a Montecitorio quando gli chiedono del caso Gragnano che nel frattempo è deflagrato.

Perché si racconta di un vero e proprio sequestro del deputato anche se è lui che si è «asserragliato» all'interno dei locali per permettere le operazioni di voto. Naturalmente è la seconda versione, che conferma il parlamentare Pd, altrimenti sarebbero dovute partire già denunce. «Quello che è successo a Gragnano è comunque grave. Per questo avevo chiesto al presidente della commissione di Napoli di intervenire anche per assicurare il corretto svolgimento delle primarie. Sono certo che lo farà senza esitazione», spiega lui ieri focalizzando la vicenda che, comunque, tratteggia un brutto clima all'interno dei democrat. Come avviene per ogni congresso, d'altronde.

E torniamo a dieci giorni fa quando Sarracino va a Gragnano con un garante, Lorenzo Fattori di Articolo 1. E lì in un ufficio del consigliere comunale Antonio Marinaro gli animi iniziano subito a surriscaldarsi, memore anche delle ruggini del 2020. Con la segretaria locale Somma che attacca: «Mi sono ritrovata una platea congressuale di dichiarata ispirazione dell'attuale amministrazione comunale di Gragnano, di centrodestra, circa 40 persone di cui da 30 giovani democratici inesistenti da 7 anni sul territorio». E, aggiunge, «lo stesso segretario (Sarracino, ndr) fa propaganda elettorale sotto la veste di promotore della mozione Schlein evitando di affrontare la questione politica».

«Ma non si sono verificati né spintoni, né c' stata violenza fisica», precisa il consigliere Antonio Marinaro. Fatto sta che si impone il cambio di sede della riunione e di lasciare l'immobile e nel frattempo, viene staccata la luce all'interno della stanza dove ancora si trovavano Sarracino ed altri. «Trovata una sede alternativa - prosegue Marinaro - se ne sono andati a votare altrove, in degli uffici di proprietà del Comune di Gragnano dati in comodato d'uso gratuito alla chiesa, senza l'autorizzazione di nessuno». 

Video

«La vittima sono io: il padre del segretario di Castellammare voleva aggredirmi», attacca la Somma minacciando querela e la pubblicazione di un video in cui si vedrebbe tutto. Ma a ieri sera non arrivano né l'una, né l'altra.

E così si infiamma ulteriormente il clima alla vigilia del voto nei gazebo domenica. Dopo il caso del tesseramento dopato a Caserta dove si moltiplicano c'è un ricorso con 229 sottoscrizioni contro le cancellazioni (quasi 3mila) delle iscrizioni e dove, per ora, non si voterà per scegliere il successore di Enrico Letta. A meno che i giudici non decidano diversamente.

«Hanno fatto bene gli esponenti del partito che hanno fatto ricorso, gli è stato tolto un diritto», li difende però il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero che aggiunge: «La commissione provinciale di garanzia del Pd non ha operato bene, visto che sono stati azzerati tutti gli iscritti». 

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